"Cos'è questa puzza!!! Bleah!!!" urla Zoe appena entrata nel bagno.

"Non sono stato molto bene stamattina"

"Mmmm" poi prende il profumo e lo spruzza per tutto il bagno in quantità industriali.

"Basta ora Zoe" dico tessendo.

"Però una cosa c'era che non mi piaceva in quella casa"

"Cosa?"

"La tavoletta, la nostra é molto più bella"

"O Dio!" e scoppio a ridere.

"La nostra copri tavoletta pelosina e morbidina é bellissima!" dice accarezzando quel gatto morto rosa sulla tavoletta, mi costrinse a comprarlo qualche mese fa dicendo che dava un tocco di classe al bagno e che per fare al bagno doveva stare comoda, non immaginate la commessa quante risate si fece.

"Bene ora esci che la devo usare!" e mi caccia dal bagno.

Controllo nel salvadanaio in camera mia per vedere quanti soldi ci rimangono ancora: 150 dollari. Non ci basteranno per molto. Devo cercare un lavoro serio non posso continuare con le gare e stupidaggini del genere.

"Io esco sorellina, non mancherò per molto" dico davanti la porta del bagno per assicurarmi che mi ascolti.

"Non fare tarti, ti do un'ora"

"Va bene capo" ed esco di casa. Chiudo la porta  a chiave per sicurezza, mio padre potrebbe venire a qualunque ora in condizioni pietose.

Accendo la radio e la canzone che parte non mi aiuta, mi ricorda lei. Ancora lei, ancora e ancora... me la toglierò mai dalla testa quella dannata ragazza?! E' triste, parla di una ragazza suicida, che si sente sola e non ce la fa ad andare avanti. Quei tagli, quel suo sguardo quasi sempre assente, la sua anima fredda quanto i suoi occhi. Sarà davvero così forte come fa sembrare o è debole, piena di crepe, pronta a crollare e a farla finita? E se decidesse di dire basta? Il mio stomaco si chiude in una morsa e il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Sono pensieri troppo forti, sono paure troppo forti... paura di un mondo senza di lei, paura di non vederla più, paura di non aver fatto abbastanza per farla stare qui con me, con noi, paura di averla abbandonata a se stessa. Non sto bene, mi sento come se mille persone mi stessero puntando una pistola contro, sento di essere un fallito, sento un dolore che non so identificare, un dolore che non capisco da dove provenga. Perchè c'è così tanta tristezza nel mondo, perchè le persone devono lottare per vivere sereni, o semplicemente solo per vivere?! Freno di botto ma per fortuna dietro di me non c'è nessuno. Devo prendere una boccata d'aria. Scendo dall'auto e mi accorgo che ho pianto. Mi strofino gli occhi e inizio a camminare non so dove. Sono vicino alla spiaggia di ieri sera, ma è tutto diverso. Dei ragazzi giocano a calcio, altri a pallavolo, un bambino gioca con la sabbia, dei surfisti sfidano la potenza delle onde, una ragazza si tuffa nell'oceano; non c'è l'odio e la rabbia di ieri notte. Mi accendo una sigaretta e pensandoci anche io sto cercando di togliermi la vita o almeno distruggerla piano piano. Butto la sigaretta ancora a metà e salgo in macchina. Devo pensare a Zoe, la mia vita non mi interessa, mi interessa solo che lei viva meglio e bene, se non ci fosse stata lei non starei qui, non starei in questo mondo da un pezzo, sono vivo solo per lei e non posso piangermi addosso tantomeno piangere per altre persone, devo renderla felice e per fare questo mi servono dei soldi e quindi un lavoro. Guido tra le strade di Miami e osservo ogni vetrina: parrucchiere, commesso in un negozio di vestiti, ristornate, bar, negozio di elettronica, negozio di musica. Freno di nuovo di scatto e per fortuna anche questa volta non c'era nessuno dietro di me. Apro la porta del negozio e una campanella risuona sulla mia testa. Mi sento teletrasportato in un altro secolo, vedo vinili a destra e a sinistra, che partono dalle sonate di Beethoven e Bach, al rock con le sue copertine colorate e molto singolari, rimango affascinato da una in particolare: lo sfondo è completamente nero e al centro c'è una piramide di cristallo che filtra un filo di luce e lo divide in tutti i colori dell'arcobaleno. Continuo a camminare e vedo il ritratto di Bob Marley e poi subito affianco noto uno con la foto di un signore nero che suona il sax e con scritto 'John Coltrain' e 'Giant Steps' in rosso, penso che sia un album jazz. Questo è un fottuto paradiso della musica.  Alzo lo sguardo dai vari vinili e dischi e vedo un signore occhialuto che mi osserva sorridendo da dietro il suo bancone.

LETTERSWhere stories live. Discover now