CAPITOLO 41

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ARIA'S POV

<<Morta?>> chiedo con un sussurro mentre mi lascio cadere all'indietro sul divano con la schiena e rimango di stucco.

<<Già>> dice mentre rimane con lo sguardo fisso davanti a sè.

Non può essere, non può essere vero.
Come...
No...

<<E...come...>> chiedo balbettando non riuscendo a trovare le parole.

<<Come è morta?>> dice mentre finalmente si gira verso di me e mi guarda.

La mia testa fa su e giù in automatico e lui, prendendo un respiro profondo, inizia a parlare.

<<Quando io e Robert avevamo scoperto che non era di nessuno dei due il bambino, non abbiamo dato molto peso alla cosa finchè Lora non ha detto a Daniel che il figlio era suo. Io e lui eravamo molti amici all'inizio e quando ha saputo del bambino gli è caduto il mondo addosso : mi ha chiesto aiuto, mi ha chiesto se potevo aiutarlo a farla ragionare, voleva che io gli dicessi di non tenere il bambino e di abortire, ma non me la sono sentita. Da un giorno con l'altro non si è più fatta vedere e mi sentivo in colpa perchè se non fosse stato per me e la scommessa non le sarebbe mai successo niente, così ho provato ad andare a casa sua ma lei non c'era : la casa era disabitata, ho provato a chiedere anche ai suoi vicini che fine avesse fatto con la sua famiglia e mi hanno detto che da un giorno con l'altro se n'erano andati. Volevo arrendermi, ma non l'ho fatto : ho iniziato a cercarla ovunque, ho chiesto ad un mio amico alcuni favori e per vie traverse sono riuscita a trovarla. Aveva cambiato stato, aveva cambiato nome e cognome per non farsi rintracciare da nessuno visto che i  suoi dovevano mantenere un alta reputazione visto che erano e sono conosciuti in tutto iI paese. Per fartela breve sono andato da lei, ho preso la macchina e quando sono arrivato davanti alla porta di casa sua ho saputo che era in ospedale, così suo fratello mi ha accompagnato e quando l'ho vista su quel lettino di ospedale non potevo credere ai miei occhi : Lora era malata di leucemia. Quando mi ha visto era sorpresa di vedermi, ha provato a cacciarmi via ma io le ho detto che non potevo tornare a casa, che sarei stato con lei non perchè mi faceva pena, ma perchè ho avuto come il dovere di rimanere con lei, dovevo starle vicino in un momento così brutto e non aveva nessuno accanto. I suoi non si sono mai fatti sentire, suo fratello si limitava a stare a casa e lei era lì, a fare tutti i giorni la chemioterapia e altre attività che potessero in qualche modo non farla rimanere a letto tutto il giorno e... scusa...>> dice mentre qualche lacrima gli solca il viso e io non posso fare altro che avvicinarmi a lui ed abbracciarlo.

Non posso immaginare come si poteva sentire , le emozioni che provava nel momento in cui si è trovato Lora davanti in quelle condizioni.

Prende un altro respiro, si allontana e continua : <<...l'ho vista spegnersi poco alla volta. Ho cercato nei suoi ultimi giorni di farla sorridere, di parlare di cose serene, ma quando la vedevo lì, stesa sul letto, stanca, senza forze, con la febbre e dolori ovunque mi sentivo vuoto, avevo il morale a terra perchè la persona vicino a me stava male e non potevo fare niente. Il giorno in cui è morta c'eravamo solo io e l'infermiera, Lora sapeva quello che stava per accadere ed era felice perchè aveva detto che così non avrebbe più sofferto, che andava in un mondo migliore. Le ho tenuto la mano fino alla fine e quando l'ha lasciata andare mi sono messo a piangere come un bambino perchè sapevo che era finita, la malattia aveva vinto contro di lei>> e senza dire altro si mette a piangere in silenzio e si appoggia a me per avere sostegno.

Piangiamo insieme, dopo un racconto così non si può fare altro.
Non ci sono parole per descrivere quello che mi ha detto, parlare in questo momento non serve a nulla.

Non so per quanto tempo rimaniamo abbracciati, ci diamo conforto l'un l'altro.
Io mi sento parte di questa storia come lui, anche se in modo assolutamente diverso.

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