Capitolo 26

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Edimburgo.

Avevo lasciato la caotica Londra per ritornare nella mia città.
La città in cui ero nata, cresciuta e dove avevo vissuto tutte le mie prime esperienze.
Ero a casa.
3 mesi fa avrei aggiunto "finalmente".
Ora quella non mi sembrava nemmeno più casa mia.

Avevo appoggiato la valigia sul letto matrimoniale iniziando a sistemare di nuovo tutte le mie cose nei miei vecchi cassetti.
Jared fece lo stesso con il suo zaino che gli era bastato per trascorrere i tre giorni a Londra.
Non potei fare a meno di pensare ad Harry e a chiedermi cosa stesse facendo, perché sebbene questa situazione ci tenesse già abbastanza lontani, la distanza complicava tutto.
L'unico lato positivo di tutta questa situazione era che il giorno dopo avrei finalmente rivisto Charlotte.

Sistemai la valigia nel piccolo sgabuzzino affianco al bagno una volta disfatte tutte le mie cose.
Jared si avvicinò a me abbracciandomi forte.
"Sono felice che tu sia tornata da me" sussurrò "hai fatto la scelta giusta"
Poi mi stampò un bacio sulla guancia.
Avevo fatto la scelta più ovvia e più facile.
Come avevo detto ad Harry la sera del nostro primo bacio, la vita non sempre è fatta di scelte giuste.

Mi sedetti sul divano, insieme al telecomando della TV e al mio cellulare.
Rilessi più volte nell'arco della giornata il messaggio di Harry, ma in quel momento ero fissa sulla chat di Charlotte.
Le stavo scrivendo per informarla che ero già a casa e che poteva passare quando voleva, quando la notifica del promemoria del ciclo apparve sullo schermo.
Ci strisciai sopra con il dito eliminandola dato che questo mese il ciclo stava ritardando.
L'accumulo eccessivo di stress di quegli ultimi giorni mi aveva devastata e ne stava risentendo anche il mio organismo.

Con Charlotte ci eravamo accordate per vederci la mattina seguente.
Quando avvisai mia madre del mio ritorno mi aveva chiesto, o meglio obbligata, di passare a cena a casa sua e me ne stavo quasi per dimenticare.
Fu Jared a ricordarmelo, così, dopo aver passato quasi l'intero pomeriggio a guardare la TV sul divano, iniziai a prepararmi.

Quando arrivammo a casa della mamma aveva incominciato a piovere.
Jared aveva accostato la macchina affianco a quella di Robert, l'attuale compagno di mia madre.
Jared tirò fuori dal bagagliaio una sporta con una bottiglia di spumante. Non ci presentavamo mai a mani vuote a casa della mamma, e sapevamo che Robert apprezzava molto quando gli si portavano liquori. Con quelli si andava sempre sul sicuro.

Ad aprire la porta fu subito la mamma, con il suo grembiule bianco legato alla vita, che ci accolse con il suo sorriso radioso e splendente.
Mi abbracciò immediatamente stampandomi un bacio sulla guancia, ripetendomi che le ero mancata un sacco.
Dietro di lei trovai subito Robert, che fece lo stesso della mamma.
Quando Jared entrò, estrasse immediatamente la bottiglia dalla busta e si ritirò insieme all'uomo per parlare di liquori e della partita di football che stavano dando alla TV.
Io invece seguii mia mamma in cucina per aiutarla con gli ultimi preparativi.
Aveva infornato il polpettone con le patate, così io finii di apparecchiare e sistemare la tavola.
Avevamo apparecchiato nella grande sala da pranzo, che solitamente utilizzava per il pranzo di Natale e le occasioni speciali.
Mancavano ormai 3 settimane a Natale e la mamma aveva già decorato l'albero affianco alla porta che portava in salotto.

Durante la cena, come era ovvio, la mamma mi riempì di domande sui miei tre mesi a Londra e sul mio nuovo lavoro.
Io ovviamente parlai di quanto ero stata bene in quella città e nell'ambiente in cui mi trovavo, tralasciando la parte di Harry.
Jared, in tutto questo stava in silenzio, con aria un po' incupita. Per quanto si stesse sforzando di dimenticare, gli era difficile sapere che fino a poco fa ero tra le braccia di un altro uomo.
D'altra parte, anche per me era difficile dimenticarmi di Harry o smettere di pensare a lui.
Anzi, mi era proprio impossibile.
Quando finalmente cambiammo discorso, Robert stappò la bottiglia di vino che avevamo portato, e iniziò a versarlo nei bicchieri.
Io avvicinai il mio e tutti quanti mi guardarono sorpresi. Non ero una gran bevitrice.
"Da quando ti piace il vino, Bella?"
Io arrossii imbarazzata, riprendendo il bicchiere.
"Londra ha cambiato diverse cose" sussurrai a bassa voce.
Perché si, in realtà Harry mi aveva fatto assaggiare diverse cose e stavo iniziando ad apprezzare alcuni liquori.
Quando mi portai il bicchiere alla bocca cercai di ricordare il sapore dello Champagne che avevo bevuto con Harry, ma ciò che stavo bevendo non ci si avvicinava minimamente.
Harry me lo aveva detto una volta: tutti gli Champagne sono spumanti, ma nessuno spumante è come lo Champagne.

I due uomini, non appena servito il dolce ci abbandonarono per andare in salotto fiondandosi davanti alla TV.
Io tornai in cucina con la mamma e la aiutai a sparecchiare, mentre lei intanto lavava i piatti.
Nel frattempo, scambiammo quattro chiacchiere.
"Tesoro, non hai toccato quasi nulla" disse riponendo gli avanzi del mio piatto in una striscia di alluminio.
Era vero, non avevo mangiato molto.
Non mi andava e avevo ancora quello strano senso di nausea e un sapore orribile in bocca.
"Mamma non mi andava, scusami. Non sto tanto bene in questi giorni"
"Bella, posso farti una domanda?" disse la mamma improvvisamente, cambiando discorso, mentre si asciugava le mani nel suo grembiule.
Io mi sedetti sul bancone e annuii.
"Sei sicura di stare bene? Eri così silenziosa stasera"
Le avrei tanto voluto dire di no, che stavo uno schifo.
Volevo raccontarle di Harry e tutto quello che era successo, ma non sarebbe stato giusto nei suoi confronti dopo tutto quello che anche lei aveva dovuto passare in questi anni.
"Mamma, sto bene, sul serio. Ho solo un po' di nausea, te l'ho già detto".
Dissi rassicurandola.
Lei sospirò, ma sapevo che non mi credeva. D'altronde lei era mia madre, e le mamme sanno sempre tutto.

Il mattino seguente mi svegliai insieme a Jared.
Avevamo fatto colazione insieme, poi lui uscì per andare al lavoro mentre io, dopo aver lavato le tazze e sistemato la cucina, andai in bagno a prepararmi.
Avevo fatto una doccia veloce, per rendermi almeno presentabile per l'arrivo di Charlotte.
Quando uscii dalla doccia, mi avvolsi nel mio asciugamano.
Il vapore della doccia e il caldo che si era creato nel bagno mi fece un attimo girare la testa. In più, la pancia aveva iniziando improvvisamente a brontolare.
Mi sedetti sul bordo della vasca subito dopo aver aperto la finestra, cercando di cambiare aria. Ma non stava funzionando, il brontolamento di stomaco continuava.
Mi inginocchiai davanti al gabinetto e iniziai a rigettare.
Mi rialzai solo una volta essermi assicurata di non avere più nulla da rimettere.
Poi mi avvicinai al lavandino sciacquai la bocca e la faccia. Avevo un aspetto davvero orribile ed ero pallidissima.
Presi dalla specchiera il mio cellulare controllando se Charlotte mi avesse mandato qualche messaggio, quando sullo schermo apparve la stessa notifica del giorno prima.

Non dimenticarti di registrare il tuo ciclo.

Aprii rapidamente l'applicazione, con le mani tremanti, e aspettai che caricasse la schermata.
Quando finalmente si aprì, mi appoggiai al lavandino chiedendomi come avevo fatto a non pensarci prima.
Avevo un ritardo di 13 giorni.

Avevo appena finito di vestirmi, quando suonarono alla porta.
Mi ero infilata rapidamente un maglione grigio e dei leggins neri, poi aprii la porta.
Non appena la ragazza mi riconobbe, si gettò fra le mie braccia.
Io ricambiai debolmente il suo abbraccio.

"Grazie mille per l'accoglienza, no sul serio" disse scherzando, poi entrò nella casa sedendosi immediatamente sul divano. Ormai quella era come se fosse casa sua.

Mi sedetti affianco a lei, appoggiandomi al bracciolo del divano, socchiudendo gli occhi.
La ragazza mi guardò.
"Bella, scusa se te lo dico, ma hai un aspetto terribile. Stai bene?" sussurrò la ragazza.
Io mi voltai verso di lei scostandomi i capelli da una parte.
"Charl, te lo dico direttamente perché non saprei come dirtelo, quindi lo farò e basta".
Poi feci un respiro profondo.
"Ho un ritardo".

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora