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I giorni si susseguivano uno dopo l'altro su quel calendario.
Lenti.
Silenziosi.
Falsi.
L'orologio appeso sulla parete ticchettava, i secondi troppo lunghi.
Tic-Tac.
Ti si insidiavano in testa.
Troppo identici.
Il letto sempre sfatto, ordinato nel suo disordine.
Odori.
Amore.
Lacrime.
Il cielo scuro, giorno e notte. Senza stelle. Solo nuvole.
Spettatore.
Racconta storie.
Amico.
Il cuore spento, quasi in bilico tra provare emozioni e annullarle.
Parole.
Risate.
Vuoti.
Animi e corpi che si cercavano, non si volevano lasciare. Anime e corpi che lottavano per non perdersi.
Rimpianti.
Ferite.
Stanchezza.
Menti decise a dimenticarsi. Lontananze decise a farsi sentire.
Odio deciso a sopraffare l'amore.
Sbagli.
Errori.
Stupidità.
La vita ora troppo monotona per chi viveva al giorno.
Confusione.
Dolore.
Noia.
Ricordi che non sbiadivano.
Che stringevano il cuore in una morsa fatale.
Che tenevano vivi.
Era stato un sogno nella fredda realtà.
Era stato.
Perché ora non esisteva più.
Era stato.
Perché ora si erano persi.
Era stato.
Perché non c'era stato cambiamento nel cambiamento.
Era stato.
Perché le illusioni non erano servite.
Era stato.
Perché niente era in eterno.
Era stato.
Perché le emozioni di una volta non erano più le stesse.
Erano stati. Un tempo.

E mentre si asciugava le lacrime, Remus capì che erano stati e, anche se non erano più, non si sarebbero dimenticati.

Wolfstar - one shotWhere stories live. Discover now