<<E, dimmi un po' principessina, che cosa eri solita fare in Scozia per passare il tempo?>> sorrisi malizioso avviciandomi maggiormente a lei fermandomi a pochi centimetri dalle sue labbra. Avevo una voglia matta di annullare quella distanza che mi stava facendo impazzire.

<<Mi piaceva passeggiare, ma questo già te l'ho detto...>> soffiò a sua volta sulle mie labbra con fare malizioso. Così però non era giusto...

<<Che altro?>>.

<<Mi piace andare a cavallo>> disse posando una mano sul mio petto giocando teneramente con i peli scuri. Mi stava provocando ma non ero certo che se ne rendesse conto.

<<Ah sì?>> mi comparve un sorriso del tutto diverso sul viso. Uno di quei sorrisi di quando mi veniva un'idea.

<<Fa troppo freddo per andare a cavallo>> mi fece notare spegnendo in un attimo il mio entusiasmo. Aveva ragione. Abbie però sorrise e in un attimo si impossessò delle mie labbra. Mi colse di sorpresa, non avrei mai pensato che avrebbe fatto il primo passo in questo senso. Già quando l'aveva fatto la notte precedente avevo creduto fosse tutto frutto del buio. Ora però mi stava baciando, di sua spontanea volontà e con un trasporto che poche volte avevo provato.

<<Lavori oggi?>> mi ritrovai a chiederle con voce roca spostando di poco il peso del mio corpo sul suo, tenendomi però su con le braccia.

<<Questa sera>>.

<<Balli?>> mi irrigidii in modo parecchio evidente. Non sopportavo l'idea che altri la guardassero, soprattutto dopo l'episodio di quella notte.

<<Sì...>> abbassò il capo notando il mio malumore nato in seguito a quella notizia.

Non piaceva l'idea che stessero tutti con la bava alla bocca mentre lei ballava, ma non avevo alcun diritto di impedirglielo. Era la sua vita, il suo lavoro ed io da come eravamo rimasti ero solo un amico. Mi forzai di sorriderle nonostante il mio disaccordo. Non volevo rovinare quel momento perché temevo seriamente che non ce ne sarebbero stati altri.

<<Oggi quindi posso averti tutta per me?>> domandai tornado ad appoggiarmi maggiormente sul suo esile corpicino.

<<Dipende, dove mi porti?>>.

<<Conosco un posto carino. Ci portavo Will quando era piccolo. Ti piacerà, ne sono sicuro>> mi sorrise ancora una volta e a quel punto fui io a non resistere più di fronte alle sue labbra. La baciai e poi la baciai ancora in una danza che avrebbe fatto invidia a chiunque. Le mie mani scivolavano dolcemente sul suo corpo in modo da poter memorizzare le sue fattezze. Ero pazzo.

Pazzo di lei.
Del suo sorriso.
Dei suoi occhi.
Dei suoi baci.

Non ho idea di quanto tempo passò prima che decidessimo di comunque accordo di alzarci da quel letto. E nonostante il tempo passato con lei tra le lenzuola a baciarci e ridere sembrava non essermi ancora bastato. Ero completamente fuori di me, non mi riconoscevo più. Volevo solo lei.

Raggiungemmo il piano inferiore tra lei che non riusciva bene a camminare a causa dei pantaloni della tuta troppo lunghi ed io che tentavo di mantenere i nervi saldi di fronte alla voglia matta che avessi di tornare a baciarla.

Appena mettemmo piede in cucina però, la mia attenzione venne subito rapita da mia sorella che ancora in coma tentava di ascoltare distrattamente il sogno di mio figlio.

Will fu il primo ad accorgersi di noi e subito un sorriso sincero gli nacque sul volto appena vide Abigail.

<<Abbie!>> l'abbracciò stretta mentre lei lo riempiva di baci.

La Principessa Che Non Credeva Alle FavoleWhere stories live. Discover now