Capitolo 26.

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Entrai nella stanza delle necessità, vestita, truccata e pettinata di tutto punto.
Avevo deciso che, se avessi dovuto fare una figura colossale davanti al tutti, almeno sarei dovuta essere presentabile. In realtà era stata un'idea di Amanda, ma non l'avevo contraddetta. Notai che la stanza era molto più grande del solito. Vidi James ridere con i suoi amici in fondo alla sala, accanto a lui c'era Logan. Lily parlava con le sue compagne di dormitorio. Di Dominique nemmeno l'ombra.
Vagai con lo sguardo per la stanza, fino a vederla seduta da sola in un angolo.
«Torno subito.», dissi ad Amanda, camminando verso mia cugina. Quando fui abbastanza vicina, mi vide e saltò in piedi.
«Rosie!», esclamò.
«Dominique.».
«Scusami, Rose. Scusami.», disse con gli occhi rossi.
«Scusarti per cosa, Dominique? Sono io che ho esitato, non tu.».
«Si, ma io ti ho chiesto di non farci perdere, e tu sei sempre così altruista che hai perso per me.», disse.
«Non dirlo, non è così.»
Io avrei potuto mancare l'anello, avrei potuto farlo, invece mi sono lanciata, pronte a vincere. E poi, se avessi davvero voluto farli vincere, in quel momento non mi sarei sentita una totale merda, non mi sarebbe venuto da piangere.
Di nuovo.
«Si che è così, Rose.», insistette.
«No, non è così. Dio, non è così.».
«Ma-», iniziò Dom.
«Devi dirlo a Lily, non si merita che tu le menta. Diglielo, sii sincera con lei, non aspettare di nuovo che due deficienti facciamo una scommessa a scapito altrui.», la interruppi, alludendo a ciò che aveva tanta paura di rivelare.
«Io lo farò appena possibile.», mormorò.
«È sempre possibile. Se non glielo dici è perché non vuoi, non perché non puoi.», conclusi.
Non disse niente.
«Rose.», disse una terza voce.
Mi girai e vidi Amelia.
«Rose, dobbiamo andare tutti al centro della sala.».
Mi voltai e vidi il resto della squadra in piedi al centro, osservati da tutti. Incrociai lo sguardo di Scorpius. Era glaciale, come ore prima nello spogliatoio. Provai a sostenerlo, ma non ci riuscii, così lo abbassai.
«Non farlo, non camminare con lo sguardo basso o ti prenderanno di mira. Cammina guardando dritto davanti a te, come se non te ne fregasse di niente e di nessuno.», disse Amelia, vedendo cosa avevo fatto.
«Hai ragione.», dissi.
Ed infatti ne aveva.
Feci come mi aveva detto Amelia, e camminai guardando un punto fisso di fronte a me. Arrivammo vicino agli altri, e venimmo circondati.
«Bene, bene, bene. Oggi è proprio una bella giornata, non trovate?», disse Logan, ridacchiando.
Mi chiesi come mai a parlare fu Logan, e non James. Infondo era James il capitano della squadra.
Notai però, che, mio cugino era accanto a Logan, insieme a tutti gli altri loro amici.
Decisi di non voler guardare James negli occhi, così mi concentrai su Logan.
«Falla finita, Parker, e sbrighiamoci che ho da fare.», sbottò Scorpius.
«Calmo, Malfoy. Che succede, non sei euforico come stamattina?».
«No, sono solo annoiato. Facciamola finita.», disse il biondo.
«Va bene, come vuoi. Iniziamo.», disse Logan.
Fece apparire sette sedie.
«Sedetevi.», disse.
Mi sedetti vicino ad Amanda e Amelia, ero esattamente di fronte a Scorpius.
Logan si mise in mezzo al cerchio formato da noi.
«Parker, mi spieghi perché sei tu a prendere la parola come se fossi il capitano, quando non lo sei?», disse Amanda, alzando un sopracciglio.
Lui le si avvicinò.
«Tu saresti Dolohov, giusto? Non mi ricordo di te, è il tuo primo anno in squadra?».
Lei annuì.
«Beh, tesoro», disse, abbassandosi alla sua altezza, per essere faccia a faccia, «diciamo che io mi divertirò di più, molto di più.».
Mi lanciò un'occhiata di sfuggita e sorrise.
Mi sentii ribollire il sangue nelle vene.
«Bene, vincenti Grifondoro, iniziamo! Chi apre le danze?», chiese, girandosi a guardare gli altri.
Un momento, perché chiede agli altri? Dovrebbe rivolgersi ai membri della squadra’, pensai.
Tutti alzarono le mani ed iniziarono a scalpitare.
«Calmi, calmi. Abbiamo tutti la possibilità di fare domande ai nostri cari amici.».
«Un momento, un momento.», lo interruppi, scattando in piedi.
«Dimmi tutto, dolcezza.», mi sorrise.
«Come sarebbe a dire tutti? La scommessa prevedeva che i membri della squadra vincente facessero domande a quelli della squadra perdente. Non si parlava di tutta la casata.», dissi.
«Ah, piccola Rose, il tuo Malfoy non te l'ha detto?», chiese.
«Cosa avrebbe dovuto dirci?», dissi, evidenziano quel “ci”, per non dare peso a quel “tuo Malfoy”.
«L'altro giorno, io ed il tuo caro Malfoy, ci siamo incrociati in corridoio e abbiamo apportato un piccolo cambiamento alla scommessa.».
Trattenni il fiato.
«In cosa consiste questo cambiamento?», chiesi, cercando di restare calma.
Che diamine aveva combinato Malfoy?
«Le domande non saranno solo fatte da membri della squadra, ma da tutti i membri della casa, ed inoltre, abbiamo allungato un po' i tempi».
Sbarrai gli occhi scioccata, come tutti gli altri componenti della squadra.
«Allungato un po' i tempi?», ripetei.
«Esatto.», sorrise.
«Spiegati meglio, Parker.», dissi, cercando di mantenere la calma.
«Resterete sotto Veritaserum per cinque minuti ciascuno.».
Sbarrai gli occhi.
«Cosa?», urlai.
«Hai capito bene, tesoro.», rispose, con quel sorrisetto.
«Tu non sei il capitano, non puoi prendere queste decisioni.», sbottai.
«In quel corridoio con noi c'era anche il tuo adorato cugino. Era presente, e non ha opposto resistenza, quindi il cambiamento vale eccome, tesoro.», mi zittí Logan.
Stavo per alzarmi in piedi e prendere per capelli quel gran coglione, ma le mani di Amanda ed Amelia scattarono su di me.
«Stai calma.», disse Amanda.
«Lo sapevi?», sussurrai.
«No, nessuno lo sapeva, ma facendo una scenata non risolvi nulla. Resta seduta, passerà.», rispose, impassibile.
Respirai profondamente, e cercai di cambiare espressione.
«Bene, ragazzi, da chi mi consigliate di iniziare?», disse Logan.
Lo stavo odiando, come poteva godere tanto a metterti in imbarazzo?
Tutti iniziano ad urlare nomi diversi, alla fine lui lì zitti, puntò il dito su un ragazzo bassino del quinto anno.
«Scegli tu.», disse.
Il ragazzo ci pensò su qualche minuto poi puntò il dito su Amanda.
«Bene, iniziamo.», disse Logan, sempre con quel sorrisetto odioso.
****
Erano passati venti minuti, minuti infernali per miei compagni, e anche per me, che avevo assistito alla crudeltà gratuita di quello che credevo essere un bravo ragazzo. Ma con chi diavolo se la faceva mio cugino?
«Bene, vediamo a chi tocca adesso.», disse Logan.
«Tu.», continuò poi, indicando una del settimo anno.
«Logan stavo pensando una cosa.», disse lei, civettuola.
«Dimmi, tesoro.», sorrise Logan.
Lei si avvicinò a lui e gli disse qualcosa all'orecchio. A Logan si illuminarono gli occhi.
«Bene, bene, bene. È un'idea fantastica, Jules.», sogghignó.
«Prendi due bicchieri.», disse ad un ragazzino del primo anno.
«Due?», chiesi, incerta.
Per quei venti minuti il ragazzino aveva preso un bicchiere, l'aveva riempito di Veritaserum e poi, chi dei ragazzi era stato scelto, si era messo al centro del cerchio a berlo, ed era rimasto lì sotto gli occhi di tutti per i successivi cinque minuti. Ma era sempre stato preso un solo bicchiere.
«Si, tesoro, due.», sorrise Logan.
«Cosa cazzo avete intenzione di fare?», chiese Scorpius, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, ed era stato più silenzioso di un pesce.
«Ti piacerà, Malfoy.», ghignò Logan.
«Parla, Parker.», dissi io, ormai spazientita.
«Se me lo chiedi così gentilmente, tesoro, non posso che accontentarti.», mi prese in giro.
Alzai gli occhi al cielo.
«Beh?».
«Abbiamo deciso di farmi un favore, tesoro.».
«Un favore?», dissi, non capendo cosa cazzo stesse dicendo.
«Sì, un favore.».
«Parla, per Salazar.», sbottai.
«Anziché farvi stare sotto l'effetto del Veritaserum cinque minuti ciascuno, tu e Malfoy berrete la pozione insieme, e vi verranno fatte le domande nello stesso momento».
«A quale scopo tutto ciò?», chiesi ringhiando.
«Divertirci, tesoro.», rispose lui con quel sorrisetto snervante, che mi faceva venire voglia di lanciargli una maledizione Cruciatus.
«Bene, iniziamo!», disse.
Mi trovai occhi negli occhi con Scorpius.
Iniziai ad essere nervosa.
Ma la cosa peggiore, era che mi stava venendo da piangere.
Le lacrime che avevo trattenuto per tutte quelle ore, stavano per uscire fuori.
Le trattenni, di nuovo.
«Bene..questa volta ci divertiremo davvero.», disse Logan euforico. «Bevete.», continuò.
Presi il bicchierino e bevetti.
Una sensazione strana mi prese allo stomaco.
Mi sentivo come se fossi un libro aperto, pronto a svelare al pubblico i segreti nascosti dietro alle parole. Ero vulnerabile.
«Bene, ragazzi. Iniziamo con le domande!», disse il deficiente, battendo le mani.
«Allora, Weasley, inizierò da te.», disse, guardandomi.
«Adesso non fai fare le domande ad i tuoi cari compagni?, dissi io.
«No, dolcezza. Ora vorrei divertirmi un po' anche io.».
«Come se non ti fossi già divertito abbastanza.», sibilai.
«Non abbastanza, ancora.», rispose. «Bene, Weasley, dov'eri ieri notte?», chiese, così, senza peli sulla lingua. Dopo che formulò la domanda, una strana sensazione mi prese allo stomaco.
Sentivo il bisogno di rispondere, dovevo sputare fuori le parole. Era come quando si aveva un conato di vomito, dovevo fare fuoriuscire tutto. A quel bisogno di parlare, però, si opponeva il bisogno di non farlo. Sapevo che non potevo dirgli niente, non potevo parlare di Dominique. Mi irrigidii, trattenni il respiro e provai a concentrarmi per non parlare. Questo mi provocò un fortissimo bruciore alla testa. Sapevo di non poter mentire sotto effetto di Veritaserum, ma potevo adattare la verità.
«Ero a fare la ronda, come sostituta per mio cugino Albus, che era in punizione.», dissi.
«Sei sparita, nessuno ti ha più vista. Con chi sei stata durante la “ronda”?».
«Sono stata con tante persone.», dissi, alludendo alle tante persone che avevo visto quella sera. Stavo illudendo e manipolando le sue domande con altre verità. Stavo cercando di sembrare realistica, ma in realtà mi stavo sforzando al massimo per farlo. Logan serrò la mascella, capendo ciò che stavo facendo.
«Con quale persona sei stata dopo che ci siamo separati?», insistette, calcando sulla parola persona.
«Con Dominique.», dissi, sforzandomi per non aggiungere altro.
«E tu, Malfoy, con chi sei stato ieri sera, dopo la punizione?», chiese fissandolo.
«Con..», disse sforzandosi anche lui di non rispondere.
«Con chi?», insistette.
«Con Rose.», sputò fuori.
Era impossibile non rispondere, lo sapevo. Si poteva solo cercare di eludere la domanda, ma quanto più una domanda era dettagliata, più era difficile farlo. Quel “dopo la punizione” era molto specifico.
«Ah, con Rose. Rose, tu non eri con Dominique?» chiese guardando di nuovo me.
«Sì, ero con lei.».
«Oh, avete fatto una cosa a tre?», disse Logan, ridendo, e provocando fischi, risate ed esclamazioni volgari da parte di tutti.
«No.», ringhiai.
«Calma, Weasley.», disse, fissandomi. molti stavano ancora bisbigliando, così lui li zittí.
«Weasley, come facevi ad essere con entrambi nello stesso momento, se loro non erano insieme?».
«Sono stata prima con mia cugina, e poi con Scorpius.», risposi.
«Cosa hai fatto con Malfoy?», chiese sorridendo.
Serrai le labbra.
“Eludi la domanda, eludi la domanda.”, pensai.
«Abbiamo parlato.», mi sforzai di dire, pensando alla nostra conversazione sulle paure.
«E dopo, Malfoy, cosa avete fatto?», chiese, rivolto a lui.
Guardai Scorpius negli occhi, e cercai di decifrare quello che stava per dire. Ricambiò il mio sguardo per un attimo, poi lo distolse.
«Siamo stati insieme.», rispose. Strabuzzai gli occhi. Cosa diamine stava dicendo? Stati insieme? Ci eravamo scambiati al massimo qualche bacio.
‘Più di qualche bacio mia cara’, disse la vocina nella mia testa. La scacciai. «Beh, Weasley, hai fatto un controllo per le malattie veneree?», chiese una voce tra i ragazzi. Guardai, e vidi che la domanda era stata fatta da Newt McLaggen.
«Bella domanda, McLaggen, mi piace! Beh, Weasley, non rispondi?», disse Logan, divertito.
«No.», risposi.
«No cosa?», continuò Logan.
«No, non ho fatto un controllo per le malattie veneree.», dissi a denti stretti.
Sicuramente ero arrossita. Ero in imbarazzo totale.
«Bene, rimane tempo, continuiamo con queste bellissime domande.», disse Parker.
«Tu.», continuò, indicando un ragazzone alto come un armadio.
Lui si fece avanti.
«Malfoy, cosa pensi di Rose?», ammiccò.
«È una brava cacciatrice.», rispose lui.
«Sei stato bene con lei ieri notte?», continuò il ragazzo.
«Sì.», rispose Scorpius a denti stretti. Probabilmente stava cercando di non rispondere, eppure quella risposta, devo ammetterlo, mi fece piacere. Tanto piacere.
«Quindi è brava?», ammiccò un altro ragazzo del settimo anno.
«Per brava è brava, ma c'è di meglio.»,  rispose Scorpius, scrollando le spalle.
Quella risposta invece piacere non me ne fece proprio.
Intanto un boato si levò in tutta la stanza.
Risatine, battutine, prese in giro, di tutto e di più.
Io arrossii di nuovo. Quei ragazzetti si stavano lamentando troppo, cosa ci trovavano di tanto eccitante in due ragazzi che stavano insieme in un bagno?
‘Che poi voi insieme nemmeno ci siete stati’, disse la vocina.
Sbuffai.
Era troppo snervante.
Peggio di Dolores Umbridge.
Sì, ecco, l'avrei chiamata così.
Dolores.
Rispecchiava perfettamente il suo essere irritante.
Ti stai dando dell'irritante da sola, cocca.’
Zitta, Dolores.’ la mise a tacere.
Smisi di litigare con la vocina e ritornai alla realtà.
Cercai di dimostrare indifferenza per le parole di Scorpius, anche se tanto indifferente non ero.
Sì insomma, lo sapevo che c'era di meglio.
C'erano tantissime ragazze più belle e brave di me e lui era stato con tutte.
Ma non era stato con me.
Ed era stato meglio così.
Dio, avevo corso troppo.
Erano stati solo dei baci!
Però, lui mi era sembrato così diverso. Fino a quella mattina ci avevo creduto.
In quel momento mi resi conto di una cosa: forse, Lily, Dominique ed Amanda avevano ragione, mi piaceva.
Sì, mi dava sui nervi, ma mi attraeva. Evidentemente per lui però non era così.
«E per te, Weasley, com'è stato?».
«Non è stato niente di che.», risposi, pensando che in effetti era vero. Fondamentalmente non c'era stato nulla, a parte qualche bacio, e quello mi aiutò a rispondere.
Il fatto che non c'era stato niente di più. Perché in realtà, per me, era stato molto più di “niente di che”.
Per me era stato effettivamente qualcosa, ma di certo non volevo umiliarmi davanti a tutti, quindi, con un altro sforzo in più, manipolai anche quella risposta.
«Beh, Malfoy, a quanto pare nemmeno tu sei tanto bravo come credi.», disse Ryan, l'amico di James, uno di quelli con cui avevamo pranzato durante quel weekend ad Hogsmeade.
Vidi Malfoy irrigidirsi.
E cosi l'orgoglio pungeva. Che avesse paura che la sua fama da farfallone scemasse?
«Sinceramente, cosa ci trovi in quella carota?», chiese, così di punto in bianco, Taylor Thomas, una Grifondoro del quinto anno.
«Ci sono diverse cose.», rispose Scorpius a denti stretti.
«Quali?», insistette la ragazza.
«Ho detto che ce ne sono diverse.», ripeté ancora Scorpius.
«Riformulo io la domanda», intervenne Logan, «quali caratteristiche ti piacciono di lei?». Logan sapeva che le domande dovevano essere specifiche per ottenere una risposta efficace, infatti stava usando questo suo favore fin dall'inizio. Quando voleva prendersi ancora più gioco di noi faceva le domande vaghe, per estrapolare lentamente le informazioni, altre volte invece chiedeva direttamente.
Quella domanda doveva essere imbarazzante per Malfoy, ma lo era stata anche per me.
Anzi, più che imbarazzante, per me era paurosa. Non volevo realmente sapere cosa gli passava per la testa.
Prese un respiro.
«È una bella ragazza.», disse guardandomi.
Mi trovava una bella ragazza.
Una parte di me pensò che non ci vedesse bene, un'altra però sorrise al pensiero che mi considerasse in quel modo.
«È poi è appena tornata, il numero di ragazze nel castello cresce, ed io non posso rimanere in dietro. Dovevo pur provarci.».
«Un nome in più nella lista insomma.», disse McLaggen.
Scorpius annuí.
Me ne caddero le braccia.
Voleva solo scoparmi?
‘Finalmente te ne sei accorta, fiorellino.’, disse Dolores.
Già, finalmente me n'ero accorta.
Aveva dovuto smerdarmi davanti a tutta la scuola, però.
«Non siamo mai stati a letto insieme.», sbottai, troppo innervosita dall'immagine che stava dando di me.
«Infatti era in un bagno.», disse quel coglione.
«Si, ma non abbiamo fatto sesso.», sibilai.
«Si, ma abbiamo fatto altro.», mi scimmiottò.
«Se per qualche succhiotto ti ecciti tanto, allora mi viene da pensare che le fantastiche “prestazioni” di cui ti vanti tanto, siano solo leggende.», dissi, pungente.
Voleva la guerra? Che guerra fosse.
«Prima cosa, non sono solo leggende, e comunque tranquilla che non mi eccito per così poco. Anche perché non sei nemmeno brava.», disse.
«Prima hai detto il contrario.», gli feci notare.
«Mi stavi facendo veramente pena.», rispose, sorridendo in modo cattivo.
Divenni rossa di rabbia, per la millesima volta in quella serata.
Lo stavo odiando con tutta me stessa.
E soprattutto mi stavo odiando per essergli anche stata appresso.
Presi un respiro profondo, pensando a come rispondere in modo tagliente, ma non mi venne niente da dire.
Non sapevo come ribattere.
Dominique se ne accorse, infatti corse in mio aiuto.
«Però finché Rose si faceva in quattro per far vincere la squadra, che tu hai trascurato per ben due mesi, non ti sei lamentato di lei. Finché lei faceva tutto il lavoro e tu ti preoccupavi di mettere la tua vita privata davanti alla squadra, andava tutto bene.», disse.
«Infatti, lì mi andava bene. Poi però è successo che non è stata in grado di mettere la sua vita privata da parte.», sbottò Scorpius, rosso in viso.
«Vita privata? Cos'è successo?», chiese Jules, il diavolo che aveva dato a Logan queste stupida idea di far scontare la scommessa a me e Scorpius insieme.
«Vorrei saperlo anche io.», rispose Scorpius, poiché la domanda non era stata rivolta a nessuno dei due in particolare.
«C'entra con il fatto che hai guardarlo Logan prima di sbagliare?», chiese lei.
Sbiancai completamente e mi irrgidii. Sentii gli occhi di Scorpius addosso. «Stavo guardando mia cugina Dominique.», risposi semplicemente. «Perché?», chiese ancora lei.
Provai a non rispondere alla domanda, serrando le labbra.
«Rispondi alla domanda, perché?», insistette lei.
Provai a resistere con tutta me stessa, perché sapevo di non poterlo fare. Sapevo di non poter mettere in difficoltà Dominique, ma quella ragazza insisteva, continuava a guardarmi con quegli occhi inquisitori, e a formulare la domanda.
Alla fine cedetti, perché il bruciore alla testa stava diventando troppo forte.
«Perché sapevo che se avesse perso sarebbe stata male per questo ho esitato.», evidenziai  con la voce la parola esitato, perché non volevo che qualcuno credesse che avessi perso di proposito.
«Perché sarebbe stata male?», chiese  Logan.
«Perché sarebbero usciti fuori alcuni segreti.», sputai fuori, prima di potermi fermare, e con una voce abbastanza stridula.
Stavo iniziando a non farcela più, seriamente.
«E non hai pensato al tuo caro Scorpius?», chiese ancora Logan.
«Si, ci ho pensato, ma..».
«Ma cosa?».
«Ma ho dovuto mettere davanti a lui la fiducia che mia cugina, nonché mia migliore amica, riponeva in me.».
Nonostante alla fine avessi ceduto e avessi tirato dritta nell'anello centrale, io avrei davvero voluto che mia cugina non perdesse. Avrei fatto qualunque cosa per aiutarla a non far trapelare niente, se era questo che lei voleva.
«Uh, il povero Scorpius messo al secondo posto. Non è che piangi, Malfoy?», chiese Logan ridacchiando, e provocando le risate dei suoi odiosi amichetti.
«Bene,», disse poi, guardando l'orologio, «c'è tempo per un'ultima domanda. Che riservo per me.», continuò Logan.
«Weasley,», iniziò, per poi però bloccarsi.
Esitò.
Pensai che forse aveva deciso di essere di essere clemente con me, dopo avermi torturata tanto.
«Qual è il segreto di Dominique?», disse però in fine, smentendomi.
Mi irrigidii e trattenni il fiato.
Come dovevo fare per non rispondere alla domanda? Provai con tutta me stessa a ricacciare in dentro le parole che premevano per uscire.
«Dai, piccola rosa, rispondi. Qual è il segreto della tua cara cugina?», insistette quel verme.
«Adesso basta!», sbottò James, che per tutto quel tempo era rimasto in silenzio.
«Deve rispondere amico.», ridacchiò Logan, mentre io lentamente soffrivo e mi contorcevo, per rimanere in silenzio.
«No, non deve. Basta così.», sentenziò mio cugino.
«Non lo decidi tu, James. Ormai la domanda è stata fatta, lei deve rispondere. È l'effetto del Veritaserum».
Iniziai a non respirare più, mi stavo sentendo male.
Tossii bruscamente, mentre cercavo di resistere all'effetto della pozione.
«Cosa le succede se non lo dice?», chiese allarmato Albus, venendo di fronte a me, insieme al resto della mia famiglia.
«Non lo so, ma a giudicare dal colore della sua pelle, identico a quello dei suoi capelli, direi niente di buono.», disse Logan.
«Lo deve dire.», disse Jules, famelica.
Stavo seriamente per scoppiare.
Provai a concentrarmi un secondo per vedere chi avevo intorno.
A qualche centimetro alla mia sinistra c'era Lily.
Guardai Dominique, che era a destra.
I nostri sguardi si incontrarono, e mi scusai con gli occhi.
Poi afferrai Lily per le spalle e mi avvicinai con la bocca al suo orecchio.
In quel momento sentii un gran rumore provenire da dietro di me, e ne approfittai per sussurrare la risposta all'orecchio di mia cugina.

#SpazioAutrice
Ci sono tante cose che vorrei dirvi, ma sto morendo di sonno.
Ci ho messo tre anni per rileggere questi due capitoli, addormentandomi anche sul telefono.
Quindi mi scuso per l'immenso ritardo e per eventuali errori.
Buona lettura e buona notte potterheads.❤💋

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now