Capitolo 37.

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Scorpius' point of view.
Lasciai il piatto di roast beef ancora intatto.
Ero stanco e non avevo voglia di fare niente, nemmeno mangiare.
Nelle ultime settimane riposare era stata un'impresa: tra il progetto di pozioni, il Quidditch, le altre materie da studiare, le punizioni con la Weasley e il cercare di mantenere un minimo di vita sociale, il letto l'avevo visto pochissimo.
Inoltre quella sera sarei dovuto andare alla festa di Lumacorno.
«Scorp, tutto bene?», chiese Al, vedendomi così taciturno.
«Certo, amico.», dissi, e lo sguardo mi cadde, involontariamente, sulla Rossa seduta un po' più distante da noi.
«Ti stai rammollendo.», rispose il moro al mio fianco.
«Come?».
«Non riesci nemmeno più a dire le bugie. Mia cugina ti è entrata proprio dentro la testa.».
«Cosa c'entra Rose, adesso?», chiesi stizzito.
«C'entra più di quanto tu voglia far credere a te stesso.».
«Smettila di psicoanalizzarmi, Al.».
«Non c'entra niente tua cugina, e tu devi smettere di comportarti come se sapessi tutto!», dissi, sbattendo la mano sul tavolo ed affrettandomi ad uscire.
Andai in dormitorio e mi buttai sul letto.
Una volta sbollita la rabbia, mi resi conto che forse avevo esagerato a girararmi così, ma la verità era che mi ero innervosito, perché sapevo che Al aveva ragione.
Stavo così per sua cugina e per la conversazione che avevamo avuto la sera prima, durante la punizione di Lumacorno.
Anche se non avevamo fatto nulla di così grave, lui non accennava a volerla dichiarare finita.
Era fissato con me e Rose, non eravamo scemi, tutti avevamo capito che lo faceva apposta.
Stavamo pulendo l'aula, che quel giorno era ridotta talmente male che sembrava essere scoppiata la terza guerra magica.
Era passata già qualche ora.
Ricordavo le parole di Lumacorno, sul fatto di poter portare un'accompagnatrice.
Era tutto il giorno che ero combattuto.
Volevo chiedere alla rossa di venire con me, volevo vederla entrare in quella sala cercando il mio sguardo, volevo poterle fare i complimenti per la sua bellezza (perché sapevo già che sarebbe stata meravigliosa) e vedere le sua guance colorarsi di rosso come i suoi capelli, volevo poter ballare con lei e sorridere nel vederla un po' goffa ed impacciata ed infine volevo accompagnarla il sala comune, sapendo di averle fatto passare una bella serata.
Però, se c'era una parte di me che voleva tutto questo, ce n'era un'altra che non faceva altro che darmi dell'imbecille.
Insomma, primo era di quella saccente della Weasley che stavamo parlando, secondo, da quando ero così rammollito da pensare certe cose?
A volte avevo il dubbio che mi avesse propinato qualche filtro d'amore o roba simile, non era da me pensare certe cose.
Comunque, tornando alla punizione, era passato tantissimo tempo nel più totale silenzio, silenzio che alla fine mi ero deciso a rompere.
Non ero Grifondoro, ma un po' di coraggio ce l'avevo anch'io, no?
«Devo chiederti una cosa.», avevo detto.
Si era girata e mi aveva guardato un attimo interdetta.
«Dimmi.».
«Io.. si, insomma, tu..».
«Si?», rispose, invitandomi a continuare.
«Vuoi..», coraggio, improvvisati Grifondoro.
«Voglio..?».
«Vuoi..vuoi che io venga a La Tana per Natale o preferiresti che non venissi?».
'Cosa, ma sei scemo?', aveva detto quella che immaginavo essere la mia coscienza, o comunque la stupida voce che tutti abbiamo nella testa, e che in quel momento assomigliava troppo a quella di Albus.
«C-come?», mi aveva chiesto, con un'espressione indecifrabile.
«Quello che ho detto, ti da fastidio che io trascorra il Natale con voi?».
Ma che cazzo avevo detto?
«I-io..», stava balbettando.
«Ho capito, è un sì.».
«Si, cioè no! Non mi da fastidio, è che noi litighiamo sempre quando siamo insieme, e non vorrei che questo accadesse davanti alla mia famiglia. Insomma, sai il motivo del mio trasferimento e..altre cose.», aveva detto, rabbuiandosi.
«Certo, capisco. Bene, vedrò di evitarti, allora, siete una marea di Weasley e c'è chi è ben più interessante di te.».
Si era irrigidita.
«Bene. Meglio così, non mi va di averti tra i piedi.», aveva risposto.
«Io sono stanca, per oggi basta, se ti va continua tu.», aveva continuato poi, lanciandomi lo straccio in pieno viso ed uscendo sbattendo la porta.
L'avevo fatta rimanere male, lo sapevo bene.
Ma la verità è che ero frustrato.
Non ero riuscita ad invitarla, me n'ero uscito con una domanda stupida ed ero rimasto deluso dalla sua risposta.
Ero proprio un imbecille.
'Puoi dirlo forte.', aveva confermato Albus versione vocina irritante.
Dopodiché ero tornato in sala comune ed ero stato nervoso tutta la sera, pensando alla scena di poco prima
«Pianeta chiama Scorpius.», aveva detto ad un certo punto Damian, passandomi una mano davanti al viso e facendomi tornare alla realtà.
«Si, eccomi.».
«Non hai sentito una parola di quello che ho appena detto, vero?».
«No.», avevo ammesso.
«Non mi va di ripetere, Al, diglielo tu.».
«In poche parole, Damian ha invitato la sua nuova preda qui stasera, solo che verrà con due sue amiche e toccherà a noi distrarle per permettergli di concludere qualcosa.».
Inizialmente stavo per insultare pesantemente il mio amico, per aver fatto tutto quello senza dirmelo.
Una parte di me non voleva avere nessuna tra i piedi, ma poi, dopo essermi fatto il cazziatone da solo (quello che ormai mi facevo da mesi), avevo deciso di non dirgli nulla.
“Insomma, che cazzo stai passando? Damian l'ha fatto per te, ti ha rimediato una possibile buona scopata. Da quando in qua la rifiuti?”, mi ero detto.
E, nonostante una parte era titubante, avevo deciso di starmi a sentire.
Così erano arrivate queste tre ragazze, una più bella dell'altra.
Quella "destinata" a me sembrava una modella.
Si chiamava Hanna, era alta con delle gambe da urlo, magra ma con le forme al punto giusto, aveva i capelli neri e gli occhi azzurri.
Il vecchio me non sarebbe stato titubante nemmeno per un secondo, ma non so cosa mi stava succedendo ultimamente, perciò inizialmente fui abbastanza freddo.
Damian era già sparito in camera, Albus era ancora in sala comune, ma nonostante tutte le persone presenti, era in atteggiamenti molto intimi.
Hanna era davvero simpatica ed intelligente, ma non riuscivo a godere appieno della sua compagnia, perché non facevo altro che paragonarla a Rose.
Alla fine, stanco di quella situazione, le avevo chiesto di accompagnarmi alla riunione del LumaClub.
Volevo, dovevo, dimostrare a me stesso che non avevo bisogno di Rose, che potevo tornare ad essere lo Scorpius di appena tre mesi prima.
Quella sera lo avrei fatto.
Guardai l'orologio, erano appena le due, avevo tutto il tempo di riposarmi e ritornare in me, prima di andare a prendere Hanna al dormitorio di Corvonero.

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