Papà!

410 12 0
                                    

ALEX
Manca solo mezz'ora e finalmente saremo diplomati.
A scuola le lezioni sono già finite da una settimana e i preparativi per il ballo sono stati imminenti.
I professori chiacchierano con gli studenti del loro futuro, si informano sui college che abbiamo scelto, oppure ci lasciano liberi di chiacchierare fra noi.
Noto come alcune ragazze tentino di sedurmi con occhiatine e risatine, o mi passano accanto timide e silenziose sperando che le inviti al ballo.
Ovviamente il mio invito non arriverà mai, ma la speranza è l'ultima a morire!
Olivia insieme alle cheerleaders sta allestendo la palestra ben contenta di impartire ordini.
Sono in giro per la scuola per via di un'ora buca.
Tutto questo mi mancherà infondo, qui ho passato anni della mia vita, sono cresciuto, ho conosciuto nuove persone, nuovi amici e anche nemici, mi sono fatto una fama.
Questa scuola mi ha visto superare momenti belli e brutti. È strano come un posto che considero un carcere mi possa perfino mancare.
Abbandonare una routine per andare incontro ad un'altra.
Iniziare l'università, addentrarsi nel mondo degli adulti e superare nuovi traguardi con accanto Sam...non vedevo l'ora di iniziare una vita con lei.
È da una settimana che ci penso e forse sarà possibile.
Magari voglio solo rifugiarmi in una timida illusione, o magari potremo davvero stare insieme.
Lei potrebbe decidere di restare qui, potrebbe aspirare ad entrare in uno dei college che ci sono qui.
Ma sarei egoista se le chiedessi di rimanere.
So che le manca suo padre e che vuole tornare da lui e non posso biasimarla né trattenerla. Voleva farlo già tempo fa e l'ho persuasa.
Non so cosa sperassi di ottenere.
《Alex, ti piace come sta venendo?》domanda Olivia che non avevo visto arrivare. Si riferisce alla palestra allestita per ospitare l'intera scuola al ballo di fine anno.
《Si siete brave, sta venendo bene ma i volant sono un pò troppo rosa》.
Lei storce il naso.
《Lascia fare a me》dice.
Se è convinta lei allora lo siamo tutti!
Continua a dare ordini alle sue compagne e loro con la voglia sotto i piedi, eseguono.
Esco al di fuori e mi siedo sugli spalti, il campo è deserto, e penso che sarà il posto che mi mancherà più di tutti; c'è solo il coach, che sta revisionando alcune tattiche di gioco.
Mi domando chi prenderà il nostro posto.
La scorsa partita l'abbiamo vinta, ora devo soltanto intraprendere la carriera di giocatore al college, una cosa che non vedevo l'ora di fare, se non avessi la costante paura che Sam non sarà con me.
《Bravo Montgomery, continua così e diventerai un vero professionista》grida il coach dal campo e mi sorride fiero.
Io lo saluto per l'ultima volta.
La sua pancia da birra non credo che mi mancherà ma le sue incitazioni invece si. Credeva in me, ed è lui che mi ha fatto diventare così sicuro in campo.
Guardo l'ora, quest'ultima settimana l'orario è ridotto perciò usciremo un'ora prima del solito. Tra cinque minuti la campana dovrebbe suonare e finalmente saremo liberi. Mi dirigo verso l'aula di Sam.
Aspetto ancora qualche minuto, un conto alla rovescia per la fine della scuola.
Tra poco, al suono della campana, orde di ragazzi schizzerano fuori dalle aule felici e festosi.
Tre, due, uno...come avevo previsto tutti si accalcano nei corridoi somigliando a dei mammut. Alcuni del primo o secondo anno lanciano la carta igienica nelle aule o tra i corridoi, tra un piano e l'altro, altri studenti si tirano gavettoni con la farina e le uova. È un delirio.
Sam mi raggiunge divertita.
Mi è sempre piaciuto vederla ridere.
Prendiamo parte ai gavettoni, alcuni ragazzi ci prestano un pò della loro farina.
Ci raggiungono anche Liam, Cole, Logan e Janet e si uniscono a noi.
Quelli degli ultimi anni sono felici di lanciare in aria i loro libri e finalmente liberarsi di essi.
Logan e Cole hanno portato le uova e prendono parte al gruppo di quelli più giovani. Lanciano uova sulle teste di tutti gli studenti che gli capitano sotto mano, alcuni si infuriano, altri stanno al gioco e il preside non può fare nulla per calmare questo chiasso.
Sam e Janet rubano una busta di uova dalle mani di qualche ragazzo e iniziano a sporcarsi e sporcarmi.
Non ci posso credere!
Puzzerò di uovo come minimo per tutto il giorno.
Sono un pò troppo divertite, così decido di prendermi una piccola vendetta. Prendo Sam di peso e chiamo Logan per farmi aiutare, lui solleva Janet e insieme, incuranti delle loro proteste, ci dirigiamo nei bagni degli spogliatoi e le inzuppiamo d'acqua dalla testa ai piedi con il getto della doccia.
《Alex, te la faccio pagare》grida Sam tra le risate. Ha un suono davvero bello.
Per via dell'acqua la maglietta le diventa aderente e si intravede il suo seno piccolo e rotondo.
La farina inizia a sciogliersi e il rimanente le si appiccica addosso.
In giardino la maggior parte degli studenti sta intonando un coro stonato per la fine della scuola e qualcuno per sbaglio colpisce con la farina anche il preside che ha un'espressione più da pesce bollito che infuriata.
Almeno un giorno all'anno può concederci di essere noi stessi.
Ci augura un buon proseguimento e si dilegua nel suo studio.
Alla fine della festa, torniamo a casa fradici.
Sam ha farina da per tutto e anche io, perfino nei pantaloni.
Continuamo a ridere senza motivo, spontaneamente. Più la guardo e più non riesco a smettere.
Mamma e papà ci guardano confusi e sgranano gli occhi quando ci vedono ridotti più come dei polpettoni.
《Cosa avete combinato?》domanda lei incrociando le braccia; allerta ramanzina!
《Tesoro lasciali stare, siamo stati giovani anche noi》si intromette papà. Per fortuna che lui è sempre quello che interviene per calmare gli animi.
Mamma sbuffa e ci avverte che la lavatrice ce la faremo da soli.
Io e Sam corriamo all'unisono di sopra per conquistare per primi il bagno.
《Prima le donne》dice e mi spinge fuori dalla porta. Questo mi ricorda i nostri battibecchi iniziali, quando entrambi volevamo colonizzare il bagno più spazioso. Questa volta mi ha battuto!
Mi tocca andare di sotto. Per togliere la farina ci vuole poco ma per togliere l'uovo dai capelli dovrò come minimo lavarli due volte e in più devo aspettare che Sam finisca di farsi la doccia.
Mi sento appiccicoso ma felice, non del tutto, però lo sono.
Quando ha finito, mi infilo sotto il getto dell'acqua, anche se ha consumato tutta quella calda.
《Alex》mamma mi chiama quasi isterica, immagino perché sono da mezz'ora sotto la doccia. Spero che almeno la puzza di uovo sia andata via.
Esco e asciugo velocemente i capelli.
Finalmente sono ritornato riconoscibile.
Sam è ancora di sopra.
Capisco che abbia bisogno di tempo per prepararsi e di sicuro starà finendo di scrivere o perfezionare il suo discorso per il diploma di domani. Io l'ho finito ieri, niente di troppo cerimonioso ad ogni modo.
Qualcuno bussa alla porta, ma tutti sono impegnati e vado io.
Davanti ai miei occhi compare un signore alto, elegante e con la barba curata, profumato di colonia, con un mazzo di fiori in mano. Sulle prime non lo riconosco, poi capisco...è il padre di Sam.
Mi prende un tonfo al cuore e vorrei sprofondare.
È così diverso dall'ultima volta che l'ho visto, in uno stato comatoso e senza espressioni.
Ora mi sorride come se mi riconoscesse, anzi, mi riconosce, si ricorda. Subito mi investe un senso di profonda tristezza. Credevo avessimo avuto più tempo, anzi credevo che sarebbe stato diverso: volevo illudermi di poter iniziare un nuovo percorso con lei, che magari avrebbe deciso di rimanere qui spontaneamente, ma adesso andrà via, so che se ne andrà, deve farlo, si ricongiungerà con suo padre, la sua vera famiglia, mi lascerà. È venuto per riprendersela ed egoisticamente penso, che è venuto a portarla via da me.
In un solo momento tutte le mie speranze future che prevedevano che ci fosse lei nella mia vita svaniscono vane.
Sono felice per lei, davvero, si merita la serenitá che gli è stata tolta mesi fa; sebbene prima ancora che se ne sia andata, sento di averla già persa.
Jack accorre sull'uscio della porta per fargli le feste e godersi le sue coccole. Tra poco, anche lui andrà via con loro e di Sam non mi rimarrà più nulla.
《Alex! Come sei cresciuto》mi apostrofa con voce possente, una voce che quasi non mi aspettavo potesse avere dopo averlo visto muto. Ha un'espressione sorridente in volto, come se non fosse rimasto a fissare un vetro per mesi.
Mi risveglio dalla trance.
Non penso ad altro che a Sam lontana da me.
Quasi la sentivo lontana se lei era in camera sua ed io nella mia, figurarsi in due città diverse!
In poche situazioni mi sono trovato senza parole e questa è una di quelle.
《P-prego, entri》dico balbettante e lui mettendomi una mano sulla spalla mi da il permesso di dargli del "tu" poi entra in casa.
Mamma e papà lo abbracciano calorosamente e lui le porge i fiori che lei ripone in un vaso sul tavolo.
《Non vedevamo l'ora che arrivassi Kevin, come stai?》, prima ancora che possa rispondere lo tempestano di domande e papà lo fa accomodare in salotto.
Mamma prepara subito una tazza di caffè e gli offre qualche biscotto, o almeno credo, perché in realtà sono ancora fermo al momento in cui ho aperto la porta.
Lui risponde brevemente alle loro domande, quali che con l'aiuto dei medici e dei loro trattamenti è migliorato molto. Direi anche con l'aiuto di Sam che è stata uno stimolo per lui. 
《Mi piace come avete dipinto le parenti...oh! Quelli sono i vostri ragazzi? Erano davvero piccoli! Santo cielo, non posso credere siano passati davvero così tanti anni》constata con emozione nella voce.
《Tredici anni Kev, è davvero incredibile》gli fa eco mamma.
Se solo penso che io e Sam probabilmente abbiamo giocato a palla o ci siamo rincorsi quando eravamo piccoli, tutto ciò mi sembra incredibile.
Se solo le nostre strade non si fossero separate tredici anni fa, probabilmente ora non dovremmo lasciarci.
《Sembrava appena ieri quando eravamo al liceo insieme》ricorda.
Mi sembra davvero una brava persona.
Solo che non oso proferire parola, sembra piuttosto che sia caduto in stato di semi-veglia.
《Hai ragione! Ricordo ancora il ballo di fine anno, Karen era fantastica con quel vestito blu elettrico》sostiene papà.
Alchè il padre di Sam si commuove.
Io prendo mia madre in disparte perché non voglio che lui ci senta.
《Mà, voi lo sapevate!》deduco.
Lei abbassa lo sguardo.
《Si, volevamo che fosse una sorpresa. Kevin ci ha chiamati un paio di settimane fa per dirci che voleva venire per Sam. Mi dispiace Alex》.
Non lo posso accettare.
Vorrei esplodere di rabbia.
《So che dovevo aspettarmelo ma dovevate dirmelo, almeno non sarei stato colto così alla sprovvista》.
Mi fa segno di abbassare la voce.
Non credo che il signor Logan stia facendo caso a me.
《Te la saresti presa. Non volevamo rattristarti. Era inevitabile》.
Questo è un dato di fatto, ma avrei avuto due settimane di anticipo per prepararmi a dirle addio, per piangere, gridare, tirare pugni al sacco, fare qualsiasi cosa. Adesso dovrò accumulare il dolore tutto in una volta.
Mamma si scusa, poi ritorna in salotto.
Io rimango a domandarmi quante ore mi rimangono da passare con Sam, quanti minuti addirittura.
Spero almeno che rimanga per il ballo.
《Grazie per l'ospitalità, siete stati davvero impeccabili, come sempre. Vi ringrazio anche per aver ospitato la mia piccola Sammy, senza di voi sarebbe stata persa. Non so cosa posso fare per ringraziarvi tranne avervi portato quei fiori.
L'unica cosa che mi permetteva di andare avanti era sapere che avevo ancora mia figlia e sapevo di dover guarire per lei》.
Mamma si asciuga una lacrima.
《Non devi ringraziarci, è stato un piacere, Sam è una ragazza favolosa》dice papà.
《Adesso dov'è? vorrei vederla》domanda il signor Logan mentre si guarda intorno cercandola con lo sguardo.
Devo accettarlo, giusto?
La porterà via.
Tra poco Sam sarà lontana chilometri e chilometri e la nostalgia mi invaderà.
Mi sento già vuoto, soprattutto nel sapere che inevitabilmente io sarò solo una parentesi della sua vita, perché si dimenticherà di me.
È scontato.
Io potrei mai dimenticarmi di lei? No.
Non ho parole da spendere nè fiato per parlare, il mio unico pensiero va a noi due con vite separate.
Lei si rimetterà con altri, farà nuove esperienze, conoscerà altre persone, andrà in un college a New York, perché era quello che ha sempre voluto.
Sormonta la rabbia, ma più di tutto lo sconforto.
Tutto quello che abbiamo passato è stato inutile?
Per me non lo sarà mai.
Rimarrà una parte di me, quella che mi ha migliorato. Quella più importante.
《È di sopra, sarà una vera sorpresa quando ti vedrà》risponde mia mamma.
Mio padre mi scuote una mano davanti al viso per risvegliarmi e mi chiede di andare a chiamarla.
Eseguo come un'automa
Lei non condividerà più il mio stesso spazio, la mia stessa aria e io già mi accorgo di star piangendo su per le scale, per la mancanza dei suoi occhi. Quasi sono tentato di non dirle niente, perché potrei dare di matto davanti a lei.
Salgo sempre più gradini finché non sono davanti la porta di camera sua, è chiusa.
Non credo di riuscirci. Anzi, sono sicuro di non farcela, ma quando penso a quanto sarà felice, busso debolmente senza neanche accorgermene......

𝑷𝑬𝑹 𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 𝑻𝑼𝑨Where stories live. Discover now