17. Ho solo avuto paura

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Le nostre ordinazioni arrivarono giusto in tempo. Come al solito le luci si abbassarono e con loro anche la musica. Lo show stava per cominciare. Subito la voce suadente di Candice si sentii al microfono e gli uomini nella sala si prepararono all'inizio.

<<Buonasera signori e benvenuti. Godetevi lo spettacolo sempre rispettando le regole>> rise come una civetta in modo che le sue parole non dessero fastidio agli spettatori che probabilmente neppure la stavano ascoltando. Dopo queste brevi parole la musica venne alzata e sul palco salirono quattro ballerine che si mossero senza fatica né pudore a ritmo di musica.

Gli uomini erano incantati dai loro movimenti ritmici e sensuali. Probabilmente anch'io se avessi bevuto di più e non facessi altro che pensare, mi sarei goduto maggiormente la serata. I miei compagni d'avventura guardavano famelici le ballerine sul palco, mentre io annoiato fissavo il bicchiere davanti a me.

Donne sostanzialmente nude ballavano davanti a me e l'unica cosa a cui pensavo era Abigail e la sensazione che avevo provato quando avevo posato le mani su di lei. Avevo una voglia matta di risentirla, questa volta con più passione e desiderio represso. Ero stato un emerito idiota a farla scappare così quella mattina dall'auto ma, non avrei saputo che cosa dirle. Ero stato disonesto con lei, eppure non potevo pentirmi delle mie azioni. Avrei rovinato tutto, non ero adatto alle relazioni di coppia. L'avrei fatta soffrire o lei avrebbe fatto soffrire me. Era la cosa migliore per tutti e due.

Basta. Avevo deciso. Quell'uscita era stata del tutto inutile. Mi aveva portato solo più dubbi di quanti ne avesse risolti. Mi voltai verso i miei amici pronto a salutarli e tagliare la corda. Quando però aprii la bocca per parlare mi resi conto che neppure mi stessero dando retta, troppo presi a fissare con insistenza lo spettacolo.

<<Oh porca troia...>> mormorò volgare come suo solito Travis attirando di poco la mia attenzione. Girai il capo verso il palco ma rimasi di sasso.

Sul palco non c'erano più le ballerine di prima. In realtà non avevo neppure guardato le altre ballerine sul palco con lei. I miei occhi erano caduti direttamente su quella figura così famigliare da farmi quasi paura.

Ero riuscito ad intravedere le fattezze del suo corpo qualche giorno prima nel suo appartamento, avvolto unicamente da una vestaglia. Quello però superava di gran lunga la mia immaginazione. Indossava solo dell'intimo. Il resto doveva esserselo tolto prima che la vedessi.

Notai un po' di timore nel suo sguardo ma la sicurezza non le mancò neanche per un istante. Avrei dovuto reputarla "volgare" ma, l'unica cosa che riuscivo a pensare era quanto potesse essere perfetta anche in quella veste.

Con passo felino fece alcuni passi nella nostra direzione. All'inizio non ero certo che mi avesse visto ma quando mi fu praticamente di fronte ne ebbi la conferma. La vidi titubare a quel punto. L'espressione provocatoria che aveva dipinta sul viso poco prima aveva lasciati spazio al panico più assoluto. Temetti addirittura che si sentisse male. Non sapevo che cosa fare. I suoi occhi erano incatenati ai miei mentre quasi tremante si aggrappò al palo al suo fianco. Distolse lo sguardo cercando di concentrarsi su altro. Io avrei voluto non guardare, andarmene e dimenticarmi per sempre di quella ragazza che non aveva fatto altro che mentirmi.

"Non sono una spogliarellista", aveva detto. Ed io le avevo anche creduto! Non sapevo se sentirmi più stupido per quello o per il fatto che per me non cambiasse assolutamente niente. La volevo forse più di prima. "Il lavoro che fai non denota chi tu sia", mio padre me lo ripeteva sempre da bambino. Con gli anni lui e tutti gli altri l'avevano dimenticato ma io no. Sapevo che Abigail non fosse una cattiva persona. Era buona, gentile, mi aveva aiutato anche quando non era tenuta a farlo. Non potevo avere una brutta opinione su di lei. Aveva fatto tanto per mio figlio e per me.

La Principessa Che Non Credeva Alle FavoleWhere stories live. Discover now