14. Richieste d'aiuto

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ABIGAIL

Ero arrivata a casa tardi nonostante Cole mi avesse dato metà giornata libera. C'era poco lavoro ed eravamo tutti stanchi. Così lasciato il locale, avevo deciso di andare in centro e comprarmi finalmente una nuova scheda del telefono per poter comunicare con il mio prossimo senza dover far sapere alla mia famiglia dove mi trovassi. Con le nuove tecnologie era un attimo tracciare un telefono, anche se dall'altra parte del mondo, e sapevo per certo che i miei avrebbero fatto di tutto per riportarmi a casa nonostante le lamentele. Era sempre stato così ed io non potevo sperare che il loro comportamento nei miei confronti cambiasse dopo la mia fuga. Anzi, conoscendoli avrei potuto scommettere che appena mi avessero avuta tra le mani, mi avrebbero rinchiusa in una stanza buia e con le inferriate. Ero troppo preziosa per loro. Non potevano permettersi di perdermi. Ne andava del mantenimento del titolo.

Quella sera i miei coinquilini avevano deciso di uscire dopo cena ed andare a spassarsela un po', senza specificare che cosa intendessero con "spassarsela". Mi avevano chiesto più volte di seguirli, che mi sarei divertita anch'io ma avevo gentilmente declinato l'invito ad un'altra volta, che sapevo sarebbe stata lontanissima. Il fatto era che non potessi fare a meno di pensare alla proposta di Lucas di quella mattina. Mi lusingava il fatto che con tutti gli stilisti che sicuramente conosceva, avesse pensato a me come collaboratrice ma d'altra parte pensavo che lui oltre che limitarsi ad una semplice occhiata, non avesse mai visto i miei disegni. Nonostante provassi a non pensarci ero abbastanza sicura che lui puntasse ad altro e non solo ai miei lavori. Anche se mi costava ammetterlo, le parole che Candice mi aveva riservato quando il castano era uscito dal locale mi sembrano sempre più reali.

"Qualunque cosa ti abbia detto, vuole solo portarti a letto. Non cascarci".

Candice non aveva ragioni per mentirmi. Non andavamo neppure d'accordo, che senso avrebbe avuto mettermi in guardia da lui? Tutti non facevano altro che mettermi la pulce nell'orecchio.

La disperazione che però avevo visto negli occhi di Lucas non sembrava solo un'effimera bugia, era sincero mentre parlava. Non poteva essere così bravo a mentire. Nessuno ci sarebbe riuscito.

Sbuffai sonoramente aprendo il frizzer e tirando fuori uno dei gelati al cioccolato che avevo comprato qualche giorno prima al supermercato. Non avendo mai fatto la spesa avevo preso tante di quelle cose inuliti che Cole aveva dichiarato che non sarei mai più andata da sola. Ero un pericolo pubblico, aveva detto anche se con un sorriso sulle labbra. Sta di fatto che nessuno si era lamentato quando aveva visto gelati e caramelle gommose, il che era stato ampliamente a mio favore.

Mi sedetti sul divano e mi misi a gustarmi il mio gelato fissando distrattamente la tv spenta. Era molto tardi e se non avessi avuto la testa piena zeppa di pensieri sicuramente sarei crollata sul sofà. Lucas aveva bisogno di me per distruggere i piani della sua ex moglie, ed io non facevo che chiedermi se avesse davvero bisogno di me o il suo fosse un disperato tentativo di far ingelosire in qualche modo Grace o vendicarsi del torto subito da lei e Cole. Jace non faceva altro che ripetermelo ed io sinceramente mi stavo stancando. Perché le persone non potevano essere sincere con me? Perché dovevo sempre essere un mezzo per ottenere qualcosa? Che fosse un titolo nobiliare o una vendetta personale sembrava che la gente non facesse altro che usarmi a suo piacimento. Si rendevano conto che fossi anch'io un essere umano o vedevano solo i risvolti che potessero esserci da un mio utilizzo?

Ero confusa e stanca. Frustrata all'idea che mi stessi fidando delle persone sbagliate. Non ero pratica di rapporti umani e sentire tante opinioni discordanti tra loro era come tentare di mangiare più rapidamente della Regina Vittoria ad un banchetto reale, quasi impossibile.

La Principessa Che Non Credeva Alle FavoleWhere stories live. Discover now