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SIMON'S POV

"Juliaaaa!" urlo. Quando Max ha visto Julia che è praticamente scappata da me mi ha incoraggiato a seguirla. È la terza volta che la chiamo ma non si gira. Inizio a correre e finalmente la raggiungo tirandola per un braccio

"Mi fai male cazzo!" me ne scordo sempre. Ancora non ci credo che si taglia. Perché?

"Scusami... e scusami anche per prima non avrei dovuto reagire così e neanche il giorno dall'incidente"

"Cosa cazzo hai fumato?" è estrefatta, ma lo sono anche io. Io che parlo così, così gentilmente!?

"Non lo so neanche io!"

"Interessante. Ciao" si volta per andarsene ma la fermo. Non possiamo avere ogni volta un dialogo con un suo 'vaffanculo' finale

"Aspetta..." la guardo negli occhi quasi supplicando. Voglio scoprire perché si riduce così, perché è così stronza e scontrosa. Non so perché ma voglio capire. Capirla.

"Cosa vuoi?!"

"Perché fai quella merda?" la fisso. I suoi occhi sono stupendi. Sono chiarissimi, tendenti quasi al grigio. Mi ricordano il cielo azzurro primaverile, pronti per l'estate, allegri e felici, ma prima hanno affrontato l'inverno, freddi e malinconici.

"Non mi va di parlarne..." meglio della risposta di prima. Sta migliorando

"Va bene. Ti va di parlare un po'?" Perché glielo ho chiesto?! Sbarriamo gli occhi. Lei per lo stupore e io per l'incredulità.

"Ehm... okay" ha accettato per fortuna. Si sta sciogliendo, sta iniziando a fidarsi.

"Non ti ho mai vista in giro sai" iniziamo a camminare per il lungomare.

"Beh ovvio. Non sono di Miami"

"Davvero"

"Eh già"

"Allora da dove vieni?"

"Fort Lauderdale"

"Come mai ti sei trasferita?" si irrigidisce. Forse non dovevo chiederglielo "se non vuoi dirmelo fa nulla tranquilla"

"Ehm..." Non sa neanche lei se dirmelo o no "i miei genitori sono morti 7 mesi fa circa così io e mio fratello ci siamo trasferiti" lo dice con una freddezza quasi inumana

"Oh... mi dispiace"

"Non dispiaceri, anche tu hai assaporato il dolore" a quelle parole rimango spiazzato. Come fa a saperlo?

"Come fai a dirlo"

"Hai il tipico atteggiamneto di chi ha avuto un passato difficile: stronzo, scontroso, taciturno, sempre sulle sue..."

"Come te" la interrompo

"Esatto" il silenzio regna tra noi

"Tu invece?" parla continuando a guardare avanti

"Invece cosa?"

"Cosa hai passato tu?"

"Cosa passo" sussurro

"Oh, scusami non credevo che, insomma, anche ora..."

"Sta tranquilla, non ti preoccupare"

"Non ne vuoi parlare vero?" annuisco. Il mio dolore non vive nel passato, ma nel presente. Ogni volta che vedo mio padre in quello stato, ogni volta che Zoe fa un incubo, ogni volta che vedo quel sorriso... ogni volta la mia ferita si apre sempre di più.

"Capisco"

"Allora frequenti la New World School of the Arts?" continuo a parlare

"Se mi hai visto penso di si!" ecco ritornata la solita Julia

LETTERSWhere stories live. Discover now