Capitolo 11

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I want - One Direction.

Questa volta non è il solito e ripetitivo suono a svegliarmi, perché lo sono già.

Non ho fatto altro che pensare a quel messaggio. E' chiaro che sia stato Harry, ma non riesco capire per quale motivo l'abbia fatto, e come abbia fatto a vedermi.

Sono sicura che appena ci vedremo non mancheranno le sue solite battute maliziose, anche se tra me e Charlie non è successo niente.

Metto a tacere i miei pensieri decidendomi ad alzarmi. Quando scendo in cucina, c'è soltanto mia madre.

«E' ancora presto, Claire.» Mi dice, evidentemente sorpresa.

«Non riuscivo a dormire.»

Consumo la mia colazione prendendomi il mio tempo, e aiutando poi mia madre a sistemare tutto. Mio padre arriva poco dopo, e prende velocemente il suo caffè, prima di salutare mia madre e uscire. Manca soltanto mio fratello, magari è ancora di sopra.

Quando ritorno al piano di sopra per preparami, la realizzazione di che giorno è oggi si materializza nella mia mente.

Oggi ci saranno le prove. La nostra prima prova della scena. Recupero il materiale che ho scaricato e lo ripongo in un libro per non rischiare che si rovini. Raccolgo i miei capelli in quella che avrei voluto fosse un treccia ed esco di casa.

Arrivo alla fermata in anticipo di qualche minuto, e sono più che felice di essere sola. Anche se, il pensiero che Harry possa essere assente per tutto il giorno mi sconvolge e solleva allo stesso momento.

Non avrei mai creduto di poterlo anche soltanto pensare, ma spero che arrivi a scuola in qualche modo.

Immersa nella musica che risuona nella mia testa, percorro il cortile e poi i corridoi, fino ad arrivare in classe.

Le ore trascorrono più velocemente di quanto pensassi, e quando credevo di poter passare del tempo con Is, lei mi manda un messaggio dicendomi che resterà con Will.

Succede spesso che faccia così. Non pretendo che lei stia sempre e soltanto con me, ma spesso ho avuto bisogno di lei, e lei ha preferito lui.

Magari è vero, non so cosa significhi vivere dipendendo dall'amore che si prova per qualcuno, ma a volte avrei davvero voluto averla più vicina a me. Non gliel'ho mai detto, e non le ho neanche detto che spesso questa cosa non riesco a concepirla, ma va bene così.

Inizio a leggere l'atto prima dell'inizio delle prove, ma dopo pochi minuti qualcuno mi interrompe.

«Ehi.» Riconosco la sua voce, e quando sollevo lo sguardo incontro il suo.

«Charlie.» Un piccolo sorriso involontario prende vita sul mio volto.

«Spero che tu non abbia avuto problemi ieri.»

«No, non preoccuparti.» Gli ripeto le parole di ieri sera. «Mia madre è sempre così.»

L'espressione sul suo volto si trasforma, e un cipiglio prende forma su di esso. «Fa così con tutti i ragazzi con cui esci?»

Oh, mio Dio.

«Cosa? No!» Mi affretto a dirgli. «No, io .. in realtà non esco molto, e neanche con i ragazzi. Lei è così e basta, credo.» Sento il calore irradiare le mie guance, e non c'è modo perché riesca a farlo smettere. Charlie mi guarda per qualche istante e poi sorride, prima di cadere in una risata.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?» Gli chiedo, non capendo quella sua reazione.

«No, no.» Dichiara. «E' solo che sei così sincera, quasi innocente.»

«Oh.» Sussurro, abbassando lo sguardo sulle mie gambe.

«Come mai sei da sola?» Mi domanda, cambiando argomento.

«Is mi ha mandato un messaggio qualche minuto fa, dicendo che sarebbe stata con Will.»

«Hai già mangiato?»

«Non ancora, perché?» Replico, e lui mi mostra il suo luminoso sorriso.

«Nemmeno io. Ti va di pranzare insieme?» Propone, ed io alla fine acconsento.

Stare con Charlie si rivela essere meglio di quello che credevo, e conferma pienamente le mie aspettative, anche dopo la serata di ieri. Restiamo a parlare anche dopo aver finito, e riesco a scoprire sempre cose nuove su di lui, rendendomi conto di quanto siamo simili.

Nel momento in cui la campanella suona, un sospiro spontaneo fuoriesce dalle mie labbra, e lui mi chiede cos'abbia.

«Scusami, è che ho le prove per un compito.» Lo informo.

«Non preoccuparti, non voglio trattenerti.»

«Sono stata bene con te.» Gli dico, alzandomi. Lui fa lo stesso.

Dopo uno scambio di sorrisi osservo Charlie dondolarsi sui talloni, come se avesse ancora qualcosa da dirmi. E infatti, qualche istante dopo lo fa.

«Claire, mi piacerebbe rivederti.» Riprende. «Magari questa volta per un vero appuntamento.» Ricalca le ultime parole, enfatizzando il concetto. Le mie guance riprendono colore, e sento di non avere via d'uscita.

Il modo in cui l'ha proposto, sembra alludere a qualcosa di più di una semplice uscita tra amici, e io non sono sicura di essere pronta.

Probabilmente è perché non sono abituata a tutto questo, e forse se non mi lascio andare saprò mai davvero se lo sono.

«Sì.» Il mio istinto prevale, ed è troppo tardi per ripescare indietro le parole. «Mi farebbe piacere.»

Sul suo volto cresce all'istante un sorriso, e sembra sorpreso dalla mia risposta, come se non se l'aspettasse. Ci mettiamo velocemente d'accordo per un giorno in cui quello dopo non abbiamo le lezioni, così da evitare problemi. Ci salutiamo e ci dividiamo, proseguendo ognuno per la propria strada.

Sono consapevole di essere in ritardo, e aumento il passo per arrivare all'aula. La porta è chiusa, ma questa volta non sono sicura che Harry sia già qui.

Non l'ho visto oggi, neanche per i corridoi, e per un attimo credo che possa aver davvero saltato le lezioni oggi.

Quando entro, l'aula è vuota. Chiudo la porta dietro di me e inizio a sistemarmi, cercando di non pensare al fatto che Harry non mi abbia neanche avvisata.

Riprendo la lettura che avevo interrotto, e inizio ad evidenziare le battute del mio personaggio. Improvvisamente, la porta si spalanca, rivelando Harry.

«Sei in ritardo.» Scatto, tenendo lo sguardo sul piccolo fascicolo sulle mie gambe.

«Lo so.» Risponde in modo tranquillo.

«E?»

«E cosa?» Replica lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«E io sono qui ad aspettarti da più di quindici minuti.»

«Se sono delle scuse quelle che stai cercando, mi dispiace, ma non le avrai.» Dice, portandomi al limite dell'esasperazione. Tento di evitarlo e riporto la mia attenzione sulle battute.

Lui si siede di fronte a me come ogni volta che siamo stati qui, e sento il suo sguardo su di me. Combatto per non cedere, quando alla fine è lui a parlare.

«Hai intenzione di fare così per tutto il tempo?»

Io non gli rispondo, e nonostante abbia riletto lo stesso rigo più volte, le parole mi sembrano come sconosciute.

Harry si avvicina a me e mette due dita sui fogli tra le mie mani, spostandoli verso il basso. Sto per chiedergli cosa stia facendo, ma lui - ancora una volta - mi precede.

«Credevo che il piccolo Charlie sarebbe riuscito ad addolcirti, ma sembra che non sia così.»

Shelter [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora