Capitolo 11

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Quando tornai a casa erano le 3 passate.

Harry mi diede un passaggio fino a casa.
Il viaggio fu piuttosto silenzioso, nessuno aveva parlato di quello che era appena successo.
Entrambi eravamo abbastanza confusi.
Lo salutai e ringraziai prima di rientrare in casa.

Una volta varcata la soglia di casa, mi appoggiai alla porta e la chiusi appoggiandomici sopra.
Chiusi gli occhi e mi lasciai scivolare a terra.
Mi ero appena lasciata baciare dal mio capo, e non avevo fatto nulla per impedirglielo. Di fatto, si poteva definire un tradimento.
Mi portai entrambe la mani sugli occhi.
Mi bruciavano.
Cercavo di impedire con tutte le mie forze che le lacrime scendessero, non volevo piangere. Odiavo piangere.
Mi sollevai dal pavimento, tolsi i tacchi e a piedi nudi raggiunsi la mia stanza.
Presi il mio cellulare dalla borsetta per metterlo in carica.

3 chiamate perse da Jared

Leggere il suo nome sullo schermo mi aveva letteralmente fatto perdere un battito. Non avrei mai più avuto il coraggio di richiamarlo.
Non solo gli avevo mentito su dove avrei passato la serata. Lo avevo addirittura tradito.
In più, non ero semplicemente una traditrice. Ma anche l'amante.
Perché si, lui è sposato.
Ero una persona orribile.

Mi spogliai in fretta, e prima di dirigermi verso il bagno, decisi di controllare la camera di Jessica.
La porta era socchiusa, così entrai senza fare troppo rumore.
Era collassata sul cuscino, ancora vestita e truccata.
Puzzava di alcol atrocemente, ma decisi di non svegliarla.
Si sarebbe sorbita tutti i postumi al suo risveglio l'indomani.
Di certo non ero nella posizione per farle la predica.
La coprii con la coperta e tornai nella mia camera.
Speravo anche io di riuscire a prendere sonno, ma temevo che non sarebbe stato così semplice.

Il mattino seguente verso le 7 mi arresi al fatto che non avrei dormito molto quella notte.
Avevo dormito poco più due ore, svegliandomi circa ogni mezz'ora, così ci rinunciai e decisi di andarmi a fare una doccia calda.
Mi buttai in velocità sotto il getto, e rimasi lì, immobile contro la parete fredda della doccia, a pensare.
Come avevo potuto lasciare che tutto ciò accadesse? Non eravamo nemmeno ubriachi, eppure non mi ero tirata indietro.
Non avrei mai voluto che accadesse, non lo avrei mai permesso. Eppure è successo, e non potevo fare nulla per cambiarlo.
Venni riportata alla realtà dal bussare alla porta del bagno.
"Bella? Bella, ho bisogno del bagno... urgente" sentii dall'altra parte della porta.
"Arrivo, solo un secondo" sciacquai velocemente il corpo dal sapone, e uscii avvolgendomi nel mio accappatoio.
Non appena aprii la porta, Jessica si chinò sul gabinetto incominciando a rimettere.
Mi inginocchiai dietro di lei e la aiutai a mantenere i capelli.
"Jess..." sussurrai accarezzandole la schiena.
Rimase qualche secondo china sul wc, e quando fu sicura di non aver altro di rigettare, si alzò ancora un po' barcollante e si sciacquò la bocca nel lavandino.
"Sono una cretina..." sussurrò.
'Non quanto me, credimi' pensai.
Ma non risposi.
"Anche tu non hai una bella faccia, sembri sconvolta. Tutto bene?"
"Sto bene, davvero" cercai di sorridere nel modo più credibile possibile "non ho dormito molto stanotte".
Era troppo presa dai postumi per potersi accorgere del mio reale stato d'animo e la sera prima era troppo ubriaca per ricordarsi della mia assenza, così sembrò credermi.
Non ne avrei parlato con lei, per ora.
Era appena uscita da una relazione proprio a causa di un tradimento, e sarebbe stata un ulteriore pugnalata al cuore.
Subito dopo, lei se ne ritornò in camera, dove passò buona parte della mattinata.
Io feci lo stesso, pensando sul da farsi.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto chiamare Jared e affrontare questa situazione.
Ma ero certa che non avrei detto nulla di quello che era successo. Avrei finto che stava andando tutto bene, nella speranza che ciò che era accaduto poche ore prima fosse solo un incidente, e non sarebbe dovuto ricapitare di nuovo.

Quando rientrai nella mia stanza, presi in mano il mio cellulare.
Non lo avevo toccato dalla sera prima.
Lo riaccesi, e dentro di me speravo di trovare un messaggio di scuse o di chiarimento da parte di Harry. Ma non trovai nulla di simile.
Semplicemente un'altra chiamata persa da Jared e alcuni messaggi da parte di Charlotte.
Sospirai, e mi feci coraggio.
Cliccai sul nome di Jared nelle chiamate recenti e gli telefonai. Dovevo fingere che andasse tutto bene.
"Bella, finalmente! Dove sei sparita ieri sera? Non hai mai risposto alle mie chiamate".
"Scusa Jared, ma sono stata di nuovo con Jessica... ancora non sta bene". Il cuore mi batteva fortissimo, la voce mi tremava.
Non riuscivo a reggere la sua voce squillante e ignara di tutto. Mi sentivo terribilmente in colpa.
"Ancora per quella storia eh... dai su, le passerà, è questione di tempo e troverà sicuramente qualcun altro"
"Si, lo spero"
Silenzio.
"Amore?"
"Si?"
"Stai bene?" sospirai.
"Si, sono solo un po' stanca" socchiusi gli occhi.
Non gli avevo mai mentito, non avrei retto per molto.
Non appena chiuso gli occhi, una lacrima scivolò lungo le mie guance.
"Allora vai a riposarti, hai ancora un paio d'ore per dormire. È domenica" disse in tono dolce e premuroso.
"D'accordo. Allora, ci sentiamo stasera?"
"Si, a stasera. Bella?" un attimo di silenzio e poi riprese "Ti amo".
"Anche io" sussurrai in modo quasi impercettibile. Poi riattaccai.
Mi feci scivolare sul letto e scoppiai a piangere.
Non ero capace di mentire, non volevo, ma non avevo altra scelta.
Così capii che dovevo assolutamente sfogarmi con l'unica persona che mi avrebbe sicuramente capita e aiutata a chiarirmi le idee.
Charlotte.

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora