Capitolo 16.

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«Rose, svegliati!», urlò Amanda, scuotendomi.
«Amanda, non mi va. Lasciami dormire!», dissi, girandomi dall'altra parte.
«È sabato! Dobbiamo andare ad Hogsmeade per fare un po' di shopping!»
«Odio lo shopping.», mugolai.
«Stasera c'è la festa. Tu devi comprarti qualcosa ed ho promesso a Dominique e Lily che ci saremmo trovare in Sala Grande alle nove. Sono le otto e mezzo, quindi alzati e preparati.», disse.
Sentii il materasso alleggerirsi.
Sbuffando, mi alzai.
Andai in bagno, mi feci una doccia fredda per svegliarmi.
Indossai una maglietta in pile rossa con sopra una felpa, e degli skinny blu.
Ai piedi misi i miei adorati anfibi lucidi.
«Rose!», mi chiamò Amanda.
«Arrivo!», dissi, uscendo controvoglia e prendendo la mia borsa.
Scendemmo di sotto ed andammo in Sala Grande.
«Pronta?», chiese Lily sulla porta.
«Dom, ma io voglio mangiare!», obbiettai.
«Andiamo, potrai fare colazione ad Hogsmeade. Ti prometto che prima di portarti a fare shopping, ti porto a mangiare.», rispose la rossa, prendendomi per il braccio e tirandomi verso il giardino.
«E così, tu e Malfoy..», continuò Lily, con un sorrisetto, dopo che ci fummo allontanate abbastanza dal castello.
«Non c'è nulla tra noi.», precisai.
«Ma ti ha invitata alla festa!»
«L'ha fatto perché sapeva che avrei fatto una figuraccia davanti a tutta la scuola.»
«E da quando a Malfoy interessa se tu diventi lo zimbello della scuola?», disse Dominique, dandole corda.
«Sentite, non lo so, okay? So solo che ormai ho accettato.», risposi.
«E come mai?», chiese Amanda.
«Come mai cosa?», dissi, fingendo di non capire.
«Come mai hai accettato?», ripeté.
«Per non fare una figuraccia davanti a tutti.», mentii.
E le mie cugine se ne accorsero.
Forse anche Amanda, ma Dominique e Lily sicuro.
E non lasciarono passare la cosa.
«Si, il motivo ‘ufficiale’ ce l'avevi già detto. Ora ci dici la verità?», disse, infatti, Lily.
«Io..».
Sospirai.
«Gli ho detto che si sarebbero potuti fare tutti strane idee, e lui ha risposto che si vedeva che non sono tipo da festa, perché stavo prendendo la cosa troppo sul serio. Mi ha dato troppo fastidio, ragazze. Sono stanca di essere quella diversa.», dissi, lasciando uscire le paure tutto d'un fiato, per timore di far crollare la mia voce.
«Essere diversi non è un male, Rose.», disse Dominique, con sguardo grave, fermandosi davanti a me e mettendomi le mani sulle spalle.
«Hai capito, Rose? Non è un male distinguersi dalla massa.».
Aveva un tono strano.
Come se volesse convincere più sé stessa che me.
Che anche la bellissima Dominique, quella che amavano tutti, quella che di problemi aveva solo il dover decidere con chi stare, perché troppe persone la cercavano, che quella stessa Dominique avesse qualcosa?
Le avrei parlato in un altro momento, quando saremmo state sole.
Intanto, annuii e sorrisi.
«Lo so, Dom.», dissi.
In realtà non lo sapevo.
Non sapevo quanto fosse bello essere quella diversa.
Perché sinceramente di bello c'era ben poco.
Almeno per me.
Scossi la testa e cercai di non pernsarci.
Camminammo in silenzio, e quando arrivammo al villaggio, Amanda ci portò ai Tre Manici Di Scopa, dove io ordinai la torta di melassa.
Dopo aver placato la fame, le ragazze mi trascinarono in un negozio davvero bello, gestito da Madama Rosamunde, una donna anziana, ma con un buon gusto nel vestire. Il migliore.
Era stata una grande stilista, da giovane. Aveva vestito le persone più imperanti.
Molti ancora la cercavano, ma lei si era ritirata da quel mondo, aveva preferito passare la sua vecchiaia ad Hogsmeade, villaggio in cui era nata e cresciuta.
Le ragazze mi portavano da lei ogni sabato, ma io non avevo mai preso niente.
«Buongiorno, Madama Rosamunde!», esclamò Amanda, entrando.
Il posto era molto carino.
Era una stanzetta rettangolare, molto accogliente.
Le parenti erano di un color panna opaco, e sopra vi erano appese fotografie di personaggi importanti del mondo della magia, vestiti con abiti di Madama Rosamunde.
«Oh, buongiorno, mie care.», disse lei, sorridente.
«Come sta?», chiese Lily.
«Oh, io bene, un po' di stanchezza, ma sapete, sono avanti con l'età.», rispose, «Allora, care, siete qui per la festa di stasera, vero?».
Noi tre ci guardammo ed annuimmo.
Non eravamo spaventate che lei potesse dire qualcosa ai professori o alla preside.
Lei diceva sempre: “Oh, non abbiate paura. So che la preside non ne è informata, ma non farò la spia! È grazie a queste feste che il mio negozietto va avanti. Ma, anche senza contare il lavoro, è giusto che voi ragazzi vi divertiate a quest'età, perché là fuori la vita ed il lavoro sono duri, quindi gotevi questi momenti!”.
«Si, Madame, speravamo che lei potesse aiutarci.», disse Amanda.
«Certo, troveremo l'abito per ognuna di voi!», esclamò, battendo le mani, «Seguitemi!».
Ci portò oltre una porta, che dava su un piccolo corridoio, con a sua volta altre cinque porte.
Ci condusse alla prima, ed entrammo in un piccolo salottino, con delle poltroncine, un tavolino ed un enorme specchio.
«Allora, da chi cominciamo?», chiese Madama Rosamunde.
Tutte e tre le mie amiche indicarono me.
«Ragazze, sapete che non sarà facile trovare qualcosa per me. Iniziate voi, così poi potrete dedicarvi a me.», dissi.
«Oh no, non importa. Oggi ci concentriamo su di te. Madama, lei cosa consiglia per Rose?», disse Lily, senza darmi il tempo di rispondere.
«Ci andrai con qualcuno?», chiese Madama Rosamunde, sorridendo.
«Si.».
«E cosa indosserà il tuo accompagnatore, cara?».
«Non so dirle..».
«Mi servirà sapere qualcosa, se vuoi che ti trovi un abito perfetto. Umh, dimmi, chi è?».
«Scorpius Malfoy!», dissero in coro le ragazze.
Il volto di Madama Rosamunde si illuminò.
«Oh, Scorpius Malfoy..si, so cosa ci vuole per te!», disse, sparendo dietro una tende, in quello che immaginavo fosse l'atelier.
Cinque minuti dopo, ne uscì con una decina di abiti.
«Allora, iniziamo!», esclamò.
****
«Non mi piace.», decretai.
Le ragazze si accasciarono sulle poltroncine.
«Rose, è l'una, sono tre ore che siamo qui!», piagnucolò Lily.
«Hai provato più di trenta abiti, possibile che non te ne piaccia nessuno?!», esclamò Dominique.
«Andiamo, Rose, questo è bello.», continuò Amanda.
Sospirai.
«Ragazze, ve l'avavo detto che sarebbe stato difficile. Io mi fermo qua. Cercate qualcosa per voi, è inutile continuare a farvi perdere tempo.», dissi, sedendomi anche io su una poltrona.
Madama Rosamunde faceva avanti e indietro tra i salottini, e qualche volta veniva anche nel nostro.
Aveva diminuito le ‘visite’ da noi, dopo che aveva capito che non mi convinceva nulla.
Il punto era che all'inizio mi aveva portato solo abiti striminziti, forse per via del mio accompagnatore.
Quando le avevo chiesto se avesse qualcosa di più coprente, mi aveva accontentato, ma non avevo trovato ancora nulla che facesse al caso mio.
La porta cigolò, e la testa di Rosamunde fece capolino.
«Allora?», chiese speranzosa.
Scossi la testa.
«Madama Rosamunde, mi dispiace di farle perdere tutto questo tempo e di occupare il suo salottino, con il viavai di gente presente oggi.
Io mi fermo qui, si occupi delle mie cugine.», dissi, sospirando.
«No!», esclamò lei, entrando e chiudendosi la porta alle spalle, «non è mai successo che una cliente se ne andasse insoddisfatta dal mio negozio, e non capiterà ora.».
«Alzatevi e venite con me.», disse, aprendo la porta.
La seguimmo verso la porta in fondo al corridoio.
Appena vi misi piede, rimasi senza fiato.
Era una stanza infinita.
C'erano vestiti di tutti i colori, forme e dimensioni.
Alcuni erano da sera, ed erano lunghi fino al pavimento, altri, invece, arrivavano a mala pena al ginocchio.
Era un'esplosione di colori.
Sembrava di essere entrata in un arcobaleno.
«Avanti, ragazze, scegliete quello che vi piace di più.».
Iniziammo a girare in quel labirinto.
Tutti gli abiti che vedevo erano bellissimi, ma non adatti a me.
Mi ero quasi arresa di nuovo, quando lo vidi.
Era molto..particolare.
Il corpetto era a cuore, ma sopra aveva delle maniche trasparenti tempestate di piccoli brillantini.
La gonna era ampia ed arrivava a metà coscia.
Al tatto era morbidissimo.
«Rose, trovato qualcosa?», chiese Dominique.
Mi giarai e glielo feci vedere.
Rimasero a bocca aperta.
«È bellissimo!», esclamò Lily.
Sorrisi.
«E voi? Trovato qualcosa che vi piace?», domandai.
Annuirono e mi fecero vedere le loro scelte.
Dominique aveva preso un abito color rosa carne.
Aveva lo scollo a cuore, le bretelline di pizzo nero ed una cintura sotto il seno, anch'essa di pizzo.
Amanda ne aveva preso uno color rosso, tendente al fucsia, con scollo all'americana.
Infine, Lily aveva scelto un tubino nero con una fusciacca.
In quel momento tornò Madama Rosamunde.
«Allora, c'è qualcosa che vi piace?», chiese.
Le mostrammo le nostre scelte.
«Cosa aspettate, provateli!», ci incitò.
Non ce lo facemmo ripetere due volte.
Tornammo nel salottino e li indossammo.
«Vi stanno d'incanto!», esclamò.
Ci guardammo ed annuimmo.
«Li prendiamo!», esclamammo in coro.
Tornammo all'entrata, pagammo e ci scusammo per averci impiegato tanto.
«Oh, non vi preoccupate. La bellezza richiede tempo!», disse, mentre metteva i nostri acquisti nei sacchetti.
«Grazie ancora!», le dissi, sorridendo.
Uscimmo e ci avviammo di nuovo ai Tre Manici di Scopa, per pranzare.
Arrivammo che ovviamente c'era tantissima gente.
Non c'erano più  tavoli liberi, e stavamo per andarcene, quando ci sentimmo chiamare.
James, Louis e Fred erano seduti in fondo alla stanza, con i loro amici, Logan, Ryan e Austin.
Ci fecero segno e li raggiungemmo.
«Buongiorno, ragazze!», disse James, «sedetevi pure!».
Ci lasciarono un po' di spazio e ci accomodammo.
«Avete fatto shopping?», chiese Louis, rivolto a Dominique.
«Secondo te perché diavolo avremmo delle buste della Bottega di Madama Rosamunde? Per farle pubblicità?», disse Dominique, con tono un po' acido.
«Calma eh.», disse mio cugino, un po' stizzito dal tono della sorella.
«Allora, pronte per la festa?», chiese Ryan.
«Non vedo l'ora!», esclamò Lily.
«Non emozionarti troppo, tu non rimarrai fino alla fine.», le disse James.
Era molto, molto geloso di lei.
«Io posso restare quanto voglio, sono un'alunna del quinto anno, come tutti gli altri.», rispose lei.
«Ma sei piccola!», obbiettò lui.
«Ho la stessa età delle ragazze che ti fai alle feste che organizzi.», replicò.
«Ah, ti ha chiuso!», esclamò Ryan.
Ridemmo tutti.
Lily e James iniziarono a battibeccare, ma non li ascoltai più.
Provai ad immaginare la serata, a capire come comportarmi.
Ma era impossibile, visto che sarei stata con Scorpius.
Quel ragazzo era particolare e difficile da capire.
Era come l'acqua di quei laghi, che visti da fuori hanno un colore così azzurro e cristallino, ma dentro sono pieni di alghe e l'acqua in realtà è verde.
Lui era così, non sapevo mai cosa aspettarmi.
Un momento era cordiale, gentile, simpatico, ma bastava dire qualcosa che sembrava innocuo, e cambiava, diventava un pezzo di marmo, strafottente ed anche sgarbato.
Avevo paura, perché non sapevo come comportarmi, ed io odiavo non avere un'idea chiara delle cose.
«Quindi verrai anche tu alla festa?», mi chiese Logan, interrompendo i miei pensieri.
«Si, ci sarò anche io.», annuii.
«È perfetto.», disse, con un sorrisetto.
«Perfetto per cosa?», domandai perplessa.
«Potresti lasciarti accompagnare da me.», disse, sorridendomi a trentadue denti.
Era davvero carino.
Aveva il viso rotondo, delle labbra sottili e rosa, e gli occhi erano di un bellissimo verde.
Non bello come Scorpius, pensai, rimproverandomi subito dopo per quel pensiero.
«Emh, mi piacerebbe tanto Logan, davvero, ma ho già un accompagnatore.», risposi, molto dispiaciuta.
Dove diavolo eri quando avevo un disperato bisogno che qualcuno mi invitasse?’, pensai.
‘Oh, andiamo! Dillo che non te ne importa, perché non  vedi l'ora di andare alla festa con Scorpius Malfoy! È il ragazzo più bello della scuola!’, obbiettò la stupida vocina.
Tuttavia, quella stupida vocina non aveva tutti i torti, non quella volta.
«Con chi ci vai?», chiese Fred, con il suo solito sorrisone.
«Io-», iniziai a dire, ma fui interrotta dalle voci delle mie amiche, che all'unisono, e contemporaneamente a me, dissero:
«Sarà una sorpresa!», Amanda.
«Oh, non lo immaginate nemmeno!», Lily
«Farvi un po' i cavoli vostri no?», Dominique, sempre stizzita.
I ragazzi, tutti e sei, ci guardarono perplessi.
«Bene!», esclamò Dominique, alzandosi, «È ora di andare. Sono già le due e mezzo, ed il tempo stringe.».
Ci alzammo anche io, Amanda e Lily.
«Andiamo, rimanete un po' con noi.», disse Logan, guardando però negli occhi me.
«Mi dispiace, ma dobbiamo andare.», dissi in risposta.
Non che avessi tutta quella voglia di tornare al castello, ma quella situazione per me stava diventando imbarazzante.
Logan sembrava deluso.
Salutammo i ragazzi, e ci avviammo verso il castello.
«Qualcuno qui piace al bellissimo Logan!», disse Amanda.
«Chi io?», domandai,  scettica.
«No, mia nonna! Certo che sei tu, Rose!», disse la mia amica.
«Non piaccio a Logan.», replicai.
«Certo che gli piaci. Ti ha chiesto di andare con lui alla festa.».
«Si, lo ha fatto sette ore prima della festa, però. Non credo ci sia tutto questo interesse, da parte sua.», dissi.
«Ragazze, diteglielo anche voi che non sono pazza, e che Logan le stava sotto.», disse Amanda, rivolta alle mie cugine.
«Si, a Logan piaci.», disse Dom.
Amanda annuii entusiasta.
«Ma, a te non deve importare.», continuò la bionda, facendo immusonire di nuovo Amanda.
«Stasera avrai per te il ragazzo più bello della scuola, e dobbiamo concentrarci solo su questo.», continuò Dom.
«Sono sicura che ti divertirai un mondo, vedrai.», disse Lily.
«In effetti, Logan può essere bello quanto vuoi, ma Malfoy è Malfoy!», disse ridacchiando Amanda.
Sorrisi delle espressioni delle mie amiche.
Ci prendemmo sottobraccio e tornammo al castello.
Per quanto ceracassi di negarlo persino a me stessa, ero troppo emozionata per quella sera.

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now