27. I guai non vengono mai da soli

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ABIGAIL

Sinceramente, non potevo credere di averlo fatto davvero. Quando avevo lasciato il letto e la casa di Lucas il giorno dopo, mi ero sentita l'essere più raccapricciante del mondo. Non lo credevo possibile. Mai in tutta la mia vita ero stata tanto codarda. Io amavo Lucas, perdutamente, ma non potevo rischiare che lui venisse a sapere ogni cosa e che, soprattutto, Douglas rivelasse ai miei genitori dove mi fossi nascosta. Avevo dovuto prendere una decisione e che fosse giusta o sbagliata questo poco importava. Non sarei tornata sui miei passi, il danno era ormai fatto. 

Come gli avevo chiesto, Lucas non aveva neppure provato a cercarmi. Ne ero sollevata, non ero sicura di poterlo affrontare. Non ancora almeno. Se solo l'avessi guardato negli occhi, molto probabilmente sarei crollata in un pianto disperato. Sapevo benissimo che lui era solo la prima delle cose a cui avrei dovuto rinunciare molto presto. Appena i miei mi avessero trovato o Douglas non avesse tenuto fede al patto, sarei dovuta partire, lasciandomi tutto alle spalle per sempre. Da quel momento in poi potevo anche definirmi morta o - per essere meno tragici - una moderna versione di Raperonzolo. Chiusa in una torre per il resto della vita, sia fisicamente che figuratamente se si pensa all'imminente matrimonio che i miei si stavano prendendo la briga di preparare. Mentre io mi trovavo lì: sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto della mia stanza. Mi chiedevo se per caso i miei coinquilini avessero mai scoperto la verità su di me, mi avrebbero condannata anche loro. Ero una bugiarda che li aveva ingannati dal primo giorno. Raquel faceva bene a non fidarsi di me. Io stessa non sapevo se fidarmi. Avrei finito per soffrire e, paradossalmente, potevo dire che fosse tutta colpa mia. Avevo voluto io quella libertà fittizia, era alquanto probabile che avrei finito col fregarmi da sola.

<<Stai bene, principessina?>> si schiarì la voce qualcuno sulla porta. Sapevo bene chi fosse e dato il suo tono dovevo parere davvero uno straccio.

Mi decisi a mettermi seduta, sfruttando l'azione per asciugarmi le lacrime. Basti sapere che non servì a nulla. Di fronte alla sua espressione evidentemente preoccupata, finii per scoppiare di nuovo in una valle di lacrime.

<<N-no, non sto affatto bene>> piagnucolai senza sapere come la ragazza avrebbe reagito. Penso che fosse tutto il giorno che non mettessi fuori il naso dalla stanza, quindi potevo comprendere la sua preoccupazione. Il fatto che però fosse venuta ad accertarsi che fossi ancora viva, mi aveva portata a sfogarmi. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno, non ce la facevo più!

Vidi Raquel trasalire e muoversi nervosa sul posto per alcuni istanti. Okay, forse potevo aver esagerato un pochino, ma ero davvero disperata. Troppi segreti per una sola persona. 

Poi però, di mia sorpresa, la vidi avvicinarsi con la coda dell'occhio. Con un po' di riluttanza, data forse dall'imbarazzo, si sedette di fronte a me e si fermò a fissarmi. Sembrava seriamente preoccupata. Non pensavo che potesse importarle così tanto di me. Era... strano. Forse è questo che fanno gli amici? Quelli veri intendo, non quelli che ti impone l'etichetta.

<<C'entra O'Connor?>> andò subito al sodo, come il suo solito.

<<Potrei dirti di sì ma sinceramente è tutta colpa mia. Non posso incolpare lui per un mio sbaglio>>.

Sorrise amaramente, come se sapesse già tutto. <<Gli uomini sono bravi a farsi passare per innocenti. Quindi probabilmente non è davvero colpa tua>>.

Scossi il capo con forza. Non era affatto colpa di Lucas. La sua unica mancanza? Essersi fidato di me. <<Credimi Raquel, è tutta colpa mia. Lo è sempre ma, questa volta, ho fatto proprio un bel disastro...>>. 

<<Se mi dicessi che cos'è successo, magari potrei aiutarti>> propose con tatto. Sapeva che non parlassi volentieri della mia vita. Lo sapevano tutti e lo rispettavano ma poi non potevo pensare di essere compresa se non ero prima di tutto sincera.

La Principessa Che Non Credeva Alle FavoleWhere stories live. Discover now