Capitolo 19

5.4K 189 1
                                    

*Harry's pov*

Appena tornai a casa, Jennifer mi venne subito incontro tartassandomi di domande.
Tutte finalizzate a sapere come era andata la conferenza, ovviamente.
Non che mi importasse più di tanto avere le sue attenzioni, ma almeno avrebbe potuto evitare di rendere il tutto ancora più insensato e finto.
Non mi chiedeva nemmeno se stavo bene, tanto per capire.
Ma anche se me lo avesse chiesto le avrei detto di sì. Stavo molto bene, ma non per merito suo.
Evitai così le sue insulse domande buttandomi sotto la doccia calda.
Avevo bisogno di stare da solo.
Bella era stata bene, ed ero contento che non si fosse pentita della nostra scelta.
Ma era pesante per lei come per me il fatto di doversi nascondere e mentire costantemente alle persone che avevamo intorno.
La capivo.
Ma io ero abituato, lei no. E non volevo che mollasse tutto proprio adesso.

Uscito dalla doccia, mi vestii e ritornai in cucina per ora di cena.
Agata, la nostra domestica, al mio arrivo servì il polpettone ad entrambi e poi ci lasciò da soli.
Io non dissi una parola. Fu Jennifer a rompere il silenzio.
"Domani sera parto e starò via tutto il fine settimana. Vado con le mia amiche alla SPA" disse "torniamo lunedì, se per te va bene".
Io la guardai e fece un cenno di approvazione con la testa.
Sorrisi immediatamente, perché non avere Jennifer in casa per quattro giorni significava avere più tempo da passare con Bella.

*Bella's pov*

Quando raccontai tutta la storia a Jessica, per la prima volta scoppiai in lacrime.
Ero crollata per lo stress, per le responsabilità che mi stavano ricadendo addosso. Perché Jared aveva mille difetti, ma mi amava davvero.
Io provavo qualcosa per Harry, e non potevo più nasconderlo.
"Bella, non sono nessuno per poterti giudicare, ma ammetto che non me lo sarei mai aspettato da te" sussurrò.
Io abbassai lo sguardo, perché aveva ragione e lo sapevo.
"Jess è successo, non so davvero cosa fare" sussurrai soffiandomi il naso.
"Tu provi qualcosa per lui?"
Sospirai, perché stavo per ammettere quello che in tutte queste settimane non avevo mai avuto il coraggio di dire.
"Voglio bene a Jared, ma credo di essere innamorata di Harry".
Jessica sospirò e si appoggiò con la schiena al divano.
"Solo tu sai quello che devi fare. Non puoi mentire fino a quando non torni a casa, Bella".
"Lo so" sussurrai.
Ma non ero così coraggiosa da dire la verità proprio a tutti.

Il giorno seguente, quando tornai al lavoro ero abbastanza tranquilla.
La chiacchierata della sera mi aveva fatto bene e per la prima volta ero riuscita a sfogarmi del tutto.
Ancora non ero pronta a dire tutta la verità, ma sicuramente sapevo che mi piaceva stare con Harry e che non avrei rinunciato alla sua compagnia molto facilmente.
Quando passai per il corridoio speravo di incontrare Harry e di incrociare il sguardo, scambiarci i nostri soliti sorrisi lontani dagli occhi di tutti, ma lui non era lì.
Così andai nel mio ufficio, dove trovai Madison già immersa nel suo lavoro.
Dopo non molto, anche io feci lo stesso.

A metà mattina mi arrivò un messaggio da parte di Harry.
"Fai una pausa con me?"
Ovviamente se fosse venuto a chiamarmi di persona nel mio ufficio, quasi sicuramente avremmo destato sospetti, così risposi accettando volentieri la sua offerta.
Quando lo raggiunsi, decidemmo di andare a prendere qualcosa da bere nel bar qui di fronte, come nostro solito.

Il nostro posto era sempre libero, ma questa volta non ordinai il thè, ma anche io una tazza di caffè caldo.
Ero stanca di quell'abitudine che avevo adottato vivendo con Jared, volevo cambiare un po'.
E forse non mi riferivo solo alla bevanda che tenevo in mano.
Con Harry era tutto normale.
Quello che era successo non aveva creato tensione nel nostro rapporto.
Era tutto come sempre. Sbagliato come sempre.
"Harry" aggiunsi poi interrompendo il suo discorso.
Appoggiai la mia tazza e lo guardai negli occhi.
Tutte le volte che li inchiodava nei miei perdevo un battito.
"Cosa siamo noi?"
Lui non disse nulla e guardò fisso sul tavolo.
"Non lo so, Bella. Siamo un casino" sussurrò lui.
Aveva ragione, ma quella sua affermazione mi fece sorridere.
"Sto parlando seriamente Harry. Vuoi continuare a fingere per sempre?"
Lui si appoggiò con la schiena alla sedia.
"Smetteremo di farlo quando sarà il momento, ora non siamo pronti"
"E quando lo saremo?" sussurrai portandomi le mani sul viso "Non so se ce la faccio".
Lui si avvicinò a me con la sedia, mi fece scostare le mani del viso e le strinse fra le sue.
"Bella lo so che è difficile, anche per me lo è, credimi... ma anche tu lo sai che non è semplice mollare tutto quello che abbiamo intorno a noi"
Sapevo che aveva ragione.
Smettere di mentire significava dire tutta la verità a Jared, e con lui alla mia famiglia e alla sua, ed era un passo difficile da affrontare.
E forse aveva ragione. Era troppo presto.
"Non mollare adesso, ti prego. Solo... diamoci tempo" aggiunse dato che non avevo ancora risposto.
Sospirai e gli sorrisi, accettando quella situazione.
"Quindi siamo... amanti?"
Lui alzò le spalle.
"Se proprio vogliamo definirci così..."

Quando uscii dalla doccia, asciugai in velocità i capelli e li raccolsi in una coda disordinata.
Poi mi gettai sul divano cercando qualcosa di interessante da guardare, mentre addentavo la pizza.
Ero da sola in casa, Jessica era rimasta in biblioteca.
Almeno così mi aveva detto.
Il telefono iniziò a squillare. Era Harry.
Così risposi.
"Buonasera, ragazza super impegnata" scherzò lui.
"Buonasera, signor Styles"
Era da tanto che non lo chiamavo così. Avevo perso l'abitudine, ormai anche in ufficio ci davamo entrambi del tu.
"Mi stavo chiedendo, domani è sabato"
"Si..." risposi con tono confuso
"Che cos'hai in programma per domani sera?"
"Fammi controllare nella mia agenda" dissi scherzando "direi nulla di nulla, come mai questa domanda?"
"Si dà il caso che anche io non abbia nulla da fare e che la mia compagna sia partita per tutto il fine settimana. Ceniamo insieme?" Chiese.
"E dove mi porteresti?"
"A casa mia" aggiunse alla fine.
"Davvero?" Sussurrai incredula.
"Allora, ci sei?"
Io accettai subito.
"Allora ci vediamo domani sera. Ah, e non dimenticarti di vestirti elegante" disse scherzando.
"Sarò all'altezza della tua dimora" risposi io con tono altezzoso.
Poi lo salutai e riattaccammo.
In quel momento non avrei potuto chiedere di meglio.

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora