Capitolo 25

4.5K 200 28
                                    

Aprii le ante dell'armadio finendo di preparare le ultime cose che erano rimaste.
Presi gli abiti e li staccai dalla gruccia, poi li piegai e li riposi ordinatamente nella mia valigia.

Avevo ormai sistemato tutto, così richiusi la valigia e la appoggiai sul pavimento.
Avevo deciso che sarei partita e l'indomani sarei tornata a casa con Jared.

Non avevo fatto una scelta di cuore.
In quel caso sarei tornata da Harry.
Avevo preso le decisione che avrebbe giovato a tutti.
A me perché potevo ricominciare da zero insieme a Jared, che aveva deciso di dimenticare e perdonare il mio tradimento.
E per Harry, perché qui lui aveva la sua vita.
Aveva una moglie che gli avrebbe potuto dare tutto quello di cui aveva bisogno, la sua famiglia, la sua carriera e un lavoro rispettabile che gli permetteva di condurre una vita dignitosa.
Io qui ero troppo. Ero di troppo e non potevo fare parte della sua vita. Non più.

Dopo essermi assicurata di aver vuotato tutti i cassetti, mi diressi in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
Mi sedetti sulla sedia affianco al tavolo e presi il cellulare.
Avevo diverse chiamate perse da Harry, che stavo ignorando da quella mattina.
Ero andata al lavoro per consegnare le mie dimissioni, ma non ero passata per il suo ufficio.
Nessuno mi aveva fatto domande, nemmeno Sophie, ma avevo immaginato che le voci su ciò che era accaduto fra me ed Harry fossero girate velocemente.
Tutti mi squadravano dall'alto al basso, sentivo i loro occhi puntati su di me esattamente come il primo giorno. Al contrario, questa volta era l'ultimo.

Mi alzai dalla sedia per risciacquare il bicchiere e sistemare i piatti nel lavello, ancora lí dal pranzo.
Non avevo mangiato molto nemmeno quel giorno. Erano diversi giorni che il mio appetito mi aveva abbandonato.
Fui immediatamente distratta dal campanello che suonò ripetutamente.
Mentre mi asciugavo le mani, controllai l'orologio per vedere che ore fossero chiedendomi chi potesse essere.
Quando mi avvicinai alla porta, dallo spioncino riconobbi immediatamente la chioma riccia di Harry che, spazientito, stava suonando nuovamente il campanello.
Il cuore si fermò per un attimo quando lo vidi lí, al di là del mio ingresso.
Tirai un profondo respiro prima di aprire.

"Bella, ma che cazzo stai facendo? Dimmi che è uno scherzo ti prego"

Non feci in tempo a spostarmi dalla porta che il ragazzo venne verso di me, superandomi ed entrando rapidamente nel salotto.
Incominciò a girare intorno alla stanza portandosi nervosamente le mani fra i capelli.
Io mi appoggiai alla porta e sospirai.
"Di cosa stai parlando, Harry?"
Feci finta di non capire a cosa si riferisse, quando in realtà aveva capito benissimo.
"Per favore Bella, non fingere con me" disse venendomi incontro.
Io sospirai, staccandomi dalla porta alla quale mi stavo reggendo, poi presi a parlare.
"Harry, io non posso più stare qui.
Jennifer ci ha scoperti, siamo andati nei casini. Io qui sono di troppo, non posso restare. Ti prego, cerca di capirmi".
Ma il ragazzo mi interruppe immediatamente.
"È proprio questo il punto, Bella! Ora lo sanno tutti. Non abbiamo più bisogno di fingere. Ci basta affrontare questa situazione insieme, ma poi potremmo stare insieme. Dio mio, ti scongiuro Bella, non puoi mollare adesso".
Harry si avvicinò maggiormente a me prendendomi il viso fra le mani.
Inchiodò i suoi grandi occhi verdi nei miei, che erano lucidi e quasi sul punto di scoppiare in lacrime.
Stavo crollando anche io.
"Io domani torno a Edimburgo, Harry" sussurrai mantenendo il suo sguardo.
A quelle mie parole il ragazzo fece scivolare le mani dal mio viso, dischiudendo le labbra.
"Cosa?" Sussurrò, in modo quasi impercettibile.
Poi lasciò che le lacrime gli rigassero le guance e indietreggiò da me.
"Harry ti prego, ascoltami" dissi riavvicinandomi.
Afferrai le sue mani, mentre una la posai sulla sua guancia, accarezzandola.
Le sue lacrime avevano preso a scendere.
"Io non posso restare qui.
Tu qui hai tutto: una famiglia, una moglie che ti può dare molto di più di quello che potrei fare io, un lavoro nel quale vali molto.
Qui hai la tua vita Harry, ma io non posso più farne parte. Credimi, lo vorrei. Lo vorrei tanto. Ma non posso più" .
Lui distolse lo sguardo dal mio, continuando a far scendere le lacrime.
Avevo preso la decisione più semplice.
Quella che avrebbe reso le cose più facili a entrambi.
Ma non potevo dirglielo, lui non avrebbe capito.
"Non è giusto" sussurrò alla fine.
"Lo so" risposi "ma non avevo altra scelta".
Poi lui mi guardò di nuovo.
"Io avrei scelto te in ogni caso".

Sussurrò.
Mi dispiaceva così tanto vederlo stare male a causa mia.
Lasciai che anche le mi lacrime iniziassero a scendere.
Avevamo sofferto tanto, e con questa decisione ci eravamo dati il colpo di grazia.
Presi poi nuovamente il suo volto fra le mani, e lo avvicinai al mio.
Feci sfiorare le nostre labbra prima di posarle delicatamente sulle mie.
Lo baciai dolcemente, consapevole che quello poteva essere il nostro ultimo bacio.
Lui allungò le mani sui miei fianchi quando io allacciai le mie mani dietro al suo collo, approfondendo maggiormente quel bacio.
Ancora non mi ero resa conto che presto non avrei più potuto sentire il suo respiro sulla pelle, il sapore delle sue labbra, il suo profumo e il solletico dei suoi capelli.
Cercavi di autoconvincermi che avrei superato la sua mancanza passando tempo con Jared, proprio come era successo con lui non appena arrivai a Londra. Ma Jared non era Harry.

Ci staccammo solo quando entrambi rimanemmo senza fiato.
Avevo bisogno ancora di lui, ma non potevo più averlo.
Mi appoggiai così al suo petto cercando di far cessare i singhiozzi del ragazzo e nel tentativo di sopprimere i miei.
"Io ti amo Bella" sussurrò lui, con tono talmente basso che sembrava quasi volerselo tenere per sè.
Ma io lo sapevo e lo avevo sentito.
"Ti amo anche io Harry" singhiozzai "ti prego perdonami".
Lui mi lasciò un bacio sulla fronte, poi si voltò non riuscendo più a sostenere il mio sguardo e si diresse verso la porta.
Mi guardò un'ultima volta, in silenzio. Nessuno disse nulla.
Poi accompagnò delicatamente la porta alle sue spalle, e uscì di casa mia.
E forse per sempre, dalla mia vita.
Non ci eravamo nemmeno detti addio.

Quando mi alzai il mattino seguente, avevo ancora quel fastidioso senso di nausea.
Forse perché di tornare a casa proprio non ne avevo voglia.
Mi alzai dal letto svogliata, dirigendomi verso il bagno dove iniziai a prepararmi.
Jared sarebbe passato a prendermi fra un paio d'ore.

Quando uscii dal bagno, infatti, Jessica e Jared già mi stavano aspettando in salotto.
Così, tornai in camera per prendere il mio cellulare e la valigia trascinandola nella stanza affianco.
Non appena si accorsero della mia presenza Jared si avvicinò lasciandomi un piccolo bacio a stampo.
Jessica si alzò dal divano, appoggiando sul tavolino la tazza di caffè che stava bevendo e mi venne incontro per abbracciarmi.
"Mi mancherai un sacco" sussurrò "sei sicura che non vuoi un caffè prima di partire?"
"Assolutamente no, ultimamente mi viene la nausea solo a sentirlo nominare".
La ragazza ridacchiò in risposta.
"Sai che se hai bisogno io sono sempre qui" disse infine.
Poi la abbracciai di nuovo. Mi sarebbe mancata davvero tanto.
Come tutto il resto qui.

Dopo qualche minuto, mi arrivò un messaggio.
Era da parte di Harry.
Jared stava caricando la mia valigia sul taxi che avevamo chiamato per scortarci fino all'aeroporto, così mi spostai di poco e lo aprii.

Non sono molto bravo con gli addii,
o forse sono solo un ingenuo, ma mi piace sperare che per questa volta sia solo un arrivederci.
Grazie per avermi insegnato cos'è l'amore, quello vero.
Harry

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora