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SIMON'S POV

"Simon porta questi cappuccini al tavolo 3!"

"Subito"

Come facciano le persone a bere questi cappuccini io proprio non lo so. Una volta ho assaggiato questa sottospecie di cosa e sembrava che stessi bevendo rifiuti atomici mischiati a piscio di cammello. Bleah!

"Grazie giovanotto!" Mi dice la signora seduta al tavolo con suo marito, credo.

"Di nulla" sorrido. Dovrei avere un aumento solo per quante volte sorrido al giorno controvoglia. Sarei ricco!

6:38. Tra meno di mezz'ora uscirò da questo maledetto bar. Per fortuna oggi lavoro solo mezza giornata, quindi me ne andrò alle 7.

"Caffè Italia". Così si chiama il bar, ma non credo proprio che in Italia facciano un caffè o cappuccino così di merda.

"Simon puoi andare! Ti posso offrire un caffè?" mi dice Max, il mio capo.

"Oh no grazie, non ti preoccupare" È molto gentile e ci tiene a me, ma non ci tengo a bere quel veleno!

"Sei proprio sicuro?" Sì cazzo! Non lo voglio il tuo caffè di merda!

Che ragazzo gentile e raffinato

"Si si sono sicurissimo grazie!"

"Va bene allora a domani!"

"Ciao Max a domani!"

Mi tolgo la divisa e ritorno finalmente nei miei jeans e canotta della vans. Fa terribilmente caldo in questi giorni. Esco dal bar e ricomincio di nuovo a respirare. Non sarei riuscito a rimanere un altro minuto lì dentro! Pensare che domani dovrò starci dalle 4:30 del pomeriggio fino alle 11 di sera! Inizio già a piangere. Svolto nella stradina e tolgo la catena alla mia bici ma una mano si poggia sulla mia spalla.

"Simon" mi volto e so già cosa vuole.

"Cosa cazzo vuoi?"

"Ehi stai calmo amico!" Un pugno in faccia. Vuole un pugno in faccia.

"Non sono tuo amico!"

"Va beh okay! Senti Simon abbiamo bisogno di te e..."

"Cosa ancora non hai capito di 'non sono tuo amico' io non ti parlo e soprattutto non ti aiuto, né a te né ai tuoi amici di merda!"

"Ricorda che noi siamo stati la tua famiglia!"

"Voi siete stati solo la mia rovina!"

"Ah! È così ci ringrazi! Vergognati!"

"Io non mi vergogno proprio di niente! Siete voi che vi dovreste vergognare!"

"Ricorda che anche tu lo facevi!"

Sto perdendo la pazienza. Ora gli spacco davvero la faccia.

"Che c'è? Ti sei reso conto di quanto sei ingrato verso la famiglia?" dice sorridendo. Ora gli spacco quei denti schifosi.

"Voi-non-siete-la-mia-famiglia" scandisco le parole e lo prendo per il colletto sbattendolo al muro.

"Ehy ehi amico, stai calmo! Va bene non ti cercherò più, ma calmati" che cacasotto, ipocrita schifoso. Alzo il braccio per assestargli un pugno in pieno viso e lui stringe gli occhi, ma una mano si appoggiò sul mio braccio. Max.

"Ehy Simon calmati. Non si risolvono così le cose, basta parlare" mi sembra un sacerdote

"Infatti"

"Tu stai zitto!" Ringhio

"Credo che Simon non voglia parlare. Potresti lasciarlo in pace per ora?"

LETTERSWhere stories live. Discover now