Capitolo 42.

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Un coro di "auguri!" e " buon natale!" si levò per la casa.

«È il momento dei regali!», esclamò entusiasta Lily.

Il Natale in casa Weasley-Potter era caotico, ma soprattutto eravamo tanti ed era impossibile fare regali a tutti. Così, ogni anno, facevamo il Babbo Natale segreto.

Ognuno pescava un nome e faceva il regalo alla persona sorteggiata, che ovviamente non sapeva chi fosse il suo Babbo Natale.

Si potevano fare anche regali ad altre persone, ovviamente.

Io li facevo sempre ai miei genitori, a mio fratello, a Lily e Dominique, ad Albus e James, ed ai miei nonni.

Quell'anno ero il Babbo Natale di James.

Nonostante i rapporti tra di noi fossero tesi, ci avevo tenuto a fargli qualcosa che gli potesse piacere.

«Okay, silenzio!», disse il nonno, «Iniziamo! Questo», disse prendendo il primo pacchetto, «è per James, da Rose!».

Mio cugino mi guardò, quasi sorpreso che gli avessi fatto un regalo.

Lo aprì e un piccolo boccino d'oro schizzò fuori.

Lui ovviamente lo acchiappò subito. «Un boccino con inciso il mio nome! È fantastico! Grazie, Rose!».

«Di niente.», sussurrai.

Si alzò e venne ad abbracciarmi.

Ricambiai.

Mi strinse un po' più forte, poi si staccò.

In quel momento avevo messo un po' da parte il mio orgoglio, e per me sarebbe anche potuta finire lì.

Per quanto mi riguardava avrei anche potuto alzarmi il mattino dopo e comportarmi come se non fosse successo nulla.

E, forse, anche a James sarebbe andato bene.

Ma no.

Dovevo assolutamente parlargli.

Però ero fiera di me.

Avevo messo da parte la mia infatilità.

Forse non ero tanto male come pensavo.

Continuammo ad aprire pacchetti e pacchettini.

Io avevo ricevuto un vestito da Lily e Dom, un libro da mia madre, un set per pulire le scope da mio padre, un buono al Ghirigoro da cento galeoni da James ed Albus, un altro libro da Hugo, il maglione dalla nonna, un orologio dal nonno e un set di scherzi dei Tiri Vispi Weasley da Louis, che era il mio Babbo Natale segreto.

Dopo aver aperto tutti i regali, restammo un paio d'ore a giocare a giochi da tavolo, carte, scacchi magici e chi più ne ha più ne metta.

Mentre giocavo a carte con Lily, Dominique, James e Louis, mi sentii chiamare.

Era Scorpius.

«Dimmi.», dissi.

«Volevo darti questo.».

Poggiò un pacchetto sul tavolo e se ne andò.

Così, all'improvviso, senza dire una parola di più.

Mi aveva davvero fatto un regalo.

Sorpresa, lo aprii.

Era una collana d'argento con una rosa.

«Wow», disse Lily «è fantastica.».

«Già», risposi.

«Girati, te la metto.».

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