Capitolo 15.

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I giorni erano volati in fretta e la festa si era avvicinata.
Era già arrivato il venerdì, sarebbe stata il giorno dopo.
C'ero rimasta un po' male del fatto che tutti pensassero che non avessi vita sociale.
Si insomma, non ero una grande festaiola, e si, passavo la maggior parte del mio tempo in biblioteca, ma ero in grado di divertirmi.
O no?
Non pensarci, mi ripetevo, ma non era così semplice.
Altro che provare a non essere notata, nel momento in cui mi sarei presentata da sola alla festa, sarei diventata lo zimbello della scuola.
Avevo pensato di non presentarmici proprio, ma sarebbe stato peggio.
Almeno avrei mostrato coraggio.
«Rose.», mi richiamò Amanda, entrando in camera.
Alzai lo sguardo e provai a sorridere.
«Possiamo ancora trovarlo, un accompagnatore.», disse, cercando di tirarmi su il morale.
«Amanda, se io invitassi qualcuno, poi potrebbe uscire fuori che ho mentito, dicendo che ho ricevuto io l'invito.
Gli unici a ho avuto il coraggio di chiedere di fingere sono stati Lorcan e Lysander, ma sono entrambi occupati.
Il resto dei miei amici maschi, beh, sono miei parenti.», sbuffai.
«Potresti..»
«Non posso fare niente, Amanda. La festa è domani..Mannaggia a me e alla mia stupida boccaccia!», urlai.
«Dai Rose, ora calmati. Non è la fine del mondo. Nel giro di una settimana succederà qualcos'altro e se ne dimenticheranno. È così che funziona, ad Hogwarts.», mi rassicurò.
«Non è solo per la figuraccia in sé, e neanche per le prese in giro delle oche, in fondo sono abituata a queste cose.».
«Ed allora cos'altro c'è?».
«Non mi piace che tutti, le mie cugine incluse, pensino che non sia in grado di divertirmi. A Beauxbatons andavo alle feste, alcune volte..»
«Le feste di compleanno non contano!», rise Amanda.
«Ma sembrava più di stare in discoteca che ad una festa di un compleanno!», obbiettai, sorridendo, nervosamente, anche io.
«Quindi quante feste fanno?», chiese.
«Una, Dominique e Lily mi trascinarono..».
«Ecco perché erano sorprese quando hai riferito loro la conversazione con la Bulstrode.».
«Si ma, loro sono le mie migliori amiche. La Bulstrode e gli altri non mi conoscono..è così che mi considerano? Solo un topo da biblioteca?», chiesi, abbattuta.
«Cosa importa cosa pensa quella balena spiaggiata della Bulstrode? Dalla sua bocca escono solo cazzate.».
«Non mi importa cosa pensa la Bulstrode, ma non si tratta solo di lei..lasciamo stare, è complicato.».
«Da quando ti fai questi problemi? Ti conosco da due mesi, ma mi è sembrato di capire che non ti sei mai fatta problemi sulla tua intelligenza. Ti è sempre piaciuto lo studio, la lettura, la biblioteca.»
«Si, è così, solo..».
«Solo cosa?».
«Niente, lasciamo stare..non lo capisco nemmeno io.», risposi, scuotendo la testa.
«Ti va di andare a fare un giro?».
«Non posso, devo andare nell'aula pozioni per il progetto..a proposito, che ore sono?», chiesi.
«Le sei.».
«Oh, dovevo essere là proprio ora!», dissi scattando in piedi.
Presi la borsa e vi infilai velocemente i libri, salutai Amanda, e corsi verso l'aula di pozioni.
Dovevamo provare a creare la terza pozione, per la seconda volta. La prima volta non era andata molto bene. Non avevamo considerato le proprietà di un'erba ed era venuto un disastro.
Arrivai col fiatone.
«Buon pomeriggio, Weasley.», disse il biondo, che stava sistemando l'occorrente sul tavolo.
«Buon pomeriggio, Malfoy. Scusa il ritardo.», dissi, lasciandomi cadere sulla sedia e prendendo fiato.
«Per caso hai corso?», chiese divertito.
«Ma no, volevo capire come si sentissero i cani ad ansimare con la lingua di fuori.», dissi sarcastica.
«Sai che anche le ragazze ansimano con la lingua di fuori?», ghignò.
«Stupido!», esclamai, lanciandoli contro una piuma d'oca, che schivò prontamente.
Riflessi da battitore.
Sorrise maliziosamente ed io alzai gli occhi al cielo.
«Pronta a saltare in aria?», chiese, mostrandomi due fiale, una rosso corallo ed una blu acceso.
«Cosa sei? Un mafioso dei film anni cinquanta?», dissi, ridacchiando.
«Si, pollastrella, sono pronto a portarti con me nell'aldilà.».
Mi irrigidii di colpo.
Se ne accorse.
«Scusa, ti ho inquietata. Scherzavo, ovviamente.», disse, allarmato per la mia reazione.
«Tranquillo.», risposi, sorridendo flebilmente.
«Allora, pronta per la festa?», chiese, cercando di cambiare argomento.
Mugolai.
'Di male in peggio’, pensai.
«Che succede?».
«Niente.», risposi, di nuovo con i nervi a fior di pelle per l'argomento.
Insomma, sapevo che non era colpa sua, non poteva sapere che avevo mentito sul fatto di avere un accompagnatore e di conseguenza non poteva sapere quanto fossi frustrata e nervosa.
«È per il tuo accompagnatore?», insistette.
Ma cosa c'ha? La sfera di cristallo?’, pensai.
«Si.», risposi, distaccata.
«Non c'è nessun accompagnatore?».
«Perchè lo pensi? Sono tanto orribile da non poter essere stata invitata da nessuno?!», sbottai, d'un tratto arrabbiata.
«Non ho detto questo.», disse, con voce ferma.
Rimanemmo in silenzio per un paio di minuti.
«Comunque è così. Non ho un accompagnatore. L'ho detto perché la Bulstrode mi ha provocata. Su avanti, ora ridi pure!», esclamai.
Nonostante quello che dissi, non rise, invece disse: «Potrei aiutarti.».
«Aiutarmi?», chiesi perplessa.
Mi stava prendendo in giro?
«Aiutarti.», ripetè.
«Riesci a trovarmi un ragazzo che dica alle tue amichette che mi ha inviata una settimana fa, entro ventiquattro ore?», chiesi, con lo stesso tono scettico.
«Si.», rispose, sicuro.
«E chi sarebbe?»
«Sono io.», disse, con un sorrisetto.
«Malfoy! Per un momento ho pensato che fossi serio!», dissi, ridendo.
«Ma lo sono. Tu hai bisogno di un accompagnatore da mostrare al Sarah, io sono libero e sono un ragazzo. Anche molto bello, come puoi vedere. Farai un figurone!», disse, facendomi l'occhiolino.
Poco modesto, anche., pensai.
«Ma cosa pensi che diranno quando ci vedranno insieme?», chiesi, con ovvietà.
Si sarebbero fatti tutti strane idee.
«Cosa vuoi che vadano a pensare? Che ti ho accompagnata ad una festa.».
«Potrebbero farsi strane idee.», dissi, dando voce ai miei pensieri.
«Strane idee? È solo una festa! Si vede che non ci vai mai. Parli come se dovessi andare ad incontrare la regina!», disse, ridacchiando.
Quelle parole fecero scattare qualcosa in me.
«Accetto.», dissi, con sguardo sicuro.
«Davvero?», chiese, sorpreso.
«Si.».
«Bene, Weasley!», disse, sorridendo, come soddisfatto.
«Sisi, ma non eccitarti troppo all'idea di avermi come accompagnatrice, dobbiamo lavorare!», dissi, ridacchiando e prendendo l'occorrente per iniziare.
Lo sentii ridere, poi iniziò anche lui a lavorare.
Ed ecco che, accettando, avevo condannato a morte il piano ‘passare inosservata’, ma era stato più forte di me.
Volevo dimostrare a tutti, me stessa inclusa, di potermi divertire come qualsiasi sedicenne.
Non avevo ancora capito che non ero come tutti gli altri miei coetanei.

#SpazioAutrice
Buongiorno! Volevo solo dirvi che questo come potete vedere è un capitolo di passaggio e non succede nulla di tanto entusiasmante, è anche corto.
Oggi sono sveglia dalle sei e ne ho approfittato per scrivere anche il capitolo successivo.
Ovviamente lo devo rivedere, ma prevedo di aggiornare presto.
Oh, inoltre ho cambiato la copertina, spero vi piaccia!
A presto!
Xoxo, Cristina.💕🌷

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