151

330 36 9
                                    

One-shot da 1187 parole scritta di getto. Questa raccolta va avanti da anni e gli aggiornamenti regolari sono ormai un lontano ricordo, ma ciò non significa che la mia ispirazione sia morta del tutto. Ogni tanto arriva, mi colpisce con forza e mi fa scrivere, e mi va bene così. Non posso promettere che aggiornerò nuovamente a breve, ma posso giurare che il mio immenso affetto per Sirius e Remus non è mai morto. Con amore e malinconia vi auguro una buona lettura,

L'autrice, Selene.

Sirius sforzò la chiave nella serratura, borbottando insulti al lampione rotto che non era ancora stato riparato nonostante le molteplici lettere di lamentela inviate da Remus e dai loro vicini di casa. Erano passati quattro mesi da quando Sirius era partito per quella folle missione per l'Ordine e il fatto che quel dannato lampione fosse ancora lì con la lampadina fulminata lo irritava profondamente.

L'uomo tirò un sospiro di sollievo quando la serratura scattò e la porta si aprì, poi entrò in casa e respirò a pieni polmoni l'odore di Remus, che inondava l'ambiente. Sirius sorrise, gli occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime mentre realizzava di essere davvero tornato vivo dal suo Rem. Era finalmente a casa, casa sua.

"Rem? Amore? Sono a casa..." gracchiò Sirius, mentre si incamminava nel corridoio sbirciando dalle porte delle sala e della cucina. Considerata l'ora, era assai probabile che Remus fosse nella loro camera da letto al piano di sopra, o a leggere un libro o già profondamente addormentato.

Sirius salì le sale con un sorrisetto, nonostante la stanchezza lo stesse consumando, e chiamò a gran voce Remus. Quando sentì il rumore dell'acqua della doccia la sua mente deviò immediatamente all'immagine del suo futuro marito decisamente nudo con la schiuma dello shampoo sui capelli fini e il viso arrossato dal vapore caldo. Sirius sentì un brivido di eccitazione corrergli lungo la spina dorsale, mentre al contempo una dolce sensazione gli scaldava il petto: Remus gli era mancato più dell'aria quando si è sott'acqua.

Si erano accorti solo al quinto anno a Hogwarts che l'amicizia tra loro non era uguale a quella con gli altri Malandrini. Remus sentiva la mancanza di Sirius anche mentre era immerso nelle sue letture extra scolastiche in biblioteca e Sirius non riusciva ad andare a dormire senza la buonanotte di Remus, buonanotte che consisteva in un bacio sulla guancia riservato esclusivamente al non più futuro erede della nobile famiglia dei Black.

Ci erano voluti parecchi altri mesi prima che trovassero il coraggio di parlare di quei loro sentimenti di cui tanto si vergognavano e qualche settimana affinché Sirius prendesse Remus di soppiatto alle spalle, lo trascinasse in dormitorio durante le lezioni e gli chiedesse ufficialmente di fidanzarsi. Quando finalmente avevano avuto il coraggio di dirlo a James e Peter era ormai estate inoltrata.

Qualche mese prima della fine del settimo anno e dell'avvento degli esami, Sirius e Remus avevano concordato di andare a vivere insieme una volta finita la scuola. Con la fortuna che lo zio di Sirius gli aveva lasciato in eredità avevano comprato una casa piccina ma su due piani in un quartiere babbano di Londra ed era stato davvero bello traslocare lì, finalmente insieme, con l'aiuto di tutti gli altri loro amici. Remus aveva riempito il salotto di libri, Sirius aveva attaccato poster per tutta la camera padronale ed un giradischi era stato incastrato alla perfezione tra il divano e il muro, così che ogni sera la casa venisse invasa dalla musica. La credenza della cucina era piena di tea dai mille gusti per Remus, dei mille tipi diversi di caffé per Sirius e sotto la scala nel ripostiglio era tenuta la scopa di Sirius per il Quiddich, così che potesse portarsela dietro quando andavano a trovare Lily e James.

Sirius si riscosse da quei dolci ricordi e si sbrigò a svestirsi, appallottolò i vestiti sul pavimento e si infilò nel bagno cercando di fare meno rumore possibile. L'orecchio lupino di Remus, però, lo senti ugualmente e l'uomo sorrise continuando a far finta di non aver assolutamente notato la presenza del suo fidanzato nel bagno. Sirius aprì l'anta della doccia con un sorriso e abbracciò da dietro Remus, che si lasciò andare contro il suo petto e si beò del bacio a labbra aperte che il moro gli lasciò sul collo.

Quando Remus si voltò per guardare in viso il suo bel Sirius, sussultò sorpreso: da quella missione Sirius era tornato con almeno sette tatuaggi in più, oltre che qualche cicatrice di troppo. Remus adorava i tatuaggi di Sirius, venerava quel corpo tonico e slanciato, quei muscoli definiti ma non troppo, quella pelle diafana che amava marchiare con morsi leggeri, graffi, succhiotti che indicassero quanto Sirius fosse suo e solamente suo. Non era mai stato un tipo possessivo Remus, se non con i suoi libri, ma per Sirius aveva sempre provato quel bisogno quasi ossessivo di chiarire come Black fosse suo. Lily sosteneva fosse il suo lato da licantropo a spingerlo a quel comportamento, ma Sirius era sempre stato certo che Remus fosse semplicemente un bastardo dominante.

Remus fece scorrere le mani sul corpo dell'altro con un sorriso sincero e ubriaco di amore stampato sul volto, disegnò i contorni di quei simboli di inchiostro nero e affondò le unghie nella pelle dei fianchi di Sirius prima di tirarselo addosso, facendolo gemere di sorpresa - un po' per il dolore ed un po' per il piacere. Si baciarono con prepotenza, bisognosi di contatto dopo tutto quel tempo separati, ma fu Sirius a interrompere il bacio prima del dovuto.

"Guarda, l'ho fatto per te" sussurrò con dolcezza a Remus, prendendogli una mano per portarsela sul costato, sotto il pettorale sinistro. Lì, sulla pelle candida, Sirius si era fatto tatuare uno spicchio di luna stilizzato, sopra il quale aveva fatto scrivere con lettere eleganti 'Remus' e sotto il quale invece capeggiava una scritta che lasciò Remus a boccheggiare senza parole sotto il getto d'acqua. Remus ingoiò il groppo di saliva che gli si era fermato in gola, poggiò la mano sul retro del collo di Sirius e si avvicinò a lui per poggiare la fronte sulla sua, dato che non gli rimanevano che i gesti per esprimere ciò che sentiva in quel momento. I membri dell'Ordine avrebbero ucciso Sirius appena sarebbero venuti a sapere del tatuaggio, che rivelava decisamente troppe informazioni personali, ma ormai era lì e se lo sarebbero fatti andare bene.

"Sei scemo? L'hai fatto davvero?" mormorò Remus quando riprese la capacità di parlare. Sirius ridacchio, le guance arrossate, poi annuì e trattenne il fiato quando le braccia di Remus lo circondarono stringendolo forte, mentre finalmente si lasciava andare a dei singhiozzi. Il suo Sirius era lì, tra le sue braccia, sano e salvo, e con un tatuaggio che recitava 'Neanche la morte riuscirà a separare le nostre anime'. Si lavarono in fretta, uscirono dalla doccia di corsa rischiando di scivolare e si asciugarono con un incantesimo, così da potersi infilare sotto le coperte il più in fretta possibile. Avevano bisogno di sentire le loro pelli a contatto, senza niente a separarli.

Si addormentarono senza fare l'amore, cullati da una moltitudine di baci e dal calore del piumone, mentre fuori dalla finestra, nel cielo notturno di una notte limpida sopra una Londra addormentata e per pacifica, uno spicchio di luna brillava nel cielo. E per Sirius e Remus quella era la felicità, la più pura che esistesse, quella che ti scalda il cuore e che ti fa realizzare che, indipendentemente da come andranno le cose, non sarai mai completamente solo al mondo, perché ci sarà sempre un'anima irrimediabilmente legata alla tua con un filo indistruttibile.

Wolfstar - one shotWhere stories live. Discover now