Capitolo 21.

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«Dominique?», chiesi, abbastanza stupita.
Si staccarono di scatto, e Dominique mi guardò con gli occhi sbarrati, pieni di un'emozione che conoscevo bene, il terrore.
«R-Rose..non è come sembra..p-posso spiegare..», disse mia cugina, con la voce incrinata e gli occhi lucidi.
Non sapevo cosa rispondere.
Nella mia testa iniziarono a scorrere immagini di tutti i miei momenti con Dominique, ma niente, e dico niente, mi riportava a quello che avevo appena visto.
Ripensai a tutte le volte che aveva fatto allusioni sul sedere dei ragazzi francesi, a tutti i ragazzi che effettivamente aveva avuto, a quando sbavava per attori come Ian Somerhalder e Colton Haynes..e mi resi conto in quel momento che quelle erano solo delle esagerazioni.
Quando si fissava su qualcuno e prendeva a parlarci per ore..
Poi però mi venne in mente un'immagine chiara: Dominique che, soli sette mesi prima, ci aveva fatte rinchiudere nella nostra stanza a Beauxbatons e ci aveva raccontato la sua prima volta.
Simon.
Pensai a quel ragazzo con cui era stata più di un anno e di cui parlava con gli occhi a cuoricino.
Possibile che fossero state tutte enormi menzogne?
Possibile che fosse stata tutti quei mesi, facendo anche quel passo importante, solo per non far sospettare niente?
Che poi, anche se fosse stato così, perché non dirlo nemmeno a me e Lily, le sue migliori amiche?
Noi l'avremmo sostenuta.
E quando feci quel pensiero mi resi conto dello schifo che avevo appena fatto, perché in quel momento io non la stavo sostenendo.
Lei era lì a piangere, a balbettare, a soffrire, ma io non la stavo sostenendo.
Scattai in avanti e la strinsi in un abbraccio.
«Ehi, no, non piangere, Dom.», le sussurrai.
Mi scostai di poco, presi il suo viso tra le mani, poggiai la mia fronte alla sua e la guardai negli occhi.
Quel gesto che lei aveva fatto tante volte per consolare me.
«Non ne hai motivo. E non devi sentirti costretta a spiegarmi nulla, davvero.», dissi.
«Ma io voglio spiegarti.», disse lei, con un filo di voce.
«Allora fallo. Insomma, fai solo quello che ti senti di fare.», risposi.
Annuì, poi si staccò e spostò lo sguardo sulla ragazza che era stata dietro di noi per tutto quel tempo, e di cui io mi ero completamente dimenticata.
«Sophia», disse, «potresti per favore lasciare sole me e Rose?», chiese.
Sophia -Dio, quanto mi faceva strano anche solo pensare al suo nome, non immaginavo chiamarla- annuii.
Si avvicinò per fare una carezza sulla guancia di Dominique, poi il suo sguardo si posò su di me.
Dire che mi fulminò è poco.
Mi incenerì con lo sguardo.
In quel momento ebbi l'impulso di afferrarla a terra e di riempirla di botte, e l'avrei davvero fatto, se non avessi avuto una Dominique molto, molto fragile affianco.
Cosí mi limitai a sorriderle.
Era uno dei sorrisi più falsi che avessi mai fatto, ma era il meglio che riuscivo a fare.
Lei si limitò a girarsi e ad andarsene.
Guardai Dominique.
Gli occhi arrossati, le guance rigate e il labbro tremolante.
Erano poche le volte che l'avevo vista così fragile.
«Vieni con me.», dissi, prendendola per mano e portandola nell'aula di antiche rune.
Sigillai la porta con un incantesimo e la feci sedere.
Mi sedetti di fronte a lei, e le presi le mani tra le mie.
Riprese a piangere.
«Dominique Weasley,», dissi, asciugandole le guance, «non devi assolutamente piangere. Non c'è niente di male nel fatto che ti piacciano le ragazze. Okay?».
«T-tu avevi una faccia cos-così sconvolta..», sussurrò.
«Non ero sconvolta, solo sorpresa, questo si. Insomma, sei stata con molti ragazzi, non me lo sarei mai immaginato, ma questo non vuol dire che sia un male.», risposi.
«Io non l'ho capito subito..».
«E quando lo hai capito?», chiesi, esitante.
«Ricordi che dopo la festa di rientro delle vacanze di Pasqua io ho fatto l'amore con Simon?».
«Si.».
Certo che lo ricordavo.
«L'ho capito quella sera. Io non ero sicura di volerlo fare. Chiariamoci, io amavo davvero Simon, ma non lo amavo in quel modo. Solo che ancora non lo sapevo, così non riuscivo a capire perché quando ci spingevamo più in là non sentivo, non dico nulla, ma quella foga che dovrebbe provare una sedicenne con gli ormoni impazziti quando si trova in una stanza da sola con il suo ragazzo. Quella sera in cuor mio non volevo farlo, ma poi mi sono detta che era solo la paura del momento, che era normale, e che una volta passata la prima volta forse qualcosa sarebbe cambiato. Ma non è stato così. Lui è stato dolcissimo. Aveva praticamente cacciato tutti i suoi compagni dalla sua stanza, e l'aveva riempita di candele. Ma mentre facevamo l'amore io non ho sentito le emozioni che avrei dovuto provare. Non che sapessi cosa avrei dovuto provare, ma ero sicura che non era quello. E dopo ho iniziato a farmi mille domande. E ci ho provato a farlo di nuovo. Ma nulla. Dopo che ci siamo lasciati, ho provato a stare anche con altri ragazzi, ma era inutile, più ci provavo, più non sentivo niente. E poi siamo tornate ad Hogwarts. Ed è arrivata Sophia. Io non so spiegare, ma da subito ho sentito un'intesa tra noi..».
Trattenni il respiro.
Avevo visto la dolcezza sul viso della Zabini (si, a pensare a lei come a Sophia proprio non cui riuscivo) quando le aveva accarezzato la guancia e l'aveva guardata negli occhi, ma non riuscivo a dimenticare la cattiveria gratuita con cui avevo dovuto convivere i primi anni nel castello.
«Dominique, sei..insomma sei sicura di star parlando di Sophia Zabini?», chiesi, esitante.
Non volevo offenderla, ma cavolo non riuscivo a pensare a lei e Sophia Zabini!
«Io ti ho appena raccontato di come ho capito di non essere eterosessuale e tu mi chiedi se sono sicura su Sophia?», chiese, perplessa.
«Si. Insomma, conosci davvero il tipo di persona che è?».
«Rose, lo so che lei sembra una stronza. In realtà lo è, ma non con me. Con me è la persona più dolce del mondo.».
«E non pensi alle altre persone? Insomma, c'è gente che è rimasta bruciata da lei.», dissi, forse con un tono un po' troppo freddo.
«Lo so, e mi dispiace, ma ora è una persona diversa, non è più quella di prima.», la difese.
«Come vi siete messe insieme?», chiesi, spiazzandola.
«Ricordi la punizione che mi aveva assegnato la McGranitt per il mio ritardo il mese scorso?», chiese.
Annuii.
Quelli stramaledetti ritardi erano sempre la scusa per una punizione.
«Beh, quel giorno Gazza mi ha portato in biblioteca per scontare la punizione, e c'era anche lei, che aveva saltato una lezione di incantesimi.
Era tutta sulle sue, con lo sguardo da 'IoSonoMeglioDiTe'.
Era già da un po' di tempo che la osservavo.
Poi è successo che verso la fine della punizione, mentre finivamo di sistemare il reparto proibito, un libro con le zanne è caduto, e noi ci siamo spostate appena in tempo.
È caduta sopra di me, il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Ed in quel momento ho sentito quella sensazione che non avevo mai sentito con Simon. Così l'ho baciata. Inutile dire che si è spostata subito. Se ne è andata dicendo che ero una pazza.
Mi sono mangiata le mani, Rose. Stavo malissimo, perché si, lei è una stronza, e se l'avesse detto a qualcuno io sarei stata finita. Mi sono vergognata tanto. Poi però, una settimana dopo stavo tornando in sala comune da sola, perché Lily aveva dimenticato la sua sciarpa in Sala Grande ed era tornata indietro, e mi sono sentita afferrare. Mi ha trascinata nella Stanza delle Necessità, ed io ero spaventata ed imbarazzata. Pensavo che ne avrebbe approfittato per umiliarmi, invece mi ha baciato lei. Non me lo sarei aspettato, davvero. Ma ero felice. Tanto felice, Rose. E poi non so quando sia successo ufficialmente -per quando ufficiale possa essere, visto che ci nascondiamo negli sgabuzzini- ma ora stiamo insieme.».
Aveva un sorriso a trentadue denti.
«Sei felice?», le chiesi.
«Si, Rose, lo sono.».
«Questo è l'importante.», dissi.
«Solo che ho paura.», sussurrò.
«Paura per cosa?».
«Paura per domani. Se dovessimo perdere la partita e fossi costretta ad ingerire il veritaserum, beh potrebbero farmi domande e la cosa potrebbe uscire fuori..».
«Ho la tua stessa paura..», sospirai.
«Rose ti prego, fa' che non mi rivolgano domande che potrebbero c'entrare qualcosa con quello che hai visto.», sussurrò.
«Dom, non credo di poter fare niente..io stessa sono spaventata che qualcosa possa trapelare, e non per metterti pressione, ma riguarda anche te, lo sai..», sospirai.
E poi Dominique scoppiò a piangere, di nuovo.
«Ehi, shh, non piangere, ti prego.», dissi, stringendola in un abbraccio.
«N-non ci riesco, Rose.», singhiozzò.
«Nemmeno io..», dissi, in un sussurro non udibile alle sue orecchie, mentre una lacrima rigava anche il mio viso.
Mi stavo sforzando moltissimo per non scoppiare anche io in lacrime, per questo asciugai quella ribelle che era caduta.
Strinsi più forte Dominique, continuando a sussurrarle che nessuno sarebbe venuto a sapere del suo segreto, pregando in cuor mio che la stessa cosa valesse anche per il mio.

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now