Capitolo 12.

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Rose's Point Of View.
Mi svegliai davvero tardi, quella mattina.
La camera era vuota.
Mi infastidii quando vidi che Amanda era andata via e non mi aveva chiamata.
Mi alzai e corsi in bagno a prepararmi.
Sarei anche potuta rimanere a dormire, ma Malfoy era assente e se non avessi fatto io il lavoro ci saremmo trovati davvero indietro, e non lo potevo permettere.
Anche se con la parte pratica eravamo a buon punto, non avevamo ancora fatto quella scritta, e, soprattutto, quella creativa.
Tutti ci chiedevamo da dove fosse venuta quell'idea a Lumacorno, ma nessuno di noi aveva ancora iniziato.
Nessuno di noi sapeva da dove cominciare.
Uscii dal bagno, presi la borsa e mi misi a correre fino ad arrivare nei sotterranei.
Spalancai la porta e vidi tutti girarsi verso di me.
«Scusi il ritardo, professore.», dissi cercando di calmare il respiro.
«Non si preoccupi, signorina Weasley. Vada al suo posto, e voi altri tornate a lavorare.»
Andai verso la mia postazione, aspettandomi di trovarla vuota, invece vidi Malfoy.
«Buongiorno.», dissi, abbastanza sorpresa.
«'Giorno.», rispose con voce stanca.
«Come..come stai?», domandai esitante.
«Come dovrei stare?», domandò con quel suo solito tono neutro.
«Beh, non so..con quello che è successo..tua madre..»
«Dovresti imparare a farti i cazzi tuoi, Weasley.», sibiló interrompendomi.
«Hai ragione. Dovrei imparare a starmi zitta e a smetterla di preoccuparmi di come stanno gli altri, anche le persone come te.», sibilai, ferita.
Insomma, io gli chiedevo come stava e lui si girava così?
Ero proprio una stupida ad interessarmi sempre dei sentimenti degli altri, anche di quelli delle persone come lui.
«Come me? E sentiamo, come sono le ‘persone come me’?», domandò.
Lo guardai negli occhi e sputai fuori: «Le persone come te sono quelle che si credono l'ombelico del mondo e invece non sono neanche il buco del culo.».
Uno a zero per me.
Ero curiosa di vedere la sua faccia, ma mi mostrai indifferente e mi girai dall'altra parte, aprendo la borsa ed estraendo la bacchetta.
Iniziai a fare la pozione Scacciabrufoli.
Disposi l'occorrente sul tavolo e cominciai a lavorare.
«Senti un po', tu non sai niente di me, capito?», sbottò.
Continuai a lavorare, facendo finta di non sentirlo.
«Mi hai sentito? Sto parlando con te!», continuò.
L'indifferenza era l'arma migliore.
Alla fine si arrese e non disse più nulla.
Mi strappò da mano il libro e cominciò a sfogliare le pagine.
‘Che bambino. Come se io avessi bisogno di quel libro, so la procedura a memoria.’, pensai.
L'avevo preparata milioni di volte per Dominique. Già, per un preve periodo della sua vita, anche la bellissima Dominique aveva riscontrato problemi normali come avere brufoli sul viso. Però, visto che lei era in parte Veela, non lo tollerava, e, anziché lasciar sparire i brufoli come fanno la maggior parte delle ragazzetto, mi costringeva a scendere nell'aula di pozioni di Beauxbatons ad aiutarla preparando la pozione.
«Senti, sono stato irruente, mi sono girato così, quando tu mi avevi solo chiesto come stavo.», disse dopo diversi minuti di silenzio.
Continuai ad ignorarlo.
«Mi-mi d-d-dispiace.», disse in un sussurro appena udibile.
«Come, scusa? Non sento molto bene da questo orecchio.», dissi picchiettandomi l'orecchio destro.
«Ho detto», ripetè a denti stretti, «che mi dispiace.».
«Lo so, ci sento benissimo!».
«Sei una piccola stronza..», sussurrò.
«Come?»
«Niente, niente.», disse alzando le mani in segno di resa.
«Meglio così.».
Sorrisi.
Mi aveva davvero chiesto scusa.
Stentavo a crederci.
«Weasley come mai conosci la procedura della pozione a memoria?», domandò con un sorrisino.
«Io conosco tutto a memoria, Malfoy. Sono una degna figlia di mia madre.»
«Forse l'hai usata..?», disse ridacchiando.
«Non su di me.», mi lasciai sfuggire.
«Quindi l'hai usata!»
«Su chi?», continuò.
«Non sono fatti tuoi.», risposi.
«Oh, andiamo! Sicuramente su di te..»
«Malfoy, sta zitto e lavora!», sussurrai.
«Dimmelo-», iniziò, ma venne interrotto da Lumacorno.
«Signorina Weasley e Signor Malfoy, volete anche un succo di zucca e dei biscotti? Siamo a lezione, non ai Tre Manici di Scopa! Fate silenzio!», disse scocciato.
«Ci scusi, professore.», dissi, vergognandomi profondamente del mio atteggiamento.
Se mia madre mi avesse vista, mi avrebbe affatturata.
Il resto della lezione passò in fretta, ed io rimasi in silenzio.
L'ora finí, ed io stavo mettendo le mie cose nella borsa, quando Malfoy parlò.
«Weasley, non abbiamo ancora iniziato né con la parte scritta, né con quella creativa.», mi fece notare.
«Lo so..», sospirai.
«Stavo pensando che le relazioni scritte potremmo dividercele e farle anche da soli, in fondo siamo bravi in pozioni, per quanto riguarda la parte creativa, invece, beh, dovremmo vederci fuori dall'orario di lezione.», disse il biondo.
«Va bene, ma dobbiamo iniziare al più presto.», dissi prendendo dalla borsa la lista delle pozioni.
La piegai in due e la strappai.
«Ecco.», dissi porgendogliela.
«Ehi, ma così io ne ho una in più!», protestò.
Erano nove, quindi uno di noi doveva per forza preparare una relazione in più dell'altro.
«Un po' di lavoro in più non ti farà male, Malfoy, prendila come occasione per recuperare questi giorni in cui ho lavorato da sola.», lo rimbeccai.
«Per la parte creativa, dimmi tu quando iniziare.», continuai.
«Che ne pensi di questo pomeriggio?», domandò.
«Va bene.», acconsentii.
«Perfetto, alle cinque e mezzo in camera mia.».
«Camera tua?!», chiesi, sbarrando gli occhi.
In tutta risposta mi fece l'occhiolino ed uscì dall'aula.
***
«Ragazze ho deciso, non ci vado!», sbottai.
«Devi andare per forza, cara Rosie.», cantilenó Dominique.
Lei e Lily erano venute nella mia stanza, ed ora con Amanda cercavano di convincermi ad andare da Malfoy.
«Invece no!», esclamai.
«Vuoi prendere una T in pozioni?», chiese Lily.
«Certo che no! Ma non si lavora alle pozioni in camera da letto, assolutamente no!», continuai.
«Rosie, Lunacorno ha organizzato questa cazzata del Torneo per tutti gli studenti del sesto anno, quindi l'aula di pozioni va prenotata.
Oggi, per esempio, era occupata da Laila Johnson e Finnick O'Callum.
Sicuramente ti ha chiesto di andare in camera per iniziare almeno a pensare a quali pozioni inventare!», disse Amanda.
«Sai Amy, esiste la biblioteca.», le ricordai.
«In biblioteca qualcuno avrebbe potuto sentirvi e rubarvi  le idee.», ribattè.
«Ma-»
«Ma nulla, Rose! Alzati e vai!», mi interruppe Dominique.
Sbuffai.
«Va bene.», sospirai, arresa.
Sapevo di doverci andare per forza, o avrei preso davvero una T.
L'idea mi fece rabbrividire.
Mi alzai e presi la mia borsa.
«Vi odio.», dissi rivolta alle tre che mi guardavano con aria vittoriosa.
«Anche noi ti amiamo, tesoro.», disse Lily.
Scossi la testa ed uscii sbattendo la porta.
Arrivai di fronte alla porta di Malfoy e bussai.
Venne ad aprirmi subito.
Indossava una camicia bianca, che aveva i primi tre bottoni aperti, dei jeans scuri e delle semplici Converse bianche.
Si passò una mano tra i capelli biondissimi, spettinandoli ancora di più.
Sorrise.
Pulisciti la bava’, sussurrò la vocina nella mi testa.
Sussultai e mi portai istintivamente una mano alla bocca.
«Che ti prende?», domandò perplesso.
«Io..nu..nulla», balbettai.»
Cogliona, mi fai fare figure di merda!’, urlai mentalmente alla vocina.
Ti sta guardando, togliti quell'espressione ebete dalla faccia e qualcosa!’, disse per tutta risposta.
«Non ho nessuna idea.», dissi quindi, cercando di scacciare l'imbarazzo che avevo creato.
«Da dove potremmo cominciare?», domandai.
«Lí c'è il mio letto, magari con la giusta combinazione di ingredienti possiamo fare scintille.», ammiccò, con un sorrisetto malizioso.
«Malfoy!», sibilai diventando dello stesso colore dei miei capelli.
«Calmati, Weasley, scherzavo.. A meno che tu non voglia provare, in quel caso basta dirlo.», continuò facendomi l'occhiolino.
«Tranquillo, sono a posto così.», dissi seria, cacciando il libro dalla borsa e poggiandolo sulla scrivania.
«Fa' pure come se fossi in camera tua!», ironizzò.
«Lo sto già facendo.», gli feci notare.
Alzò gli occhi al cielo.
«Bene, seriamente, da dove cominciamo? Dobbiamo creare nove pozioni!», lo ricordai.
«Io avrei qualche idea..»
«Malfoy se dici di nuovo qualcosa di stupido..», iniziai.
«Fammi finire!», mi interruppe, «ho davvero delle idee.».
«Bene, sentiamo allora.»
«Pensavo di creare delle pozioni che hanno a che fare con le invenzioni di tuo zio George.»
«Si, non male come idea..», gli concessi.
«Ad esempio, pensando alle Orecchie Oblunghe mi è venuto in mente che potremmo creare una pozione che migliori l'udito. Chi la beve riesce a sentire chi sta lontano chilometri come se ce l'avesse accanto.»
«Ma è geniale!», esclamai, «mettiamoci a lavoro.», continuai prendendo dalla borsa diversi libri che avevo preso in prestito in biblioteca, insieme alla pergamena, al calamaio ed alla piuma.
Passammo le successive ore a buttare giù idee e a leggere le proprietà delle erbe per vedere se andavano bene per la pozione che avevamo in mente di creare.
Alla fine, dopo due ore e quattordici minuti precisi, finimmo, almeno per quel giorno.
«Sai, Malfoy, mi hai sorpresa.», ammisi.
«Cosa ti aspettavi?», domandò.
«Non so, ma di certo non mi aspettavo di vederti così.. preso dalla materia, ecco.»
«Mi affascina Pozioni.», disse.
«Come mai?»
«L'idea che una piccola fialetta abbia tanto potere su una persone grande e grossa..non so..non so spiegarlo.»
Seguì qualche minuto di silenzio.
«Mia madre è stata avvelenata con dell'Aconito.», disse ad un tratto.
Sgranai gli occhi.
«Oddio..come sta, adesso?»
«Sta meglio, per fortuna.»
«Ma..ma questo ha a che fare con..».
Lasciai la frase in sospeso. Avevo paura di dire qualcosa che l'avrebbe fatto arrabbiare ed avrebbe rotto la breve tregua che ci eravamo concessi.
«Ha a che fare con cosa?»
«Con la scelta difronte alla quale ti trovavi..», esitai.
Ma che domande fai?’, pensai.
«No.», disse, tornando ad essere rigido.
Lo vedevo dalla sua postura, che era tornata perfettamente dritta.
«No, quella era un'altra cosa.».
«E cosa?», mi lasciai sfuggire.
Mi coprii subito le mani con la bocca.
«S-scusami, non volevo impicciarmi..»
«Sei molto curiosa, vedo. Comunque, si trattava di cosa fare dopo i M.A.G.O.», rispose.
«Di cosa fare dopo i M.A.G.O.?», chiesi sorpresa.
Da come mi aveva parlato, sembrava così spaventato, sembrava una cosa così..seria.
«Si, io vorrei giocare a Quidditch, ma mio nonno vorrebbe che andassi a lavorare al ministero e, nonostante non dica nulla, so che anche mio padre lo vorrebbe.», spiegò.
«Oh, capisco..», dissi.
«E di te, cosa mi racconti? Ti manca Beauxbatons?», mi chiese.
Rimasi sorpresa da quella domanda, ma soprattutto mi venne una stretta allo stomaco a sentire nominare la mia vecchia scuola, la mia vecchia casa.
«Si, molto.», era il mio turno di irrigidirmi.
«Ti senti ancora con i tuoi amici e le tue amiche?»
Amici. Amiche.
«I-io no, non gli ho più sentiti.», risposi portando una mano al collo, dove c'era la mia collana.
Lui la notò.
«Cosa rappresenta..?»
Presi i due ciondoli tra le dita, uno dei quali un tempo era appartenuto ad un'altra persona, e che ora era appeso accanto al mio alla cordicella nera.
Erano due cuori verdi, capovolti.
«Sono le due parti di sotto di un quadrifoglio.», dissi prendendo i ciondoli in mano.
Mi guardò perplesso.
«Collana dell'amicizia.», spiegai.
«Ce l'hai con le tue cugine?».
Annuii.
«Ma perché hai due ciondoli?», domandò.
«Uno..uno apparteneva ad un'altra nostra amica..».
Sospirai.
«Ed ora non siete più amiche..?»
«Diciamo che non la vedo da molto e probabilmente non la vedrò più.».
Sentii una fitta al petto e le lacrime minacciavano di scendere.
«Sai, il fatto che siate lontane non significa che non possiate essere amiche, potreste sempre vedervi durante le vancanze e-»
«Scusa, io devo andare.», lo intetruppi, alzandomi di scatto e uscendo fuori dalla sua camera senza dargli il tempo di dire né di fare nulla.
Corsi giù per le scale, spintonando tutti e cercando di trattenere le lacrime.
Arrivai al bagno del secondo piano e mi ci chiusi dentro.
Iniziai a tremare.
Rimasi così non so quanto tempo, ma alla fine ripresi il controllo.
Mi passai una mano tra i capelli, poi mi alzai e mi sciacquai la faccia.
Nonostante fossero passati diversi mesi, quella storia mi faceva ancora tanto male.
E me ne avrebbe fatto sempre.

•||Dirty love.||•Where stories live. Discover now