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JULIA'S POV
Odioso. Semplicemente odioso. Perché mi sono fidata e gli ho raccontato dei miei genitori?! Stupida!

"Sono a casa!"

"Ciao" è Zack. Lo trovo in cucina intento a preoarare qualcosa e mi avvicino per salutarlo, come e sempre, ma lui si scansa.

"Ti posso salutare!?"

"No!" risponde brusco. Ma che gli è successo?!

"Perché?" continua a tenere lo sguardo basso

"Ehm... perché mi... ce non..."

"Zack! La smetti di fare il coglione?!"

"Julia lasciami in pace" lo prendo per un braccio e lo giro verso di me, non l'avessi mai fatto. Ha dei lividi sul viso, il labbro e il sopracciglio spaccati e un occhio nero. Ma cosa cazzo ha fatto?!

"Che cazzo hai combinato?!"

"Julia nulla"

"Zack!" Urlo. Basta tenermi le cose nascoste, non ce la faccio più. Non sono una bambina e posso affrontare di tutto dopo quello che ho passato

"Non rompere il cazzo Julia!!!" ha gli occhi pieni di rabbia, mi fa paura, mi spaventa. Non l'ho mai visto così, non lo riconosco più.

"Zack cos'hai?" gli occhi iniziano a luccicare e lo supplico di dirmi la verità

"Nulla!" e sbatte un pugno sul tavolo

"Zack..." le lacrime iniziano a percorrere lo stesso sentiero di dolore sul mio viso.

"Scusami..." il fuoco di ira si è spento cedendo il posto a uno sguardo confuso e triste.

"Zack dobbiamo andare all'ospedale" devo essere forte e non lasciarmi sopraffare dai sentimenti. Il mio tono è deciso e severo, come se avessi imposto un ordine. Zack annuisce e ci dirigiamo al pronto soccorso.

"Buonasera avete bisogno?"

"Sì, ha avuto un brutto incidente e ha bisogno di cure"

"Che tipo di incidente?"

"È caduto dalle scale" mento. Si vede chiaramente che è stato picchiato, ma l'infermiera ci casca, almeno spero.

"Va bene. Può aspettare qui, mi occupo io di lui"

"Okay, grazie"

L'ospedale non mi è mai piaciuto, ci ho passato troppo tempo qui dentro. Decido di perdere tempo mangiando qualcosa.

Ovviamente

Ho fame non rompere!

"Mi scusi dove posso prendere qualcosa da mangiare?" chiedo ad un'infermiera

"In questo corridoio ci sono delle macchinette"

"Grazie!"

Attraverso la sala d'attesa e imbocco il corridoio, ma mi blocco appena vedo una figura con la testa appoggiata al muro, lo sguardo basso e i pugni contro la parete. Lo riconosco subito: Simon. Ma cosa ci fa qui?!

SIMON'S POV

Entro in casa in preda all'ansia. Appena entro vedo mio padre seduto al tavolo addormentato con una bottiglia di vodka in mano. La mia attenzione viene attirata da un urlo di Zoe. Corro verso la sua voce e la trovo dietro al divano. Sta tremando, fatica a respirare e piange. La prendo subito in braccio.

"Zoe sono qui, c'è il tuo fratellone! Zoe calmati" è così piccola nelle mie braccia. Il respiro si regola e anche il tremore. Apre gli occhi gonfi di lacrime mi fa un sorriso e li richiude.

LETTERSWhere stories live. Discover now