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Fece scroccare il collo con un moto di sollievo, ma la schiena gli faceva male comunque.
Si guardò allo specchio e notò nel riflesso solo un uomo stanco e mal ridotto.
Come aveva fatto a ridursi così?
La risposta arrivò veloce e pungente appena abbassò gli occhi sulla foto che si ostinava a tenere sul comodino.
Non aveva mai avuto il coraggio di toglierla o di toccarla, e per questo era coperta da uno strato di polvere.
E lì, in quella piccola foto, c'erano due giovani ragazzi di diciotto anni.
Era passato così poco tempo... Così pochi anni.
Prese la cornice tra le mani e un moto di rabbia mista a tristezza lo avvolse in un abbraccio. Avrebbe preferito altre braccia intorno a lui, quella mattina.
Lanciò la cornice a terra e pezzi di vetro schizzarono ovunque.
Non gli importava.
Potevano restare lì a tagliargli i piedi quando passava, per quel che lo riguardava.
Voleva solo un bacio.
Un abbraccio.
Un "Ciao".
Un "Mi manchi".
Voleva solo Sirius.
Ed invece no, perché il suo uomo, quello che credeva l'unica persona in grado di amarlo, era rinchiuso in una cella di un sudicio carcere.
Il motivo non aveva nemmeno il coraggio di ricordarlo.
E allora scivolò lentamente a terra, Remus, appoggiandosi alla parete, lontano dai cocci taglienti.
Scivolò lentamente a terra con le lacrime a rigargli le guance, perché lui voleva solo avere ancora quel cagnaccio lì con lui.

Wolfstar - one shotWhere stories live. Discover now