Capitolo 19.

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«CHE COSAAA?!», esclamò Amanda.
«Stai scherzando, vero?», urlò Mary.
«Ma sei scemo o cosa?», disse Amelia.
Tutta la squadra di Serpeverde era stata riunita nella stanza delle necessità da Scorpius, che si era armato di coraggio ed aveva riferito ciò che era successo qualche ora prima al campo con James ed il resto della squadra di Grifondoro, escludendo ovviamente la parte in cui il mio caro cuginetto faceva allusioni ad una improbabilissima storia d'amore tra me e lui.
Se Damian ed Albus, seppur contrariati, si erano contenuti, le altre ragazze della squadra non avevano fatto lo stesso.
Era da almeno un quarto d'ora che urlavano a Scorpius era un cretino (non che non avessero ragione).
«Hai idea dell'umiliazione che dovremmo subire se perdiamo?!», urlò Mary.
«Ma come ragioni, con il pene?», disse invece la mia ben poco fine amica, Amanda.
Scorpius mi lanciò uno sguardo di supplica, così decisi di aiutarlo.
«Ragazze, andiamo, il momento degli insulti termina qui, dobbiamo trovare una soluzione.», dissi.
«Rose, che soluzione vuoi trovare?», chiese Amanda.
«Ti ricordo che la partita è sabato mattina.
Ora sono le sette, quindi il lunedì è praticamente finito.
Abbiamo prenotato il campo solo quattro volte questa settimana, e non possiamo averlo per altri turni, considerato che ci sono altre tre squadre.
E per finire, abbiamo Amelia che è ammalata.», disse Mary, mettendo in chiaro la situazione piuttosto disastrosa.
«Mary, sappiamo la situazione qual è, ma io e Rose abbiamo pensato anche a questo.», disse Scorpius.
«Bene allora, illuminateci!», chiese Mary, con sguardo interrogativo.
«Abbiamo pensato a qualcosa che potrebbe aiutarci. Abbiamo un piano.», dissi io.
«Sentiamo questo grande piano che dovrebbe salvarci dall'umiliazione che potrebbe imporci mio fratello.», disse Albus, che fino a quel momento aveva taciuto.
Scorpius mi lanciò un'occhiata, segno che mi stava lasciando la parola.
«Allora, partiamo da problema più importante,», iniziai, «non possiamo permetterci di rinunciare al nostro portiere. Amelia, dobbiamo riuscire a farti giocare.», dissi, rivolgendomi a lei.
«Rose, è da una settimana che sono con la febbre, sono andata tre volte da Madama Chips per la pozione per la febbre, e la terza volta non è andata benissimo. Mi ha detto che la sola pozione non è sufficiente, se poi vado a giocare sotto la pioggia, che deve essere accompagnata dal riposo. L'ultima volta si è rifiutata di darmela, e non me la darà neanche questa volta. Soprattutto in vista della partita.. odia il Quidditch, perché pensa che causa i peggiori danni.», mugolò lei.
«Okay, allora dobbiamo pensare a qualcos'altro..», borbottai.
Pensa, pensa, pensa.., mi dissi.
Doveva esserci un modo.
La stanza era nel completo silenzio.
«Ci sono!», esclamai, facendo sobbalzare tutti.
«Stasera stesso invierò un gufo a mia madre per chiederle di spedirci delle medicine babbane. Ti assicuro che fanno quasi lo stesso effetto della pozione per la febbre, solo un po' più lentamente.. ma è l'unica scelta che abbiamo.», dissi, rivolta a lei.
Vedendo la sua titubanza, aggiunsi: «Se non te la senti tranquilla, troveremo un altro modo.».
Tutti gli occhi erano puntati su di lei.
Scorpius la stava supplicando silenziosamente.
«Certo, le prenderò. Spero che facciano effetto, perché non ce la faccio più.», disse, sospirando.
La osservai bene, e la vidi veramente.
Era messa male.
Aveva il naso arrossato, delle profonde occhiaie, le labbra secche, e teneva sempre in mano un pacchetto di fazzoletti.
«Cercherò di farteli avere al più presto. Intanto però dovresti fare come dice Madama Chips e riposare, altrimenti peggiorerai.».
Lei annuì.
«Okay, problema febbre risolto. Ora ne abbiamo altri due.», disse Amanda, «Il tempo e lo spazio. Non possiamo allenarci al campo, ed anche se potessimo, la McGranitt ci ha dato due temi entro venerdì, e scommetto che nessuno di noi li ha fatti.», continuò.
«Ehi, io li ho fatti!», protestai.
Sei paia di occhi si puntarono su di me.
Io ressi i loro sguardi per un po', poi mi arresi.
«Oh, e va bene. Potete copiarli, ma cambiate le parole e togliete qualche cosa, non devono assolutamente sembrare uguali.», li avvertii.
«Sarà fatto!», esclamò Scorpius, sollevato dal fatto che avessi accettato.
Quei due mesi come mio compagno di studio erano bastati a fargli capire che se c'era una cosa che odiavo, era passare i compiti e far attribuire ad altri il merito del mio lavoro.
Però per una volta avrei chiuso un occhio, perché non volevo rischiare di espormi troppo davanti a tutta la scuola.
Più che altro non potevo.
Mi raccomando, tesoro, sii sempre vaga.”, mi aveva detto mia madre.
Certe cose non potevano trapelare.
Ed Albus lo sapeva, infatti era da quando Scorpius aveva menzionato la scommessa che mi guardava con aria grave.
«Ora, ultimo problema ancora non risolto», disse Damian, parlando dopo tutto quel tempo e risvegliandomi dai miei pensieri, «come ci alleniamo se il campo è stato prenotato solo per sei ore, questa settimana?».
«Potremmo chiedere a Corvonero o Tassorosso di concederci i loro orari..», disse Amelia.
«I Corvonero non ce li lascerebbero.
Tra due settimane dobbiamo giocare contro di loro, quindi escludiamoli.», ci fece notare Damian.
«Dovremmo tentare con i Tassorosso, allora.», disse Amanda.
«Ragazzi,», li interruppi guardando Scorpius, che annuí, «io e Scorpius avevamo pensato ad una cosa..forse è una stupidaggine e non funzionerà, ma vorremmo provare.».
Tutti ci guardarono.
«Cosa vorreste fare?», chiese Albus, un po' allarmato.
«Pensavamo di allenarci qui.», disse Scorpius.
«Qui?», chiesero stupefatti in coro.
Guardai Scorpius, che annuí nuovamnete, e facemmo come programmato.
Chiudemmo gli occhi e pensammo la stessa cosa tre volte.
Abbiamo bisogno di un posto sicuro dove poterci allenare, senza essere disturbati e/o scoperti da nessuno.
Ad un certo punto la stanza tremò leggermente.
Aprii gli occhi, spaventata che quella fosse stata solo una pessima idea e che sarebbe crollato tutto nel giro di tre secondi, invece non fu così.
Poco a poco, la stanza si stava espandendo.
Le sedie su cui eravamo seduti sparirono, e finimmo tutti culo a terra, ma, anziché atterrare sul parquet, atterrammo su un morbido prato artificiale, come quello che utilizzano nei campi di calcio babbano.
Agli estremi della sala si eressero tre enormi pali che terminavano con degli anelli.
Infine, accanto a Scorpius apparve la cassa, contenente la pluffa, i bolidi ed il boccino.
Tutti gli altri ci guardarono esterrefatti.
«Ma è geniale!», esclamò Amanda, alzandosi in piedi e cominciando a saltellare eccitata.
«Grande bella idea!», disse Amelia.
«Forse non sei tanto stupido come pensavo, Scorp!», sghignazzò Mary.
«Qua nessuno potrà sentirci, è perfetto!», disse Damian.
«Di avere una cugina intelligente lo sapevo, ma non pensavo fino a questo punto.», disse Albus ridendo e dandomi un colpetto sulla spalla.
«Stupido!», dissi, ridendo anche io.
Tutti iniziarono a parlare contemporaneamente di come fare ad allenarci e in quali orari, quando Scorpius mi tirò qualche centimetro in dietro.
«Grazie dell'aiuto, Rose. Siamo forti e determinati, ce la possiamo davvero fare.», disse, sorridendomi sincero.
Ricambiai il sorriso.
Si, forse ce la potevano davvero fare.
O almeno, lo sperai vivamente con tutta me stessa.

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now