Karma Akabane|Ansatsu Kyoushitsu

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☁Richiesta da JustJuli_88

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☁Richiesta da JustJuli_88.

☁Blind! Reader.

⭐⭐⭐

Narratore esterno

La ragazza si svegliò durante la notte, mentre tutti dormivano. Si alzò a fatica dal letto, a causa del buio non riusciva a vedere, e continuava a camminare piano piano mentre con le mani tastava qua e là, per capire dove stesse andando e se la strada fosse giusta.
Scese le scale della sua casetta a due piani cautamente, mantenendosi al corrimano, senza far rumore, e visto che l'ultimo gradino era solito emanare un sonoro scricchiolio non appena qualcosa lo sfiorava, ella saltò e atterrò con passo felpato.
Evitò di accendere la luce del lungo corridoio, per evitare di svegliare i suoi genitori; ma, luce accesa o spenta, non ci sarebbe stata alcuna differenza.
Percorse il lungo corridoio in due minuti, avendo camminato più lentamente di una lumaca.

"Tutto questo perché lui doveva dirmi qualcosa. Non poteva semplicemente aspettare la mattina? Ho tanto sonno..." pensò la [c/c], mentre apriva lentamente la porta di casa.

Dopo aver tastato la superficie dell'intero casettone, afferrò le chiavi e le infilò nella tasca della sua felpa.
Uscì di casa, chiudendo la porta alle sue spalle ed emanò un sospiro di sollievo.
Iniziò a percorrere quella strada che faceva ogni giorno, in compagnia della persona che amava.
Ci mise poco a raggiungere quel luogo. Riconobbe il classico odore di erba bagnata che frequentemente si inalzava nell'ambiente. Riconobbe il suono dei grilli che puntualmente, ogni notte, si appostavano in quel parco.
Quando si fermò, cercò con il tatto una colonna in mattoni, che per lei era diventata un punto di riferimento. Conosceva quel posto come le sue tasche.
Dopo aver capito di esser arrivata, si sedette sulla panchina che era sempre stata accanto a quella colonna.
Rimase ad aspettare per qualche minuto, prima di sentire quella voce che tanto amava ascoltare.

"Ciao, [Nome]."

Quella voce...
Girò il volto verso sinistra non appena sentì quella persona chiamarla. Sorrise quando percepì il calore del suo corpo accanto al proprio.
Con la mano, cercò la chioma morbida del ragazzo, per poi accarezzarla, e cercar di ricordarne il colore.

"Scusa, forse sono in ritardo." disse lui.

Lei non rispose, continuò ad accarezzare i capelli del proprio ragazzo.
Voleva così tanto ricordare il colore dei suoi capelli, dei suoi occhi...ma erano passati anni, e la sua memoria non era una delle migliori, nonostante vedesse quel ragazzo ogni giorno, prima dell'incidente.

"Non fa niente." mormorò.

"Sai, quello che mi fa star male é il fatto di non poter più ammirare il tuo viso."

I Love You, Idiot » reader insertWhere stories live. Discover now