Primo appuntamento

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Oggi il sole sembra volerci regalare una bella giornata, così decido di studiare all'aperto, sugli spalti del campo da football. Il venticello fresco, la solitidine e la quiete mi rilassano. Ho un'ora libera perciò mi metto avanti con alcuni argomenti che non sono riuscita ad approfondire per colpa delle ore perse in punizione.
Sottolineo con circa sette evidenziatori diversi ogni paragrafo quando, come se la sua presenza mi richiamasse, vedo comparire Alex in mezzo al campo, in tutta la sua perfezione.
Com'è possibile che ogni cosa in lui mi attragga? I suoi lineamenti, la sua sicurezza e spavalderia, la sua testardaggine. Mi piace tutto, mi piace Alex.
Quando passa risucchia ogni cosa ed esiste solo lui.
Non so se si sia accorto di me ma io non oso fiatare, anche perché mi si ferma il fiato in gola.
Indossa la divisa della squadra ed inizia a fare qualche giro di corsa intorno al campo. Io osservo ogni suo lineamento e d'improvviso mi verrebbe voglia di baciargli ogni centimetro di pelle.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso nemmeno provandoci.
La sua essenza mi richiama e non ho mai privato sentimenti del genere. Ripenso alle sue labbra sulle mie ed è come se ne volessi sempre di più.
Lo guardo metterci tutto se stesso fino a quando non fa una pausa per il troppo caldo che lo ha fatto sudare eccessivamente da rendergli i capelli arruffati. Si sciacqua il viso e si siede per terra, di spalle. Sono consapevole di sembrare un'ubriaca, ubriaca di lui.
Cerco di capire cosa stia facendo, ormai ho perso la concentrazione minuti fa.
Sento vibrare il cellulare.
"Non arrossire troppo Lenticchia.
E pensare che non mi sono ancora tolto la maglietta". È un suo messaggio, con l'emoticon allusiva. Sorrido.
Mi ha vista. Ciò vuol dire che ha fatto finta di nulla mente io mi beavo della sua vista.
Si rialza e si volta verso di me, tronfio. Si toglie la maglietta per mostrare i pettorali statuari.
Adesso si che non ho davvero più fiato! L'ha fatto di proposito e io arrossisco violentemente e credo che un pomodoro in confronto sarebbe più pallido.
Prima di ricominciare mi sorride con il sorriso più bello del mondo e tutto intorno svanisce.
Se provassi a dire qualcosa le parole mi morirebbero in gola.
Lui è come quell'onda che ti sbalza quando meno te lo aspetti.
Inoltre è consapevole della sua incredibile bellezza e so che la usa contro di me. Lui è il mio punto debole.
Tutto di lui....

ALEX
Quando Sam mi guarda mi sento visto, mi sento scrutato dentro, perché so che lei fa di tutto per riuscire a capirmi. 
Non vuole ammettere che prova per me più di quanto dice, ma anche io provo per lei qualcosa di così forte da farmi battere il cuore. È come se avessi sbattuto troppo forte la testa, come se quando gli sto vicino, perdessi la lucidità.
Non mi era mai capitato e a dire la verità questo mi spaventa.
Ho sempre saputo che era diversa, che non era come le altre. Il suo fare silenzioso e riservato ma conciso, mi ha sempre attirato. Lei è una calamita e io ne voglio essere attratto, ma devo capire fino a che punto posso spingermi.
Lei è una di quelle che anche stando in disparte non riesci a fare a meno di guardare, e pensi: "come diamine fa ad essere così perfetta?". Più la conosco e più non riesco a trovarvi dei difetti.
Ciò che mi attrae è proprio il fatto che riesca a tenermi testa e penso che questa cosa, insieme al suo essere, a lungo andare mi faccia perdere completamente la lucidità.
È come una droga, più la assumi e più la desideri. 
La domanda è: sono pronto? La voglio veramente?.....

SAM
A mensa mi stupisco nel vedere Janet così a suo agio con quello che sembra star diventando il nostro nuovo gruppo, è espansiva, fa battute. Non sembra neanche più la ragazza timida del primo giorno. Io invece non faccio altro che pensare se Alex abbia detto o meno a qualcuno del nostro appuntamento di stasera; in realtà non credo l'abbia accennato perché nessuno dei due vuole affrettare le cose. Meglio così, almeno evito di parlarne. Non ho detto nulla neanche a Janet. Quando saremo pronti metteremo tutti al corrente della situazione, ma non c'è fretta.  Per ora è meglio tacere, magari potrebbero pensare che sia sbagliato visto che condividiamo il tetto della casa, sebbene non siamo veramente imparentati.
In effetti un pensiero fisso che mi tormenta è la reazione dei Montgomery semmai lo scoprissero.
Io e Alex non siamo fratelli ma forse avrebbero preferito una relazione fraterna, soprattutto perché questa situazione è temporanea. Se solo penso che una parte della mia vita è rimasta a New York quasi non ci credo, è una situazione surreale. Mi domando se veramente convenga intraprendere una conoscenza approfondita di Alex se poi un giorno dovrà finire tutto. E se poi scoprissi che mi piace più di quello che penso?
Non dovrei torturarmi senza nemmeno sapere come andrà a finire, però ho paura degli esiti, ho paura di dover rinunciare a lui per mio padre, perché so che lo farei. Dovrei innamorarmi?
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce squillante di Hailey che arriva al tavolo con aria minacciosa e furibonda.《Così adesso sono stata rimpiazzata da queste due...mi fate davvero pena, la vostra popolarità svanirà in un attimo》ridacchia, al suo seguito ci sono due ragazze che direi si sentano delle modelle su una passerella. Ma si sente quando parla?! Credo abbia guardato per troppo tempo High school musical!
《Le ragazze hanno un nome, poi non esistono i popolari o gli invisibili, non siamo più all'asilo; cresci Hailey e fatti una vita》la rimprovera Alex e a me scappa un sorriso. Lei va via furiosa, sbattendo un piede sul pavimento e smuovendo un pò troppo i fianchi, seguita dalle altre. Guardo le espressioni di tutti al tavolo che probabilmente come me, si domandano come faceva a stare con lei.
《Uff, cerca sempre rogne》sussurro.
《Sei stato grande Al》Cole gli da una pacca sulla spalla.
Passano altri dieci minuti a ridere di lei, io però noto lo strano silenzio di Liam, che avrà detto si e no tre parole dall'inizio del pranzo. Mi ha guardata di sottecchi tutto il tempo con la coda dell'occhio e ovviamente me ne sono accorta, anche se probabilmente lui credeva non lo notassi, forse che fossi troppo presa da Alex, ma l'ho notato. Mi domando se non sarà per quello che mi voleva raccontare la scorsa volta.
Non ho trovato nulla dalle ricerche, forse perché avrei dovuto analizzare meglio. La mia curiosità non ha limiti così dopo pranzo mi dileguo in biblioteca prima che ricomincino le ultime lezioni e su internet, nella barra di ricerca digito nuovamente "Alex Montgomery" ma non saprei cos'altro aggiungere per far comparire i risultati che cerco. In realtà non so neanche quali risultati io stia realmente cercando. Provo con il nome dei suoi, ma nulla. Informazioni su informazioni che già conosco: sono la famiglia perfetta.
《Argh》ringhio spazientita.
Vorrei pressare Liam ma tanto so che sarebbe inutile.
Chiudo il pc.
Dopo la fine delle lezioni con molta calma mi dirigo alla mia punizione e intanto penso a cosa potrei indossare per stasera. Tutti i pensieri come ormai è prassi da giorni, vanno ad Alex: a cosa indossare per uscire con lui, a quale segreto possa nascondere e se veramente ne nasconde uno oltre le corse, se valga la pena affezionarmi a lui e cosa potrebbe succedere se finisse.
Nella mia testa c'è solo lui.
Arriva dopo di me, in ritardo di un quarto d'ora, quasi credevo non venisse o che alla fine il preside lo avesse risparmiato.
《Me ne stavo quasi dimenticando...questa punizione sembra infinita》, è trafelato, mezzo sudato e con i capelli spettinati; deve aver corso per arrivare in tempo, anche se non ce l'ha fatta.
A me scappa da ridere. È bello vederlo naturale, che non si sforza per sembrare perfetto, non mi stancherò mai di pensarlo.
Mastica un chewing gum.
《La punizione dura ancora una settimana, è solo il tuo secondo giorno》ridacchio. Lui mi lancia un'occhiata infuocata.
《Non me lo ricordare Sam》.
Inizia a lavare il pavimento mettendoci poco impegno e sbuffando prima ancora di iniziare.
《Ieri eri così energico, se non ti impegni lascerai le macchie》lo rimprovero ironica.
《Ieri era il primo giorno, oggi mi sono abituato, poi nessuno viene mai qui, la palestra viene usata solo per piccoli allenamenti e balli di fine anno, nessuno noterà gli aloni o le macchie》risponde.
Penso che abbia totalmente ragione perciò anche io evito di impegnarmi e sudare, i capelli devono reggere almeno fino a stasera e non voglio che si appiccichino al collo. Finiamo prima e ci tocca aspettare la fine del turno ma fortunatamente oggi il coach della squadra è clemente e ci lascia andare via prima, anche se da come guarda Alex, direi che crede fermamente che sia stato lui a distruggere le sue cose.
《Per un momento ho temuto che ti prendesse per il collo e ti strozzasse!》.
《Nah, è tutto muscoli ma niente coraggio, e poi sa che non sono stato io, però deve prendersela con qualcuno. Quel qualcuno dovrebbe essere Hailey》riduce gli occhi a due fessure e ringhia.
Già! Ha causato fin troppi danni.
Una volta a casa faccio i salti mortali per entrare per prima in doccia. Mi trucco leggermente e mi sistemo i capelli a cui do una piccola ripassata di piastra; la parte critica è il vestito.
Alla fine, domando consiglio a Lydia che in meno di un secondo mi videochiama. Le spiego in breve la situazione e lei fa i salti di gioia, con tanto di smorfie, è fin troppo elettrizzata.
《Ti piace il tuo fratellastro! Non posso crederci, è così romantico e filmesco》grida e io la zittisco.
Megan e Jason sono di sotto e potrebbero sentire.
《È carino?》domanda. Era ovvio che me lo chiedesse, lei ha gusto per i ragazzi, è sempre stata con quelli bellissimi e super palestrati.
Gli mando una sua foto, una del profilo instagram dove è con gli altri della squadra, ma lui è al centro che tiene la coppa. Si noterebbe anche tra mille altre persone.
Lydia spalanca gli occhi.
《Sam ma è...un fico assurdo, aerospaziale. Sono quasi invidiosa》finge un broncio.
《Però a parte gli scherzi, sono felice che ti stia riprendendo. Non vedo l'ora di rivederti》chioccia.
Si, anche io. New York era la mia vita e so che tornerà ad esserlo. Ma Alex, ne farà parte?
《Beh, dove ti porta di bello?》continua.
《Andiamo a mangiare fuori》.
《Uh, fate le cose in grande. Allora immagino che stasera vi divertirete parecchio. Ha una bella macchina? È ricco?》. In pochi minuti mi ha già riempita di domande e la mia testa sta per esplodere, ma mi si mozza il fiato quando lo vedo entrare in camera e schiarendosi la voce fa notare la sua presenza al di là del cellulare.
Cazzo!
Io e Lydia ci zittiamo e diventiamo rosse dalla vergogna mentre Alex si diverte a fare lo spavaldo come al solito.
《Si sono ricco, e anche abbastanza direi. Se vuoi fare un salto qui c'è posto per tutti, d'altronde la trovatella qui presente non è tanto male!》si riferisce a me.
Muoio dall'imbarazzo.
《Ehm, Lydia, devo lasciarti. Ci sentiamo domani》riattacco alla velocità della luce.
Non mi volto, non voglio vedere la sua espressione, immagino se la sia presa.
《Scusa, a volte parla troppo ma è solo curiosa》dico spostando lo sguardo da per tutto tranne che verso di lui.
《Sam, non mi sono offeso. È stato divertente. So come siete fatte voi ragazze. Ne ho avute abbastanza da imparare a capire che siete tutte pettegole》.
《Oh, io credevo di non essere come le altre!》rispondo a tono. Aveva lo scopo di essere una provocazione e poi volevo ricordargli di come mi aveva descritta. Non come le altre.
Si avvicina e lesto mi afferra nella sua presa ferrea. Mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia.
Mi cullo per qualche secondo.
I suoi muscoli contratti e gonfi sbattono sulle mie braccia minute.
《Hai scelto cosa indossare?》.
Scuoto il capo.
《Sbrigati o faremo tardi e io odio essere in ritardo》.
Il suo profumo mi penetra.
《Non è colpa mia se non mi lasci andare》.
Lui molla la presa in cui stavo così bene.
《Vado a vestirmi, dopo mi racconterai della tua amica》mi fa l'occhiolino. Questo mi tramortisce completamente. Mi chiedo perché ogni cosa di lui mi piaccia ogni giorno di più. Temo che possa andare troppo oltre.
《S-si, come vuoi》balbetto.
Che sciocca!
Lui sogghigna.
《Le piacciono i ricchi?》.
《No, non è così materialista, però ama la moda e la popolarità. Semplicemente le manco e voleva qualcosa di cui parlare. Immagino che si senta sola senza di me》ammetto e sospiro, abbassando lo sguardo. Ora mi sento meno sola ma pur sempre c'è un vuoto in me, un vuoto incolmabile.
《Tu ora ti senti sola?》domanda.
Scorgo una nota di malinconia e preoccupazione nella sua voce.
《Sicuramente non come all'inizio》.
Annuisce.
《Vorresti tornare a New York?》.
Non può avermi fatto una domanda del genere, anche se suonava più come un'affermazione.
《Li c'è mio padre, c'è la mia vita》affermo ovvia.
O almeno c'era la mia vita, penso. Non avrei comunque pensato di rimanere qui per sempre, ma non dobbiamo parlarne ora, anche perché se si fosse trovato nella mia stessa condizione, avrebbe fatto lo stesso. Non sarebbe di certo rimasto.
Sembra incupirsi, ma non può biasimarmi. Forse pensa che sia inutile intraprendere questa cosa che c'è tra noi solo per affezionarci di più l'uno all'altro e rimanerci male, e per un attimo ci ho pensato anche io, ma preferisco vivermi il presente.
《Alex, se non vuoi più uscire ti capisco ma...》.
Mi interrompe.
《No, vestiti. Dobbiamo partire tra mezz'ora o faremo tardi》dice e mi lancia un debole sorriso prima di uscire dalla stanza.
Io rimango a fissare l'armadio pensando contemporaneamente al fatto che abbia rovinato tutto e se indossare o meno il vestito nuovo, quello regalatomi da lui.
《Ti serve una mano?》domanda Megan sulla soglia della porta. Quasi sobbalzo da quanto ero presa dai pensieri. Spero che Alex non se la sia presa a male ma poi penso che è una cosa normale voler tornare dalla propria famiglia e se lui vuole continuare ugualmente ben venga, io sono disposta.
A cosa succederà preferisco pensarci al momento opportuno. Ho solo bisogno di tranquillità.
《Ehm, certo》rispondo.
Vorrei anche dirle come riuscire a  comprendere gli sbalzi d'umore di suo figlio ma mi limito a pensarlo.
Vedo che le brillano gli occhi, le fa piacere darmi dei consigli.
Alla fine optiamo per il mio nuovo vestito, semplice ed elegante, indossato con dei tacchi (non troppo alti altrimenti mi verrebbero le vertigini), che però mi vengono prestati da Megan. 
《Grazie, ne avvevo davvero bisogno. Con mia mamma non c'è mai stato modo di potermi preparare per un appuntamento》ammetto. Poi mi rendo conto di quello che ho detto.《Cioè, questo non è davvero un appuntamento, ma immagino tu abbia capito cosa intendo》mi correggo per non farla insospettire.
Sorride e annuisce.
Non so perché ne parlo ma non mi fa stare male come prima, forse sto elaborando la cosa e parlarne con una persona fidata e che conosceva la mia famiglia mi fa bene.
Avrei potuto incontrarli prima, in circostanze diverse, migliori. Mi domando come sarebbero potute andare le cose.
《Non devi ringraziarmi. Io e Jason volevamo molto bene ai tuoi genitori e gliene vorremo sempre. Ricordo che io e tua madre una volta ci imbucammo ad una festa, avevamo circa la tua età, e passammo tutto il pomeriggio a girare per i negozi per comprare dei vestiti adatti.
Incontrammo tuo padre e Jason ad un certo punto, i ragazzi più popolari della scuola nello stesso negozio dove andavamo a fare compere ogni weekend, ci sembrava impossibile!》sorride in preda ai ricordi. La sua voce piano piano si fa più flebile ma il suo sorriso non si spegne. 
Probabilmente questo ricordo le fa male quanto la fa felice.
《Tu sei di famiglia per noi e anche ad Alex stai facendo bene》ammette asciugandosi una lacrima. Vorrei piangere anche io. Non so quante volte ho desiderato spaccare tutto, perfino il letto su cui ora dormo.
Preferisco concentrarmi su ciò che ha detto: ad Alex sto facendo bene. Vorrei sorridere ma non lo faccio.
《Quindi non ti dispiace che io e lui usciamo?》esito nel dirlo.
《No affatto. Uscite solo da fratellastri, o da amici》dice in tono ovvio e mi viene una morsa al cuore. Se sapesse che ci siamo baciati.
Alex ci interrompe avvisandoci del tavolo prenotato.
Megan mi saluta con un abbraccio quasi asfissiante, che io ricambio. Avevo bisogno, anzi, anelavo l'abbraccio di una madre.
《Buona cena》dice.
《Per stasera posso prestarti la mia macchina.
Ah...trattala bene》si raccomanda Jason e dà una pacca sulla spalla a suo figlio.
《Sai che sono un ottimo guidatore》risponde Alex. Se solo sapessero delle corse credo lo chiederebbero in casa almeno fino al diploma.
《No, intendevo Sam》dichiara.
Io arrossisco leggermente.
Alex mi guarda di sottecchi.
《E ovviamente anche l'auto, ma sappi che qualsiasi danno sarà ripagato da te, perciò confido che starai attento》ghigna soddisfatto.
Alex spegne il suo entusiasmo.
Durante il tragitto ripenso alle parole di Megan su mia mamma, mi rattristano.
《Perché ti vedo pensierosa? Sei tra le nuvole. Hai cambiato idea?》domanda.
《No, non cambio idea da un momento all'altro》.
《Allora perché guardavi il vuoto?》.
Glielo potrei dire ma non voglio rovinargli la serata.
《Ero solo sovrappensiero》svio l'argomento e decido di intrattenere una conversazione. 
《Mi piace il tuo look. Oggi sei particolarmente elegante. Hai fatto del tuo meglio》lo osservo.
Lui si guarda fiero. 《Modestamente!》risponde compiaciuto.
《Comunque, ammetto che non vedevo l'ora che tu indossassi quel vestito, ti sta davvero bene》mi squadra da capo a piedi, distogliendo l'attenzione dalla strada. Mi ci vuole tutta la forza di volontà che ho per afferrare il volante e tenerglielo dritto.
《Ti sei bevuto il cervello? Stavamo andando fuori strada》.
《No, andavo dritto. Sto anche rispettando i limiti di velocità, altrimenti saremmo già arrivati》.
Forse sono un pò troppo impulsiva a volte, salire su un'auto mi fa ancora un certo effetto.
《Li rispetti solo perché tuo padre ti ha intimorito》.
Lui socchiude gli occhi.
Nessuno mi intimorisce》asserisce.
Scuoto il capo e alzo gli occhi al cielo.
《Mi piace quando lo fai》.
《Cosa?》domando.
《Quando alzi gli occhi al cielo. Ti fa sembrare altezzosa, ma mi piace》.
Io sorrido e credo mi abbia vista, però non sono riuscita a trattenermi.
《Comunque rispetto i limiti perché so che ti senti più sicura e non vorrei rischiare di farti prendere un infarto》.
Si preoccupa per me.
Considerando che siamo in ritardo di cinque minuti direi che gli interessa davvero che io mi senta sicura con lui, altrimenti davvero saremmo già arrivati da almeno dieci minuti.
È davvero possibile che Alex sia cambiato così radicalmente solo per me?
Nella mia testa c'è caos ma nell'abitacolo invece, il contrario. Alex è stato una di quelle persone che ti sconvolge la vita, qualcosa che non ti aspetti, qualcosa che non cerchi ma che poi arriva e non riesci a crederlo ma riesce a sorprenderti.
Per evitare il silenzio accendo la radio. Devo concentrarmi su qualcosa altrimenti i miei pensieri potrebbero continuare a vagare.
Le note di Never Say Never, dei The Frey mi distraggono.
Alex alza il volume.
《Hailey odiava questa canzone》ridacchia.
《È stupenda》.
《Sono d'accordo》risponde e inizia a canticchiare stonato alcune strofe. Io rido mentre guardo ogni suo movimento, ogni suo lineamento e mi perdo per un secondo nella sua bellezza.
Un secondo troppo lungo.
《Farai venire a piovere》.
《Sono così male?》domanda come se non potesse essere possibile.
Annuisco.
Lui sbuffa.
《Allora ascolti anche musica decente oltre a quei metallari pazzi》constato. 
Lui mi guarda di sbieco.
《Non dirlo mai più Samantha Logan》scandisce le parole. Io rido per la sua espressione accigliata, sembra un bambino a cui non è stato comprato il suo gioco preferito.
《Altrimenti?》lo sfido.
Lui ferma la macchina al lato della strada, si slaccia la cintura e mi assale facendomi il solletico.
Io lo imploro di smetterla mentre piango dal ridere.
《Questo è un colpo basso》dico tra le risate. Caccio un urletto quando tocca il punto sul fianco.
《No, questo era un colpo basso!》.
Io mi rannicchio in me stessa fin quando non sento le sue labbra sulle mie e capisco di essere rinchiusa tra lui e la portiera.
Mi fa impazzire.
I suoi baci, il suo odore.
Credo che lo spazio nella mia testa sia ormai dedicato per la maggior parte al costante pensiero del corpo di Alex su di me.
Mi passa la mano sulla coscia, avrebbe libero accesso alle mie mutandine visto il vestito che indosso.
"Non pensarci neanche" mi ordino.
《Ah Sam, mi ucciderai》ammette.
Io deglutisco la quantità sproporzionata di saliva che avevo accumulato, faticosamente.
Ci guardiamo negli occhi, la sua mano ancora sulla mia coscia, un pò all'intero e un pò troppo vicina ai miei slip.
Il momento deve finire qui.
《Alex, siamo già in ritardo》annuncio. Lui guarda l'ora poi si sposta da sopra il mio corpo e si rimette alla guida.
So che pensa qualcosa e che vuole dirmela.
《Ti ho messa a disagio, prima?》.
Ormai so capire certe sue espressioni.
《Forse un pò》dico sinceramente.
《Mi dispiace, non l'ho fatto a posta, ma non mi scuserò perché ti desidero Sam. Non ho mai desiderato una persona come desidero te》.
Credo di non capire fino in fondo.
《Cosa intendi?》.
Lui si passa la mano tra i capelli. È nervoso. Strano! Lo innervosisco.
《Intendo tutto. Provo delle cose per te, cose che nemmeno so spiegarmi ed è difficile per me ammetterlo: mi batte il cuore quando ti vedo, mi piaci perché sei diversa, sei profonda, mi piace guardarti studiare o gironzolare tra i corridoi della scuola, mi piace quando ti tocchi i capelli credendo che nessuno ti guardi e quando arricci il naso perché non sei d'accordo con quello che dico, mi piace quando in moto ti stringi forte a me perché hai paura, mi piacciono la tua tenacia e la tua forza d'animo che quasi sono invidioso perché sai cosa vuol dire perdere tutto e so che daresti tutta te stessa per gli altri, mi piace e allo stesso tempo mi irrita quando mi tieni testa, anzi mi fa andare letteralmente fuori di me; e sai cosa mi piace di più? Il fatto che desideri un amore come nei libri: tu sei sempre incantata nel tuo mondo, sei quasi strana, intrigante, assorta in una bolla. A te non piace fare quello che fanno tutti, non piace metterti in mostra, anzi preferisci il tuo angolino solitario. Tu sei speciale perché non sei uguale alle altre. E se vuoi saperlo, mi piace perfino quando mi gridi contro e sei la prima con cui provo certe cose, e ammetto che un pò mi infastidisce l'effetto che mi fai.
Mi piace tutto di te.
Ti voglio e basta》.
Ti voglio e basta.
L'eco di queste parole risuonano nella mia testa.
Potrei continuare a ripetermi questa frase milioni di volte che non mi basterebbe, potrei perfino prendere un ossessione.
Tutto ciò che ha detto mi stordisce. Cerco di ricordarmi a memoria tutte le sue parole. Rimango spiazzata, senza fiato, in un modo o nell'altro riesce a togliermelo.
Sento solo il battito del mio cuore tamburellante e la sua voce che ripete di continuo cosa gli piace di me.
Non credevo che mi avrebbe mai confessato una cosa del genere, almeno non così presto. Deve aver sbattuto forte la testa, o io devo avergli davvero stravolto le idee.
《Alla fine mi sono liberato di Hailey》continua.
《Era da tanto che avrei dovuto farlo, stava esagerando; non posso negare che stavo con lei perché dovevo fingere, per mantenere la mia popolarità, ma non si viene ricordati perché si sta con una bella ragazza o perché si è dotati di un bel fisico. Poi non mi è mai piaciuta veramente, mi piaceva il fatto che fosse una facile》ammette senza troppi problemi.
Vede però la mia espressione contrariata, anche se so che vuole aggiungere altro.
《Non pensare male di me, con te so di dover andare piano. Tu non sei come le altre e so che suona da solita frase banale ma è la verità. Se ti avessi conosciuta prima non mi sarei azzardato minimamente ad uscire con te perché non avrei sopportato di sforzarmi per ottenere l'accesso tra le tue gambe ma adesso semplicemente non mi importa. Con lei era solo sesso, con te so che è diverso e mi va bene》.
Non so se si possa cambiare così in fretta ma forse per qualcuno a cui si tiene si, e forse, anche se non voglio illudermi, Alex tiene a me davvero così tanto come dice e mi piace che abbia deciso di non essere così scontato come molti.
Io mi sono limitata ad ascoltarlo, non parliamo più per tutto il tragitto, anche se ogni tanto, delicatamente e quasi impercettibilmente, facciamo toccare le nostre mani.
Vedo che cerca di nascondere un sorriso.
Quando arriviamo al ristorante sgrano gli occhi, la vista dà sul mare e le pareti essendo fatte di vetro ci offrono libero accesso alla visuale. Al soffitto è appeso un enorme lampadario di cristallo con una luce soffusa e al lato destro un acquario di pesci tropicali.
Ai tavoli, tutti rotondi con tovaglie di seta beige, cenano imprenditori con le famiglie, parlando talmente a bassa voce che quasi sembra che nella sala ci sia silenzio.
Da sottofondo, la musica di un violino, suonata da un violinista.
Ci accoglie uno dei camerieri che sembra quasi essere un valletto.  Tutto qui grida "shiccheria".
Le vetrate sono la parte migliore. Siamo al piano di sopra con la città che si stende sotto i nostri occhi.
Tutto al di sotto di noi è come una macchia, un alone di luci e voci.
I grattacieli fanno da sfondo.
Mi ricorda New York.
《È come essere in un sogno》.
《Sapevo ti sarebbe piaciuto》.
《Si, però non avresti dovuto portarmi qui. Spenderemo una fortuna. Non sono da tante cerimonie, mi sarei accontentata anche di un hamburger》.
Lui mi poggia le mani sulle spalle.
《Basta, non voglio che ti accontenti. Voglio che ti goda la serata, al resto penserò io》.
Il cameriere ci fa accomodare.
Io continuo a guardare il panorama. Inevitabilmente i miei pensieri vanno alla mia vecchia vita: da una parte c'è papà, c'è il mio passato, ma c'è anche l'oblio, dall'altra c'è Los Angeles, ci sono i Montgomery, i miei compagni di scuola...e c'è Alex.
Da una parte il mio passato e dall'altra, forse il mio futuro.
Non dovrei pensarci.
Voglio pensare a ricordi felici.
Non vorrei che l'appuntamento finisse in una valle di lacrime.
Quando ci viene portato il menù, ci impiego minuti solo per leggere tutto ciò che c'è scritto sopra.
Le portate sono infinite.
C'è l'imbarazzo della scelta.
Alex sa essere raffinato quando si impegna.
Lascio decidere a lui, almeno gli antipasti.
《Mi fido del tuo gusto culinario》.
Infondo, non sarà la prima volta che frequenta questo tipo di luogo.
《Sono lusingato》sogghigna.
Sembra tutto così strano, io e lui qui.
《Hai detto di noi ai tuoi amici?》domando. Sono curiosa di sapere cosa e quanto ha raccontato.
《No, ma solo perché tra noi non c'è ancora niente. E comunque, per loro potrebbe sembrare...strano》si azzarda a dire. Non dovrebbe essere strano che due persone si frequentano, ma forse risulterebbe strano sapendo che viviamo nella stessa casa.
Evito di parlarne, almeno fin quando tra noi non ci sarà effettivamente niente di concreto.
Durante una portata e l'altra parliamo di tutto, scuola, futuro (più lui che io visto che non saprei proprio cosa dire, so solo che dopo il diploma vorrei iniziare il college, ma ancora non so di preciso cosa), parliamo perfino di quando Alex si fece male giocando a football o di come ha avuto inizio la sua passione per le corse clandestine, semplicemente per caso scoprirono il posto e siccome Alex è molto bravo a guidare ha incominciato, ma quello di cui non abbiamo mai accennato è il mio incidente o il mio passato, come se fosse un argomento proibito. Magari le persone hanno paura a chiedermi di parlarne perché temono possa rompermi in mille pezzi. Tanto sono già rotta. Se ultimamente lo sono meno è perché le persone che mi stanno attorno provano a farmi sentire meno persa.
Per un secondo temo che Alex lo stia facendo per questo, solo perché ha avuto il compito dai suoi genitori.
Forse è così, ma le cose che ha detto prima non era obbligato a dirle, portarmi fuori a cena non per forza fa parte del provare a cambiare il modo in cui mi sento.
《La serata potrebbe diventare troppo drammatica se ti parlassi di mia madre?》domando.
Ho bisogno di parlarne con qualcuno.
Lui sembra scosso dalla domanda, probabilmente pensa possa essere triste per me.
《No. Vorrei sapere di lei》ammette.
Le immagini sfocate dell'incidente mi assalgono.
《Mamma era una donna eccezionale. Era sempre disponibile per tutti, per gli altri avrebbe fatto qualunque cosa. Era solare, divertente, anche molto più di papà. Io le somiglio molto e quando mi guardo a volte mi ci rivedo e mi manca ancora di più, mi manca terribilmente e a volte ho paura che la sua mancanza mi divori.
Sia lei che io siamo testarde, anzi, lei lo era, perciò litigavamo di continuo》sorrido a questo ricordo.  Sento l'amaro delle parole e il sapore del sale in bocca.
Alex mi asciuga una lacrima.
Sono contenta che ci sia lui qui di fronte.
《Mio padre voleva mettere pace e dava ragione a me anche non sapendo il motivo della discussione, e ricordo che lei si arrabbiava tanto da tenerci il muso per giorni. In realtà quella era la cosa che più mi piaceva perché nei giorni seguenti provava di tutto per mettere le cose a posto.
Eravamo molto uniti.
Però ultimamente io e lei non ci
parlavamo molto》.
Alex ascolta senza parlare, interessato.
《Ero sempre impegnata con la scuola, oppure uscivo per ore. Mi ero distaccata.
A volte penso a lei, a cosa avrei potuto dirle quella notte, avrei potuto dirle che le volevo bene...anche se questo non sarebbe servito, almeno sarebbe morta sapendolo》.
Per la prima volta ammetto a me stessa che mia madre è morta, non è facile ma ammetterlo significa alleggerire me stessa da quel peso sullo stomaco.
Lui mi prende la mano e contemporaneamente le stringiamo.
《Lei lo sa, parli di lei con troppa felicità. È normale passare una fase in cui si vuole il proprio spazio, siamo ragazzi, io ho iniziato ad avere questa fase da quando ho iniziato le medie》ridacchia.
Alex ci prova, ma nessuno può davvero capire come mi sento.
《La morte di una persona cara è sempre difficile da superare qualsiasi sia la situazione. Tutti cadiamo, ma l'importante è rialzarsi》.
Giusto.
Tutti cadiamo, questa volta io sono crollata, non semplicemente caduta, e anche se mi sembra impossibile, so che questo vuoto prima o poi sarà in parte colmato.
Non volevo che la conversazione assumesse questo tono drammatico e il proposito di rendere leggero l'appuntamento è fallito, ma Alex sembra non farci caso.
Ha detto che gli faceva piacere sapere di lei ed io avevo bisogno di lasciar uscire il dolore.
Tenere dentro un tale peso faceva solo che farmi stare peggio.
《Sam, questo non significa dimenticarla, significa andare avanti》aggiunge.
Io gli sorrido.
Da quando è diventato l'Alex per cui potrei provare qualcosa?
Dopo la cena ci incamminiamo per passeggiare e per digerire tutte quelle portate. Alex accompagna la serata con dei rutti e io scoppio a ridere.
《Stavi andando bene fino a un secondo fa》.
《Ruttare fa parte di me》risponde con poca cura. Io alzo gli occhi al cielo.
《Con Hailey non ero mai uscito fuori a cena. In realtà con lei non facevo nulla di speciale. Ovviamente puoi immaginare in che cosa era brava ma mi sono reso conto quando ti ho incontrata che il nostro non era un vero rapporto》si confida.
《In realtà lo sapevo già, ma tu mi hai spinto a cambiare》.
Ogni volta che lo guardo negli occhi vedo qualcosa in lui, come se lo vedessi veramente e questo mi fa battere il cuore.
Vorrei sapere che cosa di me gli piace a tal punto da volermi, ma non ho il tempo di chiederglielo perché il suo cellulare squilla.
Non risponde, ma subito dopo un secondo lo richiamano.
《Forse è importante》dico.
《Non fa niente》riattacca.
Sta per dirmi qualcosa ma arriva anche la terza chiamata.
Non c'è due senza tre così gli prendo il telefono in mano e rispondo senza neanche vedere il nome.
《Pronto?》.
《Sam?》domanda Liam, probabilmente spaesato.
Continuo la conversazione poi chiede di passargli Alex e faccio come dice.
Volente o nolente risponde e si allontana per parlare, vorrei sentire cosa dice ma non mi va di essere intrusiva perciò aspetto. Dopo qualche secondo riattacca su di giri.
《Che succede?》.
《Tra poco c'è una gara ma non mi va molto di andarci》.
《Perché?》domando stranita.
Si gratta la testa, come se fosse in imbarazzo.
《Perché sono qui con te》ammette.
Giusto, questo è il punto critico di Alex: dividersi tra me e le gare.
Per quanto mi piaccia sentirmi messa al primo posto, la sua vita è questa, e non so se voglia cambiare tutte le sue abitudini nonostante me, e nemmeno voglio essere quella che glielo impedisce.
《Vengo con te》.
Le parole mi escono dalla bocca più velocemente di quanto ci metto a realizzarle.
È attonito quanto me ma adesso non posso tirarmi indietro.
《Credevo che non appoggiassi la causa》.
《È così, è sbagliato però se per te è così importante...》. Sarò uscita anche io fuori di testa ma costringerlo a privarsi di qualcosa che fin'ora è stata un'abitudine finirebbe per farmi odiare. Prima di me era così, magari col tempo smetterà, ma fin'quando non lo deciderà lui non voglio che si senta costretto.
Prende la macchina, questa volta però noto dal percorso che ci stiamo dirigendo in un posto diverso. Chiedo spiegazioni.
《Ci dovevamo allontanare, eravamo troppo vicini a zone residenziali, la gente sentiva il casino e la polizia ha fatto dei controlli》.
Quasi sprofondo nel sedile.
《Ma va tutto bene, tranquilla》cerca di calmarmi facendo anche un occhiolino, inutilmente.
Arriviamo e con mia sorpresa trovo anche Janet; in effetti, avrei dovuto immaginarlo dato che sembra che lei e Logan siano una cosa sola ultimamente.
Perfetto, adesso siamo tutti presenti!
《Sam, che sorpresa! Credevo non fossi d'accordo con tutto questo》.
《Infatti, solo che ero con Alex e...》.
《Cosa?》lancia un grido entusiasta.
Già, non le avevo detto dell'appartamento. Svio l'argomento dicendo che le spiegherò meglio quando saremo da sole.
Strizza gli occhi.
《Ci conto! Voglio ogni dettaglio》.
《Non c'è niente di eclatante da sapere, siamo andati a cena》.
《Sono sicura che ti verrà in mente qualcosa, non credo sia stato così noioso come primo appuntamento》.
Prima che possa rispondere, la solita groupie si pizza in mezzo alla pista per dare il via.
《Adesso gareggerà Logan》dice lei elettrizzata.
《È nella Dodge nera》indica e mi prende per avvicinarci, anche se con tutta la folla non riusciamo a vedere quasi nulla.
《Ragazze, venite di qua》dice Alex e ci guida attraverso un varco che le persone hanno creato, e facendoci spazio tra esse riusciamo ad arrivare in una posizione privilegiata per guardare.
Logan al "via" scatta. È bravo e prende le curve abbastanza strette per guadagnare terreno e accelerare subito dopo.
Janet fa il tifo per lui gridando "vai Logan" oppure "sei il migliore", poi si contorce le mani quando lo sfidante cerca di buttarlo fuori strada.
《Forza vai》grida ancora.
《Sai che non può sentirti?!》.
《Lo so, è la frenesia del momento》risponde lei ridacchiando.
Alla fine, usando la stessa tec di Alex, ovvero accelerare solo quando è vicino alla linea del traguardo, vince. Il suo sfidante lo conosco, è un ragazzo della scuola che segue il corso di algebra con me. Direi che almeno metà della scuola è popolata da coloro che si trovano qui stasera.
I ricchi hanno modi strani di divertirsi e per giunta, più soldi hanno, più ne vogliono!
Janet, prima agitata, ora è in estasi.
Tutti si accalcano intorno a Logan che riscuote la vincita.
Adesso tocca ad Alex.
《Mi raccomando, goditi lo spettacolo》mi sussurra prima di mettersi alla guida. Il suo profumo lascia una scia intensa, riesco solo a pensare al fatto che vorrei averlo addosso.
Alla partenza come al solito mette in atto la sua tattica ma l'altro sfidante non gioca secondo le regole; avvicinandosi sempre di più all'auto di Alex che per poco non finisce fuori strada, infatti sbanda e il fiato mi si mozza in gola ma poi accelera, lo raggiunge e taglia il traguardo, grazie anche al fatto che il tizio prende troppo larga l'ultima curva, cosa che serve a rallentarlo.
Appena esce dalla macchina, un mucchio di ragazze gli corre incontro e quasi gli salta addosso, alcune parlottano di quanto sia bello, con tanto di commenti su cosa farebbero se lui fosse senza vestiti.
Gli lancio delle occhiatacce, più che altro perché urlano i dettagli.
Tutti lo adorano e i suoi amici si congratulano. Una volta avuto il denaro, ce ne andiamo.
《Che scarica di adrenalina! Quello stronzo voleva mandarmi fuori strada, hai visto》. È ancora su di giri.
Annuisco.
《Che succede?》domanda, dopo aver sicuramente notato che mi sono incupita.
《Hai rischiato molto stasera, se quel tizio ti avesse mandato fuori strada avresti potuto farti male》.
Lui sbuffa.
《Ma non è successo Sam. Gareggio da più di un anno ormai e non è mai successo nulla》.
Da più di un anno?
Ed io che credevo che potesse smettere. Gareggia da un anno e ancora continua, questo vuol dire che non si stancherà facilmente.
《Perché magari hai avuto fortuna》faccio notare. 
《Se non ti va bene quello che faccio allora perché sei voluta venire stasera?》domanda seccato.
《Perché non volevo che ti sentissi in obbligo di rimanere con me quando sapevo che in realtà volevi andare》ammetto.
Lui contrae la mascella.
《Ti avevo detto che avrei preferito stare con te che andare, quindi non mi sarei sentito in obbligo. Ma comunque non voglio darti certezze, non posso prometterti che smetterò》.
Non mi aspettavo che me lo promettesse, solo che ci speravo.
《Lo so. Voglio solo che tu sappia che ho avuto paura per te, prima》confesso.
Lui mi osserva per qualche secondo, poi rientra in casa.
Non so perché, ma ho paura di aver rovinato qualcosa.....

𝑷𝑬𝑹 𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 𝑻𝑼𝑨Where stories live. Discover now