CAPITOLO 54

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ARIA'S POV

<<E' stupendo qui>> dico guardando il panorama davanti a me.

Non è la prima volta che vengo sul Monte Lee, vicino alla scritta Hollywood, per vedere la città di Los Angeles dall'alto.
Vederla in estate sotto il sole cuocente è un conto, ma vederla in pieno inverno con la neve che cade è tutta un'altra storia.

<<Lo so. Come concludere l'anno in bellezza, non credi?>> mi chiede intento anche lui a guardare la città illuminata.

<<Hai perfettamente ragione. Adesso però è il caso di avviarci e tornare a casa, non credi?>> propongo staccandomi dalla staccionata e andando verso la macchina.

Dopo pochi secondi anche Jeremy mi segue e alzando al massimo il volume della radio che sta trasmettendo "Look What You Made Me Do" di Taylor Swift ci rimettiamo nel traffico di Los Angeles.

Ma quanta gente c'è in giro a quest'ora?
Siamo all'ultimo dell'anno per la miseria, non possono stare a casa?
Ma quanto manca a mezzanotte?
Cerco nelle tasche della giacca il telefono ma niente, non lo trovo.
Vuoi dire che sono così stupida da essere uscita di casa senza telefono?
Va beh, tanto sono con Jeremy.

<<Jeremy che ore sono?>> gli chiedo urlando sperando di farmi sentire.

<<Mancano quaranta minuti. Tra poco siamo arrivati tranquilla>> mi risponde pigiando sull'acceleratore ancora di più, superando ovviamente i limiti di velocità.

Io non risponderò di nulla se arriva una multa.

Chiudo gli occhi, appoggio la testa sul poggiatesta e ascoltando la musica mi libero dello stress, della rabbia e di tutto quello che ho in corpo, energie negative accumulate nelle ultime tre ore a causa di quei maledetti messaggi.
Spero vivamente che non mi sia arrivato l'ennesimo messaggio, anche perché non potrei sopportarlo adesso, e poi non ha senso : perché mandarmi quei numeri?

3, 2...

Apro gli occhi di scatto come se mi fossi appena scottata e appena realizzo dove sono mi viene un colpo al cuore.

<<Perché siamo qui?>> chiedo titubante guardandomi intorno.

Parcheggia a regola d'arte, spegne la macchina e mentre tira il freno a mano si gira guardandomi con un sorriso : <<Siamo dove tutto è iniziato>> osserva.

Ancora più confusa di quello che sta dicendo : <<Ma di cosa stai parlando?>> chiedo alzando di un tono la voce.

<<Non riesci a capire vero?>> mi dice iniziando a ridere, come se fosse divertente.

<<Riportami immediatamente a casa Jeremy>> gli rispondo cercando di prendere il controllo della situazione.

<<Non posso, ormai sei arrivata al capolinea>>

Non riuscendo più a sopportare questo scherzo apro la portiera della macchina, che fortunatamente non è bloccata, e inizio a correre verso l'edificio, verso il "posto che dovrebbe proteggermi".

Anche se perdo il cappello durante la corsa non mi importa, non mi guardo indietro e appena arrivo davanti al portone spingo sulla maniglia che, non so come, apre la porta catapultandomi così nel passato.

Anche se nevica tanto la luce dei lampioni, che circondano la scuola, oltrepassa le finestre che fanno da perimetro permettendomi così di vedere dove vado anche se una specie di percorso è segnato da candele che stanno sul pavimento.

Guardandomi le spalle per capire se Jeremy mi stia seguendo o no decido di seguire quel percorso anche se so che non è una buona idea, ma non saprei che altro fare.
Armandomi di coraggio inizio a camminare lentamente guardando per terra per seguire meglio le candele che noto essere i lumini dei morti.

Una Vendetta per AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora