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Anche questa os veloce, scritta di getto, una storia nella storia del capitolo prima.

Quando l'aveva portato fuori a guardare il cielo e le stelle, Sirius era rimasto colpito.
All'inizio veniva da ridere a entrambi, soprattutto stando con la testa all'insù mentre le altre persone li guardavano straniti. Poi si erano abbracciati forte e tutto era sembrato meno strambo.
Remus, dal nulla, aveva parlato: "Ma tu le guardi mai le stelle? Sono così belle"
Sirius aveva scosso la testa: amava la luna e ogni tanto si perdeva in essa, ma non aveva mai davvero prestato attenzione, salvo in rari casi, alla bellezza infinita che era il manto stellato.
Ancora silenzio.
"Il mio nome, Sirius, deriva da quello di una stella." Aveva esordito poi il moro.
"Oh, davvero? Che bella cosa..."
Erano rimasti a sorridersi, così, qualche secondo. Forse qualche minuto. Non lo sapevano nemmeno loro. Ma si sorrideva in quel modo strano, con quei sorrisi ebeti tipici di chi non sta capendo nulla ma al contempo sta capendo tutto.
Ancora silenzio.
Remus aveva mormorato qualcosa, Sirius non l'aveva capito e allora il biondo aveva ripetuto: "Questa, quello- indicò il cielo- è libertà. Il cielo, le stelle, è libertà. La mia libertà."
E mentre lo diceva si era voltato verso Sirius. Erano così vicini, così tremendamente vicini.
E proprio in quel momento particolare, non imbarazzante perché l'alcol stava ovattando il tutto, era arrivata un'amica del fratello di Marlene con un altro tizio presente alla festa.
Lui aveva riconosciuto Sirius, si erano presentati qualche ora prima, così si era lasciato scappare un "Siete così belli insieme..."
Sirius aveva tremato, non sapeva se per il freddo o se per quella verità. Erano davvero belli, insieme, loro due.
"Dai, ti presto la mia giacca, la tua di pelle è troppo leggera. Vieni, l'ho appesa giù."
Sirius aveva realizzato di aver perso un occasione che non sarebbe ricapitata facilmente... forse.

Wolfstar - one shotWhere stories live. Discover now