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L'accendino scattò fulmineo alla pressione del polpastrello di Sirius, che se lo avvicinò alle labbra lasciando che la fiamma rossastra lambisse la punta bianca della sigaretta.
Poggiato l'accendino sul comò, scostò il filtro dalla bocca dopo aver preso una boccata di fumo e si lasciò andare contro lo schienale della sedia, lo sguardo che studiava affranto il suo ultimo dipinto. Era confusionario, un misto di spazi bianchi e linee grigie, zone d'ombra non definite, urla silenziose e lacrime asciutte.
La musica faceva da contorno, entrandogli nel cervello come veleno e antidoto, lasciando che la sua immaginazione corresse avanti e muovesse quelle figure dipinte. Ma quei segni di matita erano statici, freddi, sporchi.
La mente di Sirius si azzerò senza apparente motivo, i sensi che improvvisamente si sentivano sovrastimolati, la musica che raccontava storie , gli occhi che vagavano frenetici sulle linee, le mani sporche, il sapore acre del fumo vizioso che gli riempiva i polmoni e la gola.
L'uomo si trovò in ginocchio sul pavimento del suo studio, la sigaretta ancora stretta tra le dita ormai in procinto di consumarsi del tutto, le mani tremanti. Dannata arte, dannata musica, dannato il suo bisogno di disegnare le sue emozioni.
La porta sbatté in sottofondo, il rumore attutito dai pensieri caotici di Sirius, che sembravano scavargli dentro tanto erano frastornanti e senza fine. Remus entrò nello studio di suo marito col cuore che batteva a mille nel petto - Sirius aveva fatto molto più rumore di quanto gli era sembrato - e i suoi occhi furono immediatamente catturati dal dipinto sulla parete. In un misto di linee grigie sovrapposte, il viso di Regulus Black e quello di Sirius Black si confondevano tra loro, mentre urlavano contro l'altro o forse contro se stessi, gli occhi lucidi e il segno delle lacrime sulle guance.
Remus circondò Sirius con le braccia, poggiando il petto alla sua schiena, e lasciò che il modo poggiasse il capo sulla sua spalla gettando la testa all'indietro.
"Va tutto bene amore mio, va tutto bene. Respira." sussurrò il biondo, lasciando poi un tenero bacio sulla tempia di Sirius.
Sirius farfugliò qualcosa, il respiro che lentamente tornava normale.
"Mi manca, Rem"
Remus annuì, comprensivo. Regulus li aveva lasciati ormai dodici anni prima, ma Sirius non si era mai perdonato per la sua morte, continuando a sostenere che avrebbe potuto fare di più per aiutarlo.
"Lo so, Sir. Lo so. Dai, vieni di là, ci sono qua io, va tutto bene. Faccio la cioccolata calda, okay? Poi mettiamo su un film e ci facciamo le coccole."
Sirius si alzò da terra a fatica, tenendosi saldamente alle braccia di Remus. Una volta seduto sul divano, avvolto in una calda coperta di lana beige, si voltò verso il marito con un sospiro.
"Possiamo appenderlo in sala?" Domandò mordendosi il labbro e tirando su con il naso.
Remus sorrise.
"Certo, Sir."

Angolo autrice:
Hi! Allora, è un po' che non ci si sente eh?
Spero possiate apprezzare questa breve os, un po' particolare e un po' complessa in certe frasi contorte. L'ho scritta molto di getto, immaginandomi Sirius come uno di quegli artisti bisognosi dell'arte.
Grazie a tutti,

commentate se ne avete voglia e ricordatevi che sono sempre disponibile per una chiacchiera in chat privata!

Con affetto, Sele

Wolfstar - one shotDonde viven las historias. Descúbrelo ahora