CAPITOLO 57

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DANIEL'S POV

Mi sveglio di soprassalto quando sento una carezza sul braccio.
I miei occhi si inchiodano sulla figura della mia ragazza, ma purtroppo non è lei.

<<Scusa non volevo spaventarti>> mi dice Dylan restando di fianco a me ma guardando Aria.

<<Che ore sono?>> chiedo ancora disorientato.

<<Sono le dieci. Ti do il cambio, tu nel frattempo vai a fare colazione al bar>> mi risponde facendomi alzare dalla sedia e sedendosi.

<<Ok>> e ormai rassegnato esco dalla camera e vado verso l'ascensore per raggiungere il bar al quarto piano.

Stanotte non mi sono neanche accorto di essermi addormentato, ho un torcicollo che non augurerei a nessuno, ma mentre sto per entrare in caffetteria e prendermi un caffè : <<Daniel giusto?>> mi chiede un uomo sui quarant'anni con i capelli castano scuro, gli occhi azzurri e accompagnato da una donna che so di aver già visto.

<<Certo che è lui Jason. Daniel sono Maria ti ricordi?>> e a sentire quel nome mi si accende una lampadina.

<<Ma certo che mi ricordo di te>> dico mentre lei mi abbraccia forte sotto gli occhi del padre di Aria.

<<Aria?>> mi chiede lui facendo così staccare me e Maria, come se fosse geloso.

<<Terzo piano, terapia intensiva, stanza 247A>> gli rispondo a monosillabi sentendomi a disagio.

<<Grazie Daniel, ci vediamo dopo>> mi dice Maria prima di seguire come un cagnolino il papà di Aria, Jason da quel che ho capito.

Senza pensare a quello che è successo poco fa prendo un doppio caffè da portare via con una brioche che mangio durante il tragitto per ritornare in stanza e appena arrivo sul mio piano vedo Maria fare avanti e indietro davanti alla porta della sua camera mentre continua a toccarsi le mani.

<<E' successo qualcosa?>> le chiedo allarmato.

<<No tranquillo, c'è solo Jason dentro con Dylan>> mi risponde facendomi un sorriso tirato.

Mi rilasso immediatamente, ma dentro di me sono teso ancora come una corda di violino, forse per il fatto che prima ho avuto un incontro ravvicinato per la prima volta con il padre della mia ragazza.

Spero vivamente che Dylan non dica qualcosa su di me e sua figlia, altrimenti posso reputarmi morto.

<<Buongiorno, lei è?>> chiede il dottore entrando nella stanza di Aria, infatti subito io e Maria lo seguiamo a ruota.

<<Jason Lewis. Posso sapere la diagnosi di mia figlia?>> chiede gentilmente.

<<Sono venuto apposta per questo signor Lewis. Allora stamattina abbiamo fatto ulteriori analisi e tutto procede come speravamo : il corpo si sta riprendendo e la droga che le hanno somministrato si sta dissolvendo piano piano. Ora non resta che aspettare che si svegli, se dovesse succedere dovrete farle mantenere la calma visto gli innumerevoli punti che ha su tutto il corpo>> ci dice il dottore guardandoci negli occhi uno ad uno.

<<Posso parlarle in privato?>> chiede il padre di Aria al dottore più confuso che mai, forse perché non sa esattamente come siano andate le cose.

<<Certamente>> gli risponde prima che entrambi con Maria lascino la stanza.

<<Gli hai detto qualcosa di noi due?>> chiedo a Dylan immediatamente quando sento che la porta si chiude.

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