9. Birra e Confessioni

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ABIGAIL

Erano già le otto quando finalmente riuscii a mettere piede in casa. Quella sera il Cole's sarebbe stato chiuso e per bontà divina sarei riuscita a rilassarmi un po'. Avevo finito di lavorare verso le sei ma la mia testardaggine mi aveva portata a girovagare senza meta per le vie della città. Ero sempre solita farlo quando vivevo in Inghilterra e adesso che mi trovavo dall'altro lato dell'oceano non volevo perdere l'abitudine. Mi aveva sempre fatto bene, per pensare e schiarirmi le idee. Era molto utile, sopratutto quando litigavo con mia madre e, ad essere sinceri, accadeva molto più spesso di quanto si potesse pensare. Da piccola avevo sempre creduto che con il passare degli anni il nostro rapporto sarebbe migliorato, invece a ventiquattro anni mi trovavo a scontrarmi con lei più di quando ne avevo tredici.

Avevo passeggiato per quasi due ore, immersa nei miei pensieri senza accorgermi del tempo che passava. Quando l'avevo fatto mi ero ritrovata in mezzo ad una via a me sconosciuta senza sapere da che parte fossi girata. Mi ero persa se ancora qualcuno di voi non l'avesse capito. Era palese che sarebbe successo di lì a poco ma, grazie al cielo in quel momento era passato un taxi che in meno di venti minuti mi aveva riportata a casa.

Stanca e con i piedi distrutti ero entrata in casa chiudendomi la porta alle spalle e togliendomi finalmente i tacchi. Se mi avesse vista mia madre mi avrebbe uccisa: "una signorina per bene non si toglie le scarpe prima di andare in camera sua". Per lei non esisteva il termine rilassarsi. O donna o scaricatrice di porto. Non c'erano vie di mezzo.

<<Guarda chi si rivede!>> esclamò ironica Raquel intenta a chiudere il frigorifero con una lattina di birra tra le mani.

<<Dove ti eri cacciata?>> domandò invece preoccupato Cole girandosi tra le mani il telefono.

<<Ho fatto due passi...>> spiegai senza scendere nei particolari. Se gli avessi detto che mi ero persa sarebbe scoppiato il finimondo.

<<Di due ore? Principessina, non fare più questi scherzi o finirò per preoccuparmi>> mi sorrise dolcemente Cole facendomi l'occhiolino. Non capivo perché fosse così gentile con me ma apprezzavo il suo interessamento.

<<Non c'è bisogno che ti preoccupi tanto. Me la so cavare>> tentai di tranquillizzarlo nel modo più gentile possibile. La verità era che non volessi che le persone si preoccupassero tanto per me. Ero adulta e se avevo lasciato la mia vecchia vita era anche per quello. Ero stufa di essere continuamente controllata perché non mi cacciassi nei guai. Avevo il diritto di mettermi in qualche pasticcio!

<<Ha ragione, Cole. C'è già chi si occupa di lei. Non è vero Abigail?>> mi sorrise in sottecchi Raquel senza che riuscissi a capire di che cosa stesse parlando. <<Non fare la finta tonta>> mi ribeccò subito dopo, <<Ti ho vista con Lucas O'Connor questa mattina>>.

<<Con chi hai visto Lucas O'Connor?>> si intromise Jace apparendo dal corridoio con indosso solo dei pantaloni della tuta e un asciugamano per asciugarsi i capelli. Possibile con non lo vedessi mai completamente vestito? Aveva qualcosa contro le magliette?

<<Con la nostra tenera e ingenua Abigail>> sorrise ironica Raquel beccandosi un'occhiataccia da Jace e facendomi arrossire.

Il ragazzo si diresse verso il frigorifero e tirò fuori una birra anche per sé aprendola e scolandosene un bel sorso.

All'inizio pensavo che fossero un po' tutti alcolizzati in America ma poi mi avevano spiegato che fosse una sottospecie di rituale tra amici. A dirla tutta a me non è che facesse tanto impazzire quel liquido dello stesso colore del tè freddo ma dal sapore amarognolo, così mi limitavo a far compagnia a coloro che invece l'apprezzavano.

La Principessa Che Non Credeva Alle FavoleWhere stories live. Discover now