SOS cuore infranto!

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Alex sorride, quel sorriso che mi ha già mozzato il fiato innumerevoli volte e mi stuzzica mentre cerco di spiegargli dei nuovi argomenti in preparazione dei test per il diploma.
Gli è sempre piaciuto farmi innervosire ed è un bel passatempo tra lo studio di una pagina e l'altra.
Dopo varie avances, chiudo di scatto il libro e mi metto a cavalcioni su di lui baciandolo, sento che sussurra qualcosa mentre mi bacia il collo.
Mi pizzica le guance come se fossi una bambina, ma è un gesto che non può non farmi sorridere, mi sento felice e frivola.
Iniziamo a spogliarci.
Non mi arriva alcuna sensazione, non percepisco freddo né caldo. Non sento nemmeno le sue mani sulla schiena o sulle cosce.
Non sento nulla.
È come se lo stessi toccando ma non fosse vero, come se non fossi veramente qui con lui.
Apro gli occhi e con tristezza infatti constato che era un sogno.
L'ho sognato per tutta la notte e sto ancora piangendo, forse non ho mai smesso.
Il dottore spalanca la porta e quando mi trova nella stanza di Alex mi rimprovera, quando guardando il mio volto sconvolto e addolorato mi consola.
Sinceramente, non me ne poteva fregare di meno dei suoi rimproveri.
《Deve riposarsi, se vuole le prescrivo qualche calmante prima di dimetterla》.
《Non può tenermi qui ancora per qualche giorno?》propongo, non voglio stare lontano da lui.
Lui intuisce subito che non si tratta di un malessere fisico e che voglio rimanere qui per far compagnia ad una persona che non si muove neanche.
Detta così sembra che sia morto e che il medico sia venuto per far portare via la sua salma.
Che pensiero funesto!
《Mi dispiace signorina, devo liberare la camera per altri ospiti. Però posso vedere di farle allungare gli orari per le visite》mi accarezza la testa in modo paterno.
L'orologio alla parete segna le otto del mattino.
La porta si spalanca nuovamente e questa volta sono Megan e Jason.
Appena mi vedono scoppiano a piangere, Megan si dirige da Alex altrettanto trafelata e sconvolta.
Avranno di sicuro corso nel traffico cittadino per essere qui il prima possibile. Lei è letteralmente sconvolta e non la biasimo, mentre Jason è più composto perché preferisce consolare sua moglie che dare di matto anche lui.
《Do-dottore ci dica co-come sta, si riprenderà?》singhiozza lei tanto che quasi non riesce a formulare neanche la frase.
Ora Jason si avvicina a me, mi abbraccia e mi accarezza la spalla, protettivo.
Il dottore le dice quello che ha detto a me e risentire quelle frasi non è confortante.
Coma, trauma cranico, eccetera.
Lei piange ancora più forte poi si china sul corpo incosciente di Alex.
La scena è straziante.
Jason va nuovamente da lei, vedo che anche il suo volto adesso è rigato di lacrime. Cerca di consolarla ma Megan come è giusto che sia è inconsolabile.
Il dottore con un gesto del capo mi intima di andare fuori e non posso fare a meno di obbedire.
È giusto che adesso stiano da soli loro tre. Sua madre e suo padre devono avere il diritto di digerire la notizia.
Aspetto qualche minuto fuori la sua porta, come una sentinella poi lo stomaco inizia a brontolare.
Non voglio allontanarmi ma devo pur mangiare per recuperare le forze.
Sono digiuna da un giorno intero.
Scendo di sotto al bar.
Ordino un brioche e un cappuccino anche se della brioche ne lascio metà.
Ho bisogno anche di una bella doccia.
Non so da dove io stia prendendo tutta questa forza ma devo pur risollevarmi in qualche modo e partire da una doccia mi sembra la cosa giusta, sebbene non sarà affatto rilassante.
Devo rinsavire, devo riprendermi soprattutto per Megan e Jason, perché come loro hanno cercato di darmi forza nel mio periodo più buio, anche io ora devo ricambiare il favore.
Di fronte a me, noto essersi seduti due fidanzati, lui ha visibilmente il cancro e lei deve essere qui in vista.
Ridono e scherzano e all'apparenza sembrano felici...capisco come lei si possa sentire, davanti a lui ride e di nascosto piange. Ci vuole davvero tanta forza di volontà per accettarlo.
Questo contribuisce a rattristarmi ancora di più di quello che già ero.
Smetto di fissarli.
Prima di ritornare al terzo piano passo da camera mia, mi sciacquo il viso, ho pianto così tante lacrime da far invidia al mare.
Ho gli occhi rossi e gonfi, ancora lucidi come se fossi continuamente sul punto di scoppiare a piangere.
Mi lego i capelli in una coda lasciando qualche ciocca da fuori poi lentamente ritorno da Alex.
Rimanderò a dopo la doccia.
Quando arrivo Megan e Jason sono seduti in sala d'attesa, hanno gli occhi stanchi, lei ha la testa poggiata sulla spalla di Jason e lui sembra fissare il vuoto.
Sono indecisa se avvicinarmi o meno, mi sento come se qui non c'entrassi nulla.
Jason però notando la mia presenza, mi fa segno di avvicinarmi. Ero rimasta impietrita ad un paio di metri di distanza.
《Hey piccola, come ti senti?》domanda stanco.
Megan si alza e mi abbraccia.
Sembra che solo adesso si sia accorta di me.
《Oh scusa Sam, prima non ho avuto la forza di pensare a nulla. Sono entrata in camera di Alex come un tornado e non ti ho nemmeno chiesto come stavi》piange dispiaciuta ma riesco a capirla.
《Tranquilli, lo so che ora dobbiamo pensare solo ad Alex. Comunque sto bene, mi sono ripresa》.
Mi chiedono dell'incidente, se ho avuto paura. Non sanno della gara perciò reggo il gioco.
《Quell'ubriacone è fuggito via e non sono riuscita vedere nè chi fosse nè il numero di targa》spiego. Sono delusa da me stessa per averli riempiti di bugie ma non posso dargli anche il colpo di grazia finale: sapere delle gare clandestine sarebbe troppo per loro e non voglio che incolpato Alex per il resto della loro vita.
《Mi dimettono oggi, comunque》aggiungo e loro sembrano dissentire.
《Di già, ma non preferiscono tenerti qui per dei controlli?》domanda Megan.
《Hanno detto che sto bene. Ho solo preso un brutto spavento》dico.
Megan però non sembra convinta e vuole andare a parlare con il mio medico.
Forse non è una brutta idea, rimanere qui vorrebbe dire stare più vicino ad Alex. Ma non sarebbe giusto occupare una stanza solo per un capogiro e farle credere che la mia condizione sia più grave di quello che è.
Devo dissuaderla.
《È meglio di no, anzi vorrei davvero tornare a casa, non ne posso più degli ospedali. Poi così tornerò a scuola senza perdermi lezioni importanti》.
Lei ci pensa un attimo e dopo qualche remora, sembra convincersi quando le dico di voler tenere lontani da me gli ospedali.
Da mesi ormai la mia vita è stata sconvolta, mi sono ritrovata catapultata in questa realtà e sono costretta a riviverla anche con Alex.
Jason le propone di andare a casa per qualche ora, fare una bella dormita poi ritornare. Megan che è sfinita, accetta.
《Quando ritorniamo ti portiamo qualche cambio, ti serve altro?》domanda premurosa.
Non mi va di avanzare richieste come un libro o del cibo.
《Il caricabatterie, grazie》rispondo concisa e l'abbraccio come per ringraziarla di tutto.
Non l'ho mai abbracciata di mia spontanea volontà, e nemmeno Jason. Ma adesso li sento più vicini di quanto pensassi, perché entrambi condividiamo l'amore per Alex e il dispiacere nel vederlo in quello stato. Mentre li stringo a me mi mancano i miei genitori e penso al fatto che io e Alex siamo separati solo da una porta.
Oggi è domenica perciò gli orari di visita sono allungati. Aspetto in sala d'attesa e intanto mi giro i pollici, prendo qualche caffè e penso all'incidente di Alex. Non ho altro a cui pensare.
La testa quasi mi scoppia.
Le infermiere che passano dopo mezz'ora iniziano a guardarmi di traverso; probabilmente chiedendosi perché io non mi sia ancora scollata da questa sedia.
In effetti, forse è venuta l'ora di farmi quella famosa doccia "rigenerante".
Sono sudata e appiccicata ai vestiti ed ho come l'impressione che non sia l'unica a notarlo.
Come se realmente fossi incollata alla sedia, mi stacco da essa, mi armo di shampoo e bagnoschiuma e rimango sotto il getto dell'acqua minimo per venti minuti, cercando di svuotare la mente, ma direi che ci riesco scarsamente perché sebbene nello stesso stabile, non riesco a stare più di mezz'ora lontana da Alex, ci sono ben due piani a separarci e sono troppi. Sarebbero troppi anche due metri in effetti.
Dopo la doccia, ritorno da lui, ma almeno questa volta odoro di lavanda e non più di sudore e terra.
Jason ritorna ma l'orario di visita non è ancora iniziato. Mi porge dei nuovi vestiti ed io mi cambio nello spogliatoio.
Ora si che quasi sembro ritornata me stessa, anche se indosso solo una tuta adidas da casa e felpa nera.
A mezzogiorno devo lasciare la mia stanza. Di già.
Megan è rimasta a casa.
《Era stremata. L'ho lasciata dormire. Si è addormentata piangendo, poverina》spiega con uno sguardo mezzo perso. Ogni tanto il dottore entra ed esce dalla stanza di Alex e quando lo fa mi sporgo sempre un pò per vederlo, consapevole che vedrei comunque i suoi occhi chiusi, o magari no, magari miracolosamente si risveglierà prima di quando crediamo.
Non so se sbaglio ad avere così tanta speranza, potrei rimanerne distrutta. Forse sarebbe meglio farsene una ragione e aspettare, attendere. Non possiamo fare altro in realtà.
《Non ci posso credere, questa storia non mi sembra vera》sospira copiosamente Jason.
《Alex...quel ragazzo mi ha sempre fatto andare fuori di testa. Da piccolo gli compravo le macchinine di plastica perché ne andava pazzo, e anche le moto, i camioncini. Ogni cosa che avesse un motore.
Giocavamo insieme.
Un giorno lanciò un camioncino troppo forte e mi ricordo che ruppe un quadro in cucina, Megan rimase arrabbiata per un giorno intero e se la prese perfino con me perché quegli aggeggi glieli avevo regalati io》racconta tra le risate e i singulti mettendosi la testa tra le mani disperato.
《Ha già subito un incidente e ne era uscito indenne per miracolo, il destino si è davvero accanito su di lui》borbotta sicuramente ricordando l'avvenimento di un anno fa, di cui sicuramente Alex avrà rimodellato i dettagli a modo suo omettendo che si trattò come sempre, di una gara.
Non è giusto che veda suo figlio in quelle condizioni, ma ne morirebbe se gli dicessi che è colpa proprio di suo figlio e del destino che si è scelto lui stesso.
Non so cosa fare per tirarlo su di morale, non posso nemmeno assicurargli che si sveglierà, possiamo solo sperarlo.
Ascolto ogni aneddoto che mi racconta e ogni tanto ci ridiamo sopra.
Mi racconta che una volta lui ed Alex andarono a vedere una partita allo stadio e Megan non sapeva nulla, glielo dissero solo quando non li vide tornare a casa, li raggiunse in albergo furiosa ma per farsi perdonare le regalarono un soggiorno alle terme.
《Alex è una testa calda, quando si mette in testa una cosa la fa》spiega e questo lo so bene, è per questo motivo che ora si trova incatenato in un letto.
Non ho mai visto Jason piangere.
C'è sempre una prima volta! Ne ha un motivo più che valido.
Decidiamo poi di mangiare qualcosa insieme al bar, sempre meglio del cibo che servono in camera.
Nei giorni che seguono faccio tutto di fretta, non c'è secondo che non pensi ad Alex e la voce si è ormai sparsa in tutta la scuola.
Cerco di concentrarmi il più possibile sui test che devo affrontare, almeno per tenere la mente occupata ed evito di torturarmi la metà delle ore, anche se l'altra metà mi tortuto lo stesso. Appena finito di studiare ci penso, appena finito di sistemare la camera ci penso, appena finito di guardare un film ci penso, dopo aver giocato con Jack ci penso. Insomma ci penso ogni secondo della mia vita con più o meno intensità, ma ci penso sempre.
Ho allontanato tutti, anche Janet, perché non voglio che nessuno mi ricordi di Alex, perfino vedere le facce dei miei amici me lo ricorda, non siedo neanche più con loro a mensa, anche se non riesco ad evitarli sempre e in ogni occasione ma comunque non vi parlo, mi limito solo a salutarli con un sorriso tirato, riesco solo a pensare al fatto che sono passate quasi due settimane e Alex ancora giace in quella camera, sprecando la sua vita imprigionato nella sua mente, senza poter fare nulla.
L'unica che vorrei accanto oltre mia madre, è Lydia, che mi ha risposto piuttosto laconica e distaccata al messaggio della scorsa volta in ospedale.
Strano! Non è da lei.
So che sta facendo la sua vita lontana ore da me, ma avrebbe almeno potuto chiamarmi, informarsi più spesso sulle mie condizioni.
Mi sento come liquidata.
Janet si sente come liquidata, perché in effetti è proprio quello che ho fatto: evitarla. Spero che lo capisca e che mi perdoni.
Sono in piena crisi premestruale per di più, e con un fidanzato indigente, perciò ho una scusa più che valida per non volermi aprire al mondo.
Ieri quella faccia tosta di Harry ha anche avuto il coraggio di presentarsi in reparto, si è scusato e mi ha detto che si e pentito di quello che aveva fatto: troppo tardi!
Non ho voluto ascoltarlo.
Si è anche offerto di aiutarmi nel caso ce ne fosse stato bisogno ma io l'ho allontanato bruscamente con un "no grazie, hai già fatto abbastanza".
Una minima parte di me ha apprezzato il gesto, ma il fatto che avesse fatto perdere di proposito il controllo del veicolo ad Alex proprio non lo digerisco sebbene sono sicura non avesse intenzione di farlo finire all'ospedale.
Ma voglio che si senta in colpa.
Almeno non c'erano i Montgomery a presenziare altrimenti avrei dovuto inscenare un bel teatrino di scuse, che proprio non avevo voglia di accampare, perché sicuramente mi avrebbero chiesto chi fosse Harry.
Appena finito di sistemare camera, di fretta vado in ospedale, in realtà un'ora prima dell'orario di visita.
Ormai è in coma da una settimana e due giorni precisamente.
Il dottore mi da il permesso di entrare prima.
Questa volta mi limito a stare in silenzio. Ho portato un libro da leggere di quelli che mi sono portata dietro quando sono venuta ad abitare qui. Ogni tanto lancio uno sguardo ad Alex ma ovviamente lo scopro sempre immobile. Ormai la sua immobilità è diventata ovvia ed è lacerante.
Cosa che non posso dire altrettanto per Megan. Lei non lo accetta. Come Travis, giustamente, non ha accettato che i suoi glielo abbiano tenuto nascosto per non dargli preoccupazioni così che potesse continuare indisturbato le sue lezioni al college. Io ero contraria, doveva saperlo, ma ho tenuto la bocca chiusa fin quando la cosa non gli è parsa strana: Alex non rispondeva alle sue telefonate, io non sapendo come altro comportarmi, sono stata evasiva, così come i suoi genitori, ed è piombato qui ieri di prima mattina; inutile dire della scenata che ha fatto.
Non l'ho mai visto neanche leggermente alterato, figurarsi così furioso. In quel momento tutta la sua compostezza è andata al diavolo.
Infondo, i Montgomery non potevano davvero pensare che non l'avrebbe mai scoperto, o che non avesse mai chiamato suo fratello.
Almeno eravamo tra le mura domestiche e non nel reparto ospedaliero altrimenti avrebbe fatto scandalo.
《Hey sorellina, ancora a leggergli i classici della Austen! Lui odia la letteratura》entra in camera.
《È per passare il tempo, non ho trovato ombra di favole per bambini in casa》ironizzo. È la prima risata che faccio da nove giorni. Non per felicità, ma volevo essere ironica per davvero.
Fa spallucce.
《Sempre meglio che trigonometria》.
《Rimani?》.
Scuote il capo.
《Solo dieci minuti, devo andare a fare la spesa. Mamma e papà sono al lavoro e se non fosse per te Sam, la casa sarebbe un disastro, perciò mi rendo utile》.
《Se vuoi vado io》mi offro. Sarebbe giusto lasciare ai due fratelli un pò di tempo insieme, ma quando Travis declina l'offerta, nella mia mente non posso fare a meno di gioire, perché so che potrò usufruire di tutto il tempo con Alex, dato che essendo i loro genitori dovuti tornare a lavoro (Megan più che altro per evitare di cadere in depressione) io sono l'unica che viene a visitarlo più spesso.
Io e Travis rimaniamo a fargli compagnia mentre lui rimane in silenzio ad ascoltarmi leggere "Ragione e sentimento", fino a quando il suo orologio non segna le quattro. Da quelli che dovevano essere dieci minuti, è rimasto quasi un'ora, finché non si congeda.
Dopo di lui, lascio la stanza per un the e per sgranchirmi le gambe. Mi viene difficile staccarmi da Alex anche solo per andare a prendere dell'acqua, ma a malincuore lo faccio.
Fuori in sala d'attesa trovo seduta con mio grande stupore Hailey. Come ha fatto a saperlo? Credevo si fosse congedata in una scuola super esclusiva.
《Che ci fai qui?》domando aspra.
《La stessa cosa che ci fai tu. Sono venuta per Alex》. Non credo che sarebbe molto felice di vederla ma non me la sento di cacciarla via.
《Sei stata...gentile. Chi te lo ha detto?》. Non credevo di poterla mai definire gentile, in effetti credo che sia qui più per ficcare il naso che per lui.
Lei si alza e mi viene incontro sculettando, comportandosi come una modella di Victoria's Secret anche in questa occasione;《a scuola avevo tanti amici, la notizia si è sparsa e così l'ho saputo. Dovresti saperlo che le notizie girano in fretta e per me non ci sono segreti》.
Sembra compiaciuta.
《Gli ho sempre detto di smettere con le corse ma non mi ha mai ascoltato, come del resto a nessuno》incomincia. Non sopporto nemmeno che parli. Non sono qui per fare conversazione.
《Sai che è in coma per colpa tua vero?》asserissce saccente. Non capisco cosa voglia dire.
《Se tu non lo avessi fatto gareggiare contro quel tizio non avrebbe mai accettato di partecipare alle race wars》.
Spalanco gli occhi.
Vedo che è ben informata, ma magari non ha tutti i torti, solo che non sopporto di dovermi sentire in colpa anche per questo.
Non sa neanche se ci ho provato o no a dissuaderlo, ed è l'ultima che può permettersi di mettere bocca nella nostra relazione.
《Questi non sono affari tuoi, non avrei mai pensato che potesse finire in questo modo. Adesso vattene, a nessuno fa piacere vederti》sbotto veemente.
Alcune persone che passano mi guardano male; lo so bene che l'ospedale non è il posto adatto per fare questione ma questa ragazza mi snerva e arriva sempre nei momenti sbagliati.
Gli altri mi raggiungono.
Giusto in tempo, altrimenti avrebbero trovato noi su un ring.
Hailey ha uno strano sorrisetto compiaciuto da quando è arrivata.
《Bene, siete tutti al completo》.
Liam non perde tempo per cacciarla. Com'è possibile che anche in questa situazione orribile debba darci fastidio!?
Lui le intima nuovamente di andare via quando lei punta i piedi.
《Oh andiamo...tutti sappiamo che è colpa della piccola Samantha e che Alex l'ha sempre presa in giro, non fate finta che non sia vero. In realtà lei e la sua amichetta sono le uniche che in questa storia non c'entrano nulla》ridacchia bisbetica.
Non capisco il senso di questa frase.
《Ancora non ti sei arresa!》mi intrometto.
Lei, in risposta, malefica, tira fuori dalla borsa il cellulare.
《Adesso basta giocare, il divertimento è finito. Che dite ragazzi, glielo diciamo?!》continua a sorridere, la sua espressione è quasi stucchevole.
Tutti scattano alla sua affermazione.
《Non fare stronzate bionda》la rimprovera Logan.
Che cosa devono dirmi? Che altri segreti ci sono che non so?
Insisto per sapere e lei sembra godere del momento.
《Visto, Raperonzolo vuole sapere. In realtà il tuo principe azzurro non è quel che credi》.
《Alex non te lo perdonerà mai》ringhia Cole tra i denti.
Io li interrompo tutti.
Hailey mi piazza il suo cellulare in mano e preme il tasto "avvia" di una registrazione. Nell'audio si riconoscono perfettamente le voci di Alex, Logan e Cole. 
"Ti ha rifiutato amico...è una difficile. Che ti inventerai ora?" dice Cole.
Logan gli fa eco.
"Vedrete che ce la farò a farla cadere ai miei piedi, ci riesco con tutte. Cazzo abitiamo nella stessa casa, ci deve pur essere qualcosa. Avrà un punto debole" risponde con fermezza Alex.
Io guardo i volti di Cole, Liam e Logan che però fissano il pavimento come se non avessero il coraggio di sostenere il mio sguardo, tutti e tre paonazzi.
"Forse sei un pò troppo sicuro, insomma l'hai vista! Non si sa chi è più santa tra lei o Madre Teresa di Calcutta" ridacchia Cole.
"Non vorremmo vederti fare la figura dell'idiota" continua Logan.
"Volete scommettere che ci riuscirò!" propone Alex, con la sua solita spavalderia.
Loro accettano la scommessa.
"La farò impazzire per me, farò qualsiasi cosa affinché penderà dalle mie labbra, e quando accadrà non voglio sentirvi lamentare per aver perso" aggiunge con una dose di ego smisurato.
La registrazione finisce tra le loro risate.
Una scommessa....
Tutte le loro parole risuonano nella mia mente in un eco.
Mi sarei aspettata di tutto tranne questo.
Sono una scommessa.
Una scommessa e niente di più.
Vorrei lanciare il telefono fino a romperlo ma non ho nemmeno la forza di fare questo.
Vedo le espressioni di tutti e tre, e mi sento presa in giro anche se nessuno sostiene il mio sguardo, sembrano anche pentiti ma come possono esserlo dopo una cosa del genere.
Sento le gambe cedevoli.
Proprio quando credevo di non poter essere più affranta di così, arriva l'ennesima batosta.
No, no e no.
Non lo posso accettare.
Hailey riprende il cellulare impassibile, adesso capisco perché mi disse che non conoscevo bene Alex come lo conosceva lei.
È riuscita nel suo intento, ma almeno mi ha fatto aprire gli occhi.
È l'unica divertita tra noi, come un bambino che vince un enorme peluche. Se penso che per tutto questo tempo se la rideva di me...sormonta la rabbia, ma questa volta non posso incolpare lei.
Vorrei prendere a pugni il sacco da boxe e vorrei che Alex fosse sveglio per potermela almeno prendere con lui.
《Mi dispiace piccola ma dovevi saperlo prima o poi, la festa è finita!》la sua voce squillante mi trapana i timpani.
《Sei una stronza》la apostrofa Cole.
《Ma almeno lei mi ha detto la verità》grido delusa, soprattutto da Liam. Sebbene non fosse presente, ha spalleggiato i suoi amici, e chissà se abbia mai tentato di dissuaderli. 
《Non ti abbiamo detto niente perché non volevamo che te la prendessi Sam. Era una scommessa da ragazzini, per Alex non contava più nul...》inizia Liam ma lo interrompo.
《Non riempirmi ancora di stronzate》.
Dovremmo discuterne fuori perché stiamo davvero dando spettacolo adesso ma poco mi importa.
Per Alex non contava più nulla? Allora quanto meno avrebbe dovuto essere sincero.
《Perché dirglielo proprio ora?》domanda Logan.
《Perché ad essere sincera, credevo che un tipo come Alex si sarebbe stufato prima di lei e ho aspettato che succedesse, ma quando ho visto che non c'era nulla da fare, e francamente, ho capito che tra la bella e la bestia la cosa stava iniziando a farsi seria, ho deciso di intervenire. Quando vi ho sentiti parlare della scommessa non ho potuto fare a meno di registrarvi, per avere delle prove a mio vantaggio e giocarmi la carta vincente al momento giusto e credo che il momento giusto sia questo.
Perché lasciar credere a questa poveretta che sia stata l'amore della vita di Alex e soffrire per la sua condizione da vegetale. Lasciamo che lo odi piuttosto》parla tutto d'un fiato come se neanche fossi presente. Ignorare le persone a cui si crede superiore è una sua specialità.
Avvicinandosi a me so che ha altro da aggiungere. 《Dunque cara, non ti resta che ringraziarmi》sostiene.
Se non fossimo in un reparto ospedaliero giuro che esternerei la mia furia su di lei con un'altra bella cinquina in viso, ma mi trattengo.
È spietata, vipera, cattiva, odiosa.
Il diavolo in persona. Ma il vero colpevole è Alex.
Va via trionfante sui suoi tacchi.
Non riesco neanche ad esprimermi sensatamente, non so cosa fare, come comportarmi.
Mi prudono le mani dalla concitazione.
Come in ogni situazione spiazzante, sono poco lucida e la pena che provo per Alex in questo momento, supera la delusione, la rabbia.
Purtroppo però, sono costretta a disilludermi ancora una volta.
Sono consapevole di aver portato in alto Alex e il suo ego e innamorarmi di lui era il suo scopo. Penso solo che sono stata presa in giro, che Janet sia stata presa in giro e che per tutto questo tempo ho considerato Alex la parte migliore di me.
Loro tre tentano di giustificarsi quando prendono il coraggio di guardarmi negli occhi, ma non c'è giustificazione, perfino Liam che si dichiarava mio migliore amico mi ha tenuto nascosta questa farsa.
Mi domando cosa ci ricavasse Alex oltre ad entrare tra le mie gambe. Soldi? Rispetto? Ovviamente l'approvazione dei suoi amici!
Logan mi prega di non dire niente a Janet.
《Non mi chiedere favori in cambio, non voglio più vedere nessuno di voi e quando Alex si sveglierà scoprirà che mi avrà persa, semmai gliene importi qualcosa》tuono statuaria e non appena vanno via, cacciati dall'infermiera, scoppio in lacrime che fin'ora avevo soffocato.
Come posso essere stata così ingenua e non aver sospettato nulla?
Lui me lo aveva detto che avrebbe voluto farmi cedere. Fin dal primo momento.
Mi sono fidata proprio di lui e la colpa è solo mia.
Piano piano la tristezza cede nuovamente il posto alla rabbia, soprattutto nei miei confronti per essermi fatta abbindolare.
Alex è un bugiardo, io una sciocca.
Per il momento ho la mente bloccata, sento solo che il cuore si sgretola e non saprei contarne i pezzi dato che sono almeno un milione. La mente ripercorre i nostri bei momenti: noi accoccolati nel letto, noi davanti ad un film, noi a studiare insieme e non riesco a pentirmene.
Mi domando come sia possibile che in tutto questo tempo, in quei momenti, io stessi provando dei sentimenti e lui stesse solo fingendo, giocando con me.
Mi ha perfino ammesso i suoi sentimenti a parole, e credo che quelle parole non si possano dire con tanta leggerezza.
Non so più a cosa pensare.
Forse è vero che è nata come un gioco e che man mano si è innamorato realmente, ma anche solo il sapere che prima contavo così poco per lui, mi disturba.
Forse riuscirò a realizzare la cosa, forse riuscirò anche ad odiarlo ma per il momento voglio solo che si risvegli.
Lo amo contro ogni previsione, inequivocabilmente, irrevocabilmente e credo che lo amerò sempre e comunque.
Sono avvilita, affranta, amareggiata, ma ho scoperto un tradimento proprio in questo frangente e il mio amore prevale sulla delusione......

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