Target! Ciel Phantomhive|Kuroshitsuji

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☁Requested by straberry18

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☁Requested by straberry18.

☁Assassin! Reader.

⭐⭐⭐

Ero in cima al Big Ben di Londra, mentre caricavo il mio fucile di precisione e mi stendevo sul pavimento a pancia in giù.
Tirai su i miei capelli [c/c] in una coda spettinata quando mi resi conto che davano troppo fastidio.
Aspettai lì, immobile e pronta a mandare giù la vittima con un solo colpo, ma lui proprio non arrivava.
Ero stata incaricata di assassinare il conte Ciel Phantomhive, poiché ritenuto "un moccioso che intralcia gli affari altrui". Quando sentii pronuncuare il suo nome rabbrividii, ricordando i momenti passati con lui quando ci incontrammo ad un ballo da bambini, prima che i suoi genitori morissero. Ci vedemmo più di una volta, ma dopo la morte dei genitori lui sparì e non ne ebbi più notizie.
Non volevo assassinare colui che mi aveva resa felice da bambina, perché sì, io lo amavo, lo amavo da bambina e avevo continuato a farlo, anche non potendolo più vedere.
Lui era sempre stato un bambino felice, che rideva sempre, e dal sorriso contagioso.

"Chissà com'è ora..."

Avevo avuto poche notizie su di lui, tipo che continuava a gestire gli affari di famiglia, era il cane da guardia della Regina eccetera.
Con il mirino, continuavo a scannerizzare la zona, fino a quando non vidi una carrozza fermarsi davanti al grande orologio.

"Forse é lui..."

I miei pensieri divennero certezze quando dalla carrozza uscì lui.
Spalancai gli occhi non appena lo vidi, non era cambiato di una virgola, l'unica cosa diversa era la benda che portava sull'occhio. Notai poi la sua espressione, senza emozione, seria, neutra.
Il cuore iniziò a battere sempre più velocemente man mano che i secondi passavano e io non muovevo di un centimetro il mirino.
A lui si affiancò un maggiordomo, abbastanza alto, dalla carnagione pallida e dai capelli corvini, il quale iniziò a parlare con il ragazzo.
Non sapevo proprio come terminare la missione, se lasciarlo vivo ma rischiare la vita, o ucciderlo e averlo sulla coscienza. Sospirai mentre mi aggiustavo meglio, permettendo al mirino di seguire Ciel affiancato dal suo maggiordomo.
Poi, a mia sorpresa, il maggiordomo iniziò a guardarsi attorno, puntando poi gli occhi su di me.

"Non mi avrà mica visto, vero...? Cazzo, non ci voleva!"

Fece un'espressione incuriosita e sospettosa allo stesso tempo, prima di esser chiamato da Ciel. Si voltò e lasciai un sospiro di sollievo uscire dalle mie labbra.
Il maggiordomo vestito di nero disse qualcosa a Ciel, per poi camminare nella direzione opposta, ovvero verso il Big Ben.
Iniziai a sudare, tenendo conto del fatto che pochi secondi prima mi aveva vista, pronta a sparare un proiettile.
Lo seguii col mirino fino ad un certo punto, poi lo persi di vista, quindi lo puntai di nuovo su Ciel, il quale era tornato nella carrozza, aspettando il maggiordomo.

"Signorina?"

Spalancai gli occhi non appena sentii qualcuno alle mie spalle. Lentamente girai il volto trovando il maggiordomo. Deglutii, prima di alzarmi da terra, con ancora il fucile di precisione in mano.

"Aveva intenzione di sparare al mio Bocchan?" domandò, guardandomi con i suoi occhi rossi.

Io abbassai lo sguardo, non avendo nulla da dire.

"Immagino di sì-" sospirò "-ma non posso permetterglielo." disse, e in un attimo, senza che me ne possa rendere conto, non sentivo più la pesantezza del fucile di precisione in mano.

"E-ehi!" esclamai, quando notai che aveva lui il fucile.

"Ridammelo!"

Corsi verso di lui, cercai poi di afferrare il fucile ma lui era come se prevedesse i miei movimenti, impedendomi di raggiungere l'oggetto.
Sbuffai quando mi resi conto che era inutile cercar di riprendere il fucile, e mi arresi.

"I-io...io non volevo nemmeno..." mormorai, con le lacrime che minacciavano di uscire dagli occhi.

Lui mi guardò confuso.

"Lei non voleva cosa?" domandò.

"Accettare la missione...non voglio uccidere Ciel..." dissi, sentendo le lacrime scorrere lungo le guance, pensando al corpo del ragazzo per terra, coperto di sangue a causa mia.

"E allora non lo faccia." disse, avvicinandosi a me, e poggiando una mano sulla mia spalla.

Poi mi porse il fucile di precisione, e lo afferrai esitante.

"Non lo faccia, signorina..."

"[Nome]."

"Cosa può succederle di tanto grave se decideste di non uccidere il Signorino?" domandò.

"Non lo so...ma sicuramente nulla di buono."

"Io dico di rifiutare la missione, di arrendersi. Così avrà anche la coscienza pulita."

"Non che lo sia." mormorai, ricordando le precedenti missioni e i precedenti omicidi.

"Che ne dice se...la portassi dal Signorino?"

A quelle parole, alzai lo sguardo verso di lui, con gli occhi lucidi. Sorrisi ampiamente al solo pensiero di poter rivedere Ciel.

"Davvero?! Grazie..."

"Sebastian."

"Grazie Sebastian! Sei gentilissimo!" dissi, e d'istinto, e presa dalla gioia, abbracciai quel maggiordomo e mi resi conto che era decisamente troppo alto per i miei gusti.

In compagnia di Sebastian, uscii dal grande orologio e mi diressi verso la corrozza, dove vi trovai Ciel, intento a guardare dal finestrino, con il mento poggiato sul palmo della mano.
Quando mi avvicinai a lui, il cuore saltò un battito, era più bello di quando potessi ricordare.
Lui, non appena mi vide, spalancò gli occhi e scese dalla carrozza, a bocca aperta. Potevo sentire le lacrime scorrere lungo le guance, ma erano lacrime di gioia.

"Ciao, Ciel."

I Love You, Idiot » reader insertDove le storie prendono vita. Scoprilo ora