Capitolo 22.

5.4K 365 49
                                    

Stavo tornando nei sotterranei.
Non sapevo che ora fosse, ero rimasta con Dominique per consolarla.
L'avevo accompagnata di fronte al ritratto della Signora Grassa, e stavo tornando anche io nel mio dormitorio, quando mi sentii afferrare un braccio.
Il mio corpo si irrigidì subito.
Mi ricordai del sogno fatto quella notte di due mesi prima, e la paura si impossessò di me.
Il ricordo di quegli occhi mi fece rabbrividire, ma non per la diversità.
Il ricordo della sua voce mi fece paralizzare sul posto.
Chiusi gli occhi di scatto, pur sapendo che la regola del ‘se non lo vedo, non mi vede’ non esisteva.
Non può essere lui. Ti prego, fa che non sia lui!’, pensai.
Mi girai pronta ad urlare, ma la sua mano mi si posò sulla bocca e la sua voce mi tranquillizzò.
Fortunatamente, non era lui.
«Ehi, Rose, tranquilla. Sono solo io.», disse Scorpius, togliendo la mano subito dopo aver visto il mio viso tranquillizzarsi.
«Scorpius, mi hai fatto prendere un colpo.», dissi, sospirando.
«Mi dispiace, non pensavo ti spaventassi per così poco, Weasley.», disse con un sorrisetto, mentre si passava una mano tra i capelli biondissimi.
«Non mi aspettavo di trovare qualcuno, Malfoy.», replicai.
Di certo se avesse saputo, non avrebbe detto così.
«A proposito, cosa ci fai qui?», domandai.
«Potrei farti la stessa domanda.», obiettò.
«Io avevo il turno di ronda.», mi giustificai.
«Alle quattro del mattino?».
Strabuzzai gli occhi.
Le quattro del mattino? È davvero passato tanto?’, pensai.
«Le quattro?», chiesi, stupita.
«Si. Andiamo, come se non lo sapessi.», disse.
«Ho perso la cognizione del tempo.», risposi.
«Che stavi facendo?», chiese, con una strana voce.
Maliziosa? Irritata?
«I-io, mi sono..mi sono addormentata!», esclamai, dicendo la prima balla che mi fosse venuta in mente.
«Addormentata?».
«Si, mentre facevo la ronda mi sono addormentata nell'aula di antiche rune.».
Era scettico.
«E tu?», chiesi quindi, prima che potesse fare altre domande, «Come mai sei qui?».
«Ti stavo cercando.», rispose.
«Alle quattro del mattino?», chiesi, alzando il sopracciglio.
«Si. Ti stavo aspettando, ma non rientravi. Ero in sala comune ed ho visto tornare Amanda, senza di te. Mi ha risposto che non avete fato la ronda insieme. Così sono venuto a cercarti.».
«Hai aspettato quattro ore?», chiesi, stupita.
«Si. Beh, mi sono addormentato all'una e mezzo e mi sono svegliato poco fa, in realtà.», disse, e le sue guance si colorarono leggermente.
Involontariamente, sorrisi.
«Mi stavi aspettando per dirmi qualcosa?», chiesi, sempre con il sorriso.
È così dolce!’, pensai, zittendomi subito dopo per quel pensiero.
«Si. Io volevo-».
Non finì la frase che sentimmo un rumore provenire dalla fine del corridoio.
«Sarà Gazza.», sussurrai.
«Vieni con me.», disse, prendendomi per il polso.
Mi trascinò fino ad arrivare di fronte ad una statua, quella di Boris il Basito.
Si mise davanti alla quarta porta a sinistra dalla statua.
«Menta peperita.», disse alla porta.
Si aprí ed entrammo in una stanza di marmo bianco con un'enorme vasca incassata nel pavimento, simile ad una piscina, ma vuota e con cento rubinetti d'oro ai bordi.
Sapevo bene dove fossimo.
«Il bagno dei prefetti.», dissi.
Faceva parecchio freddo, là dentro.
«Già.», rispose, «Bello, vero?».
«Si. È bellissimo.», dissi, affascinata da quella bellezza.
‘Quale bellezza, quella della stanza o quella del figo che ti sta accanto? ’, disse maliziosa la vocina.
‘Tutti e due. Ora taci!'’, risposi.
‘Ti piace Scorpius, ti piace Scorpius, ti piace Scorpius!’, cantilenò la vocina, irritandomi.
TACI!’, la intimai.
«Perché mi hai portata qui?», domandai, poi, concentrandomi per ascoltare lui, invece che la vocina.
«Perché così Gazza non ci può trovare. La parola d'ordine la sanno solo i prefetti ed i capitani delle squadre di Quidditch.», disse.
«E..cos'era quella cosa che mi volevi dire?», chiesi.
Si avvicinò a me, forse un po' troppo.
Eravamo ancora all'entrata del bagno, così finii con la schiene attaccata alla porta, con lui e la sua altezza che mi sovrastavano.
«Io volevo solo ringraziarti per avermi aiutato. So di essere stato uno stupido ad aver fatto quella scommessa. Tutti abbiamo qualcosa che non vogliamo che gli altri sappiano.», disse, con il volto abbassato e a pochi centimetri dal mio.
«Non ho fatto nulla che chiunque altro avrebbe non avrebbe fatto..», risposi.
Mi sentivo in colpa a sentirmi fare quei complimenti.
Si, lo avevo aiutato, ma gli avrei mentito se gli avessi detto di averlo fatto solo per lui.
Io non potevo ricevere domande, ma lui questo non lo sapeva.
«Niente? Sei stata grande invece.».
«Senti, Scorpius, sarò sincera con te. Come hai detto prima, tutti abbiamo qualcosa che non vogliamo far trapelare, me compresa. Ti mentirei se ti dicessi che non l'ho fatto anche per me. Anzi, soprattutto per me.», dissi, sincera.
Meritava che io lo fossi con lui.
Mi aspettai che si rimangiasse quello che mi aveva detto, che mi dicesse che il mio era puro egosismo -perché lo era-, invece non lo fece.
Al contrario, fece qualcosa che mi lasciò senza parole: mi baciò.
Le sue labbra furono sulle mie in un battito di ciglia, che nemmeno realizzai subito quello che aveva fatto.
Ma anche quando lo feci, quando realizzai, non capii subito cosa fare.
Lui picchiettò sui miei denti con la lingua, per chiedere l'accesso alla mia bocca.
Un accesso che alla fine gli concessi.
Ricambiai il bacio, intrecciando la sua lingua alla mia.
Mi cinse i fianchi, io infilai le mani tra i suoi capelli.
Erano morbidissimi.
Il bacio si trasformò, diventando sempre più passionale.
Improvvisamente il freddo fu rimpiazzato da un calore che iniziava nella mia pancia e finiva nel mio basso ventre.
Il muro era particolare, aveva dei rialzi di marmo, come fossero mensole.
Scorpius mi sollevò e mi poggiò su uno di questi, cosí fui alla sua stessa altezza.
Mi mordicchiò leggermente il labbro.
Poi la sua bocca si posò sul mio collo.
Iniziò a lasciare una scia di baci.
Si spostò dal collo alla clavicola, fino a trovare il mio punto debole, dove iniziò a mordere e succhiare.
Io aprii leggermente la bocca per il piacere.
Il calore aumentava sempre di più, mi sembrava di andare a a fuoco.
Mentre continuava a baciarmi, le mie mani scesero sulle sue spalle, per spostarsi poi ai fianchi, ed infine ai muscoli, che si sentivano da sotto la camicia.
Ma io volevo sentire la sua pelle, così sflilai la camicia dai jeans e posai le mani sui suoi addominali.
Ne tracciai la riga, che era ben evidente, ma non troppo definita.
Forse, considerando che eravamo in quella situazione, non avrei dovuto imbarazzarmi per aver toccato i suoi muscoli, ma io lo feci. Ero diventata dello stesso colore dei miei capelli.
Si staccò dal mio collo, dove supponevo ci fossero dei segni, e si avventò di nuovo sulle mie labbra.
Però divisi di nuovo le nostre labbra, per concentrarmi anche io sul suo collo.
Iniziai a baciarlo, salendo fin sotto l'orecchio.
Poi, non so nemmeno io dove trovai il coraggio, gli aprii i primi bottoni della camicia, ed iniziai a baciare la parte superiore dei suoi pettorali.
Lui gemette.
Continuai a concentrarmi su quel punto, e mano a mano che continuavo sentivo la sua eccitazione premere su di me. Sul mio basso ventre.
Era come stare in un forno.
Le sue mani finirono sulla mia camicia, che iniziò a sbottonare.
In quel momento realizzai dov'ero, quando e con chi.
Realizzai che ero mezza nuda in un bagno con Malfoy molto eccitato.
Ma anche io ero molto eccitata.
E che la cosa non mi dispiaceva per niente, anzi.
Presi le sue mani nelle mie e lo fermai.
‘Ma sei impazzita?! Sei in un bagno con un bellissimo Scorpius Hyperion Malfoy, che ti sta baciando. Sta baciando te e lo respingi? Tu hai dei seri problemi!’, urlò la vocina nella mia testa.
Forse per la prima volta aveva ragione, ma non la potevo stare a sentire.
‘Devi starmi a sentire, invece!’
Non poteva star succedendo davvero.
Si staccò da me e mi guardò negli occhi.
Mentecatta! Riprendi a baciarlo!’, mi insultò la vocina.
‘Tu dovresti essere la parte razionale di me. Non spingermi a pomiciare in un bagno con Malfoy ’, dissi alla mia cara “consulente”.
Come se non avessi voluto continuare a pomiciare con Scorpius, ma quello che stava per succedere era altro.
E non era quello né il luogo, né il momento per farlo succedere.
«Gazza se ne sarà andato, dovremmo tornare nei dormitori ed andare a dormire. Tra meno di sette ore c'è la partita.», sussurrai, ancora ansimante, sulle sue labbra.
Lui annuí e si spostò, per farmi scendere.
Lo osservai bene.
I capelli erano stati scompigliati dalle mie mani, la bocca era gonfia, gli occhi illuminati.
Ma ciò che spiccava era una scia di succhiotti, rossi ed enormi, che iniziavano sul collo e scendevano sul petto.
Divenni subito rossa al pensiero.
Si riabbottonò la camicia, così mi ripresi dal mio stato di trance e lo feci anche io.
Uscimmo dal bagno e ci avviammo nei sotterranei.
In silenzio.
Silenzio che continuò fino a che non arrivammo in sala comune, di fronte alle scale opposte che portavano ai dormitori.
«Allora ci vediamo domani.», disse, con un tono che non riuscii a decifrare.
Annuii.
«’Notte.», disse, con tono quasi freddo, dandomi le spalle e salendo i primi due gradini delle scale che portavano al dormitorio maschile.
Stupida! C'è rimasto malissimo! Fa' qualcosa!!!’, esclamò nuovamente la vocina.
Aveva ragione. Non potevo lasciarlo andare così.
«Scorpius.», lo richiamai.
Si girò e mi guardò.
Di slancio, feci i gradini che ci separavano e lo baciai, con passione, proprio come qualche minuto prima nel bagno.
Mi staccati qualche secondo dopo, quasi senza fiato.
Lui mi guardò con gli occhi illuminati.
Gli feci un sorrisetto, poi salii le scale che portavano al mio dormitorio, sorridendo ancora, ma senza voltarmi indietro.

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now