VIII: Halloween Party

2.9K 155 94
                                    

Dalla strada le luci colorate e la musica ad alto volume mostravano chiaramente quale fosse l'appartamento in cui si stava svolgendo la festa. Vittorio salì le scale insieme a Livia e quando arrivarono suonarono il campanello aspettando che la porta venisse aperta.
<< VITTO!!!>> disse Carolina vestita da angelo a voce altissima, dopo aver aperto la porta.
<<Ehi Carol>> rispose il ragazzo<< possiamo entrare?>>
Carolina fece di sì con la festa mentre portava un bicchiere trasparente pieno di liquido rosa alla bocca <<Senti, so che sei appena arrivato, ma non è che mi aiuteresti a cercare Noah, non so dove sia>>
<< va bene... ma a proposito di Noah, gli hai parlato?>> chiese Vittorio
Carolina lo guardò e poi scosse lentamente la testa, colpendo Vittorio con i capelli
<< ma hai bevuto?>> chiese il ragazzo notando qualcosa di strano nei movimenti della ragazza.
Carolina gli si avvicinò all'orecchio e a bassa voce disse << solo un pochino>> per poi scoppiare a ridere improvvisamente.
Vittorio allora si voltò verso Livia per chiederle di aiutarlo, ma a sua grande sorpresa non la trovò e allungando il collo notò che era andata a parlare con Penelope. Vitto sorrise, era felice che finalmente Penelope fosse riuscita ad aprirsi a tutti e che non era più la stronzetta viziata che era quando stava con Noah. Forse era proprio lui a renderla peggiore, non il contrario come Carolina aveva sempre affermato.

Il ragazzo allora si voltò di nuovo verso l'amica ubriaca, ma stranamente non si trovava più dietro di lui e dopo averla cercata invano per tutta la casa decise di controllare in cucina, nella quale però trovò una sgradevole compagnia.
<<Ehi>> disse Noah mentre sedeva sulla penisola della sua cucina.
<<Oh ciao>> rispose Vittorio con un tono sorpreso ma anche scocciato
<< Georgie?>> chiese Noah indicando l'impermeabile giallo che indossava Vittorio come costume di Halloween
<< Satana?>> rispose Vittorio indicando le corna rosse che invece indossava Noah.
<< Come va?>> chiese il ragazzo sorridendo
<< tutto bene, cercavo solo dell'acqua, sul tavolo di là ci sono solo alcolici>> mentì Vittorio.
Nonostante fosse contrario la relazione di Noah con Carolina, sapeva quanto Carolina odiasse far sapere agli altri che era ubriaca, e nonostante non capisse il perché beveva in primis, rispettava il volere dell'amica, a differenza del ragazzo che si trovava difronte a lui.

Noah sbuffò sorridendo e allungandogli il suo bicchiere << tieni, bevi dal mio se non ti fa schifo>>
Vittorio lo ringraziò, prese il bicchiere e guardò Noah negli occhi che dopo qualche minuto di silenzio, gli chiese << ti stai divertendo?>>
<< sì certo, tu?>>
<< devo dire di sì anche io?>>
<< okay...>> rispose Vittorio alzando le sopracciglia, per poi fermarsi a guardare Noah, non capiva se stesse dicendo tutto ciò perché effettivamente lo pensava o se lo diceva per fingersi il classico stereotipo vivente,
<< cosa c'è? Non mi credi?>>
<< sai cosa? No, non ti credo.>>
Noah aggrottò le sopracciglia perplesso, ma non disse nulla e lasciò parlare Vittorio
<< Non ti credo. È palese che tu non provi effettivamente ciò che dici. Vuoi solo sembrare figo agli occhi degli altri, ma con me non funziona. Sono cresciuto a pane e falsità>>
<< wow ecco allora perché sei così stronzo>> disse ironicamente Noah
<< ah io sono stronzo? Beh l'ultima volta che ho controllato non ero io quello che andava in giro a ingravidare ragazzine>> disse Vittorio arrabbiato e cercando di mettere alla prova Noah
<< cosa?!>> chiese allarmato il ragazzo
<< Carolina è incinta>>
< Non è possibile. Sei serio?>> disse spaventato Noah.

Vittorio capì che aveva appena fatto una stupidaggine non appena vide la faccia di Noah e dopo qualche secondo rispose sospirando <<No. È una cazzata>>
<< ma che cazzo? Ma sei scemo?>>
<<io no, ma forse tu sì. Insomma non sono io quello che ha fatto sesso non protetto con una, nonostante lei avesse esplicitamente chiesto di usare il preservativo>>
<< e tu che cazzo ne sai?>>
<< ah sai, Lunedì sono stato al consultorio con lei per tipi due ore, perché credeva di essere incinta>> rispose fermamente Vittorio lasciando senza risposta Noah, che però dopo qualche minuto rispose, anche se sapeva di essere nel torto
<< beh se non voleva rischiare non doveva neanche chiedermi di farlo.>>
Vittorio non riusciva a credere alle sue orecchie e guardando Noah dritto negli occhi gli rispose aggressivamente << okay calma un attimo. Hai letteralmente rischiato di rovinare la vita di una 17enne solamente perché con il preservativo "non sentivi" e ora è colpa sua? Wow il privilegio maschile si fa sentire e anche tanto>>
<< Privilegio maschile? Ma se anche tu sei un maschio!>>
<< sì ma almeno non me ne vado in giro a rischiare di ingravidare chiunque>>
<< ah forse perché sei finocchio?>> urlò Noah sentendosi sotto pressione e non sapendo cos'altro dire.

Calò il silenzio, Vittorio lo guardò dritto negli occhi e dopo qualche minuto scoppiò in una rumorosa risata e disse ciò che pensava con tono sarcastico, ma pur sempre pensandolo.
<< Ma sei serio? No ti giuro voi ragazzi cis etero siete incredibili e guarda caso sei pure ricco e bianco. La combo perfetta. Già che ci sei perché non vai davanti ad una clinica abortista a lanciare pannolini sporchi di sangue finto a chi ci esce? O magari potresti andare sulla tua barca a vela in Liguria a bere champagne, a mangiare ostriche e a lamentarti di quanto nella tua città ormai i bianchi siano diventati una minoranza etnica. Smettila di comportarti da viziato e cresci un po'.>>

Noah rimase in silenzio e nonostante Vittorio si aspettasse una di quelle sue risposte asciutte e insignificanti, l'unica cosa che ottenne fu il silenzio.
Ad un certo punto Noah scese dalla penisola della cucina , si avvicinò a Vittorio guardandolo negli occhi e poi si avviò verso la porta.

Vittorio era riuscito nel suo intento, aveva fatto star male Noah come lui aveva fatto star male Carolina, ma non era soddisfatto come credeva. Odiava quel silenzio, voleva sentire la sua voce, voleva comunicare con lui, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo e attaccarlo era l'unico modo che aveva per poter parlargli.
Quel silenzio lo faceva sentire incompleto, lo stava mangiando dentro. Era riuscito a costruire un legame con Noah, ma a causa della sua solita tendenza all'esagerazione, l'aveva distrutto.

<< Aspetta>> sentì Noah provenire da dietro le sue spalle << mi dispiace, non volevo attaccarti così duramente; non te lo meriti, nessuno se lo merita>> il ragazzo si voltò verso Vittorio che aveva appena finito di scusarsi e disse << hai finito?>>
<< no>> rispose Vittorio << non ho finito. Ti sei comportato da stronzo e questo è un dato di fatto, ma io non mi posso permettere di dirti quelle cose e sappi che molte delle cose che ho detto non le penso neanche.>>

<< Sai cosa detesto di te?>> lo interruppe Noah lasciandolo a bocca aperta << questo tuo costante bisogno di sembrare perfetto. Perché ti interessa così tanto proteggere i "più deboli"? Perché hai questa sindrome della crocerossina? Perché chiedi sempre scusa? Perché non riesci a capire che come il mondo è imperfetto, anche tu lo sei>>
Questa volta fu Vittorio a rimanere senza parole. << Hai una personalità stupenda, falla vedere a tutti>> continuò Noah <<e soprattutto non chiedere scusa solo perché l'hai fatto>> e dicendo ciò uscì dalla cucina, lasciando Vittorio lì da solo a pensare a ciò che gli era appena stato detto.

Amore & PsicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora