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JULIA'S POV

Ti vuoi uccidere?! Ricordi come sono morti i tuoi genitori?!

Queste parole si ripetono continuamente nella mia mente da circa venti minuti, senza interruzione. Finn ancora non ha capito che della mia vita non mi frega un cazzo. Se sapesse il vero motivo per cui ho gareggiato mi darebbe ragione. Che cazzo gli è venuto?! Sembrava impossessato! Come si è permesso di parlare dei miei genitori e soprattutto di dirmi quelle parole?! Lo odio cazzo! Questa sarà la terza sigaretta che fumo ma non riesco a tranquillizzarmi, sono troppo incazzata e nervosa. I tacchi iniziano a farmi male perciò li tolgo e mi siedo per terra. Alzo lo sguardo e vedo le solite stelle che sormontano le nostre teste da millenni infiniti.
Ho vinto per fortuna, Zack ora potrà vivere tranquillo. La gara è stata perfetta, come l'avevo calcolata dall'inizio e la faccia di Simon è stata troppo divertente quando l'ho superato, ma comunque mi ha dato del filo da torcere. Non è un pivellino infondo, anzi.

"Li vuoi i soldi allora?" urla Finn da lontano. Sentire la sua voce mi tocca i nervi, non so con quale forza riuscirò a non prenderlo a pugni. Mi rimetto i tacchi e lo raggiungo senza guardarlo neanche in faccia.

"Sono 73521 dollari" dice Finn finito di contare i soldi.

"Perfetto" dico e li sistemo. Seduto sul divano noto Simon con una sigaretta in bocca che guarda incazzato la scena. Perchè lui ha voluto fare questa gara? Ora che ci penso forse a lui servono realmente dei soldi: una macchina che cammina grazie al miracolo di qualche santo sconosciuto, il lavoro, gli spettacoli per strada... forse anche lui ha avuto un motivo valido per gareggiare. La sua mascella è contratta, sta serrando i denti per la rabbia. La sua mano trema facendo smuovere più del dovuto il fumo della sigaretta. La sua gamba fa su è giù, come se fosse un tic nervoso. Conto 3000 dollari perfetti e li metto da parte.

"Simon" lo chiamo e lui si volta verso di me quasi fulminandomi.

"Ti servono davvero dei soldi?"

"Fatti i cazzi tuoi" dice brusco facendo fuoriuscire del fumo dalla sua bocca.

"Ti bastano 3000 dollari?" gli chiedo senza far caso alla sua risposta precedente. Lui mi guarda con gli occhi sbarrati, forse non se lo aspettava. E' sorpreso.

"Non voglio la tua carità" sbotta.

"Non sto facendo la carità... metti da parte quel fottuto orgoglio"

"Senti Biancaneve del cazzo io non voglio i tuoi fottuttissimi soldi. Hai detto che ti servivano, beh allora tieniteli! E non parlare a me di orgoglio perchè tu sei la prima orgogliosa fino al midollo qui in mezzo" dice avanzando verso di me e alle sue ultime parole riesco a sentire il tabacco pesante delle Lucky Strike. Io lo voglio aiutare e lui che fa?!

"Ingrato" sussurro vicino alla sua bocca.

"Io ingrato?! Hai una cazzo di Spider 4c e fai una gara per vincere altri soldi! Se avessi vissuto solo un anno della mia vita allora capiresti cosa si prova a non avere nulla e avere paura di non riuscire a dare da mangiare a tua sorella più piccola! Non puoi capire un cazzo tu!" sbotta acido. Lo fisso senza fiatare ma so che le sue parole hanno scatenato in me una rabbia che non ho mai provato "e non mi guardare con quei fottutissimi occhi! Che c'è? Non sai cosa significa avere la responsabilità su tua sorella? Ah già vero! Tuo fratello ti ha sempre protetta e coccolata come se fossi una principessina del cazzo! Ah no aspetta, ti ha lasciato sola per un bel periodo lì a Fort Lauderdale! Beh cerco di farti capire cosa significa lavorare fino a notte fonda per avere 100 miseri dollari per riuscire a far mangiare tua sorella, fare turni extra per riuscire a raccimolare più soldi magari per comprarle un regalo per il suo compleanno o per Natale, farti in quattro per farla essere felice e per non farla sentire diversa rispetto alle altre sue amiche con una famiglia perfetta! Quando non hai nessun aiuto e tutto è sulle tue spalle, quando ti devi predere cura di tua sorella ma anche di tuo padre, che è un figlio di puttana ubriacone, capisci questo cosa significa?!" sbraita e noto delle lacrime scendere sul suo viso. Sembra così stanco e pieno di rabbia che anche le sue lacrime che dovrebbero rendere il suo viso più innocente, sembrano furiose.

LETTERSWhere stories live. Discover now