Capitolo 18

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La mattina, quando aprii gli occhi, trovai il ragazzo appoggiato al mio petto, che ancora dormiva.
Il suo braccio avvolgeva la mia vita da sopra le lenzuola e i suoi ricci mi pizzicavano la guancia.
Scostai con le dita alcune ciocche che gli ricadevano sulla fronte.
Il suo respiro era pesante e regolare per via del sonno in cui era immerso, così rimasi lì per un po' ad accarezzare il suo braccio con la punta delle dita, senza dire nulla.
Ero felice che fosse rimasto con me tutta la notte e che non fosse ritornato nella sua stanza.
In quel momento stavo bene, stavo bene davvero.
Non c'era spazio per i sensi di colpa.
Quando afferrai il cellulare dal mio comodino e controllai l'ora, mancavano pochi minuti alle 7.
Saremmo dovuti partire tra qualche ora, così gli stampai un piccolo bacio sulla fronte, spostai attentamente il corpo del ragazzo dal mio senza svegliarlo, e mi diressi verso il bagno per farmi una doccia fresca.

Uscii dal bagno con solo l'asciugamano allacciato all'altezza del seno.
Al mio ritorno nella stanza, Harry si era svegliato.
Era steso su un fianco con il suo cellulare fra le mani.
"Hey buongiorno" sussurrai sciogliendo la coda nella quale avevo raccolto i capelli.
Lui si voltò, e si sedette sul letto sorridendomi.
"Buongiorno" farfugliò con la voce ancora impastata dal sonno.
Mi fece posto affianco a lui sul letto facendomi segno di sedermi, e mi circondò con le sue braccia, stampandomi un bacio sulle labbra.
"Sono stato benissimo ieri sera" sussurrò e mi baciò di nuovo "sono stato bene come non mi succedeva da tanto tempo".
Sorrisi e accarezzai la sua guancia appoggiando la fronte contro la sua.
"Anche io" sussurrai.
Perché era vero.

Quel momento, però, venne interrotto dalla suoneria del mio cellulare.
Quando mi avvicinai, era Jared in videochiamata.
"Devo rispondere" sussurrai dispiaciuta.
Lui annuì e si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno, in modo da non farsi vedere una volta risposto. Ne approfittò intanto per farsi la doccia anche lui.
Mi sedetti sul letto appoggiandomi all'altiera del letto e risposi.
"Hey Jared"
"Buongiorno amore" borbottò lui.
Era ancora a letto.
Lo capii perché era a petto nudo avvolto solo dal lenzuolo.
Poi sbadigliò e si sfregò gli occhi con una mano.
"Sono stanchissimo"
"Lo vedo" dissi ridacchiando.
"Come sono andati questi giorni di lusso?"
"Molto bene. La conferenza è stata molto interessante, mi è piaciuta".
"Sono felice che tu ti stia trovando bene"
Io annuii e abbassai lo sguardo.
Un po' mi sentivo in colpa perché in fondo ero lì solo per Harry.
Sospirai.
Nel frattempo il ragazzo, uscì dal bagno, ma rimase di fronte a me per non apparire nell'inquadratura, e iniziò a prepararsi.
"Ora devo iniziare a vestirmi, tra poco torniamo"
"Bella puoi farlo anche adesso, non è la prima volta che ti vedo senza vestiti".
Arrossii di colpo e lanciai un'occhiataccia a Harry, che stava per scoppiare a ridere.
"Jared!"
"Va bene, va bene scusa timidona".
Se solo sapesse quello che era appena successo, cambierebbe idea immediatamente.
"Ora devo davvero andare" dissi.
"D'accordo, chiama quando arrivi, ok?"
"Ok" poi lo salutai per l'ultima volta e riattaccai.
Appoggiai il telefono sul letto e sospirai.
Harry fece lo stesso guardandomi, mentre dal comodino afferrò la sua fede infilandosela al dito.
"Troveremo una soluzione Bella" sussurrò, baciandomi la testa.
Ma dal suo tono, non ci credeva molto nemmeno lui.

Quando uscimmo dalla stanza, Harry mi aiutò a portare fuori i miei bagagli, e dopo aver controllato di non aver dimenticato nulla, chiusi la porta e tornammo alla hall del nostro albergo.
Quando tutti arrivarono, caricammo le nostre valige ed eravamo pronti per tornare a Londra.

Al nostro arrivo in città, Harry si offrì di riaccompagnarmi a casa lui stesso.
Come al solito, stava piovendo.
Harry accese la radio per rendere più piacevole l'atmosfera in macchina, poiché nessuno dei due aveva nulla da dire.
Io ero stanchissima, sia fisicamente sia psicologicamente.
Non volevo più mentire.
Volevo bene a Jared, ma in questo momento ero davvero presa da Harry.
Mi stava dando le attenzioni che nell'ultimo periodo mi mancavano, ma soprattutto mi incoraggiava, cosa che invece Jared non aveva mai fatto, stando al fatto che era sempre stato contrario alla mia partenza.
Harry si accorse che ero persa nei miei pensieri, così mi appoggiò una mano sulla coscia.
Gli sorrisi per rassicurarlo e appoggiai la mia mano sulla sua.
Non era colpa sua se ero triste, non volevo che lo pensasse.
"Vorrei che le cose fossero più semplici" sussurrai riprendendo a guardare fuori dal finestrino seguendo la scia che lasciavano le gocce di pioggia sul finestrino.
Lui non disse niente, perché dentro di me sapevo che anche lui pensava la stessa cosa.

Quando arrivai a casa, ringraziai Harry con un veloce bacio sulle labbra prima di scendere, poi scaricai la mia valigia e entrai in casa.
Jessica era sul divano con il suo computer fra le gambe, e nel sentire la porta aprirsi si voltò per salutarmi.
"Hey, la mia giornalista preferita è tornata!".
Scoppia a ridere e mi avvicinai a lei per lasciarle un bacio sulla guancia.
Poi mi sedetti sul divano, mi tolsi le scarpe e incrociai le gambe.
Non dissi nulla per un po' e lei se ne accorse.
"Che cosa è successo?" Mi chiese subito.
Capii che forse quello era il momento giusto per parlarne con lei, che ancora non sapeva nulla.
Feci un respiro profondo e mi misi composta sul divano di fronte a lei.
"Devo dirti una cosa" aggiunsi poi.
Dalla mia espressione capì che era una cosa seria, così richiuse il computer e si preparò per ascoltare cosa avevo da dire.

Se volevo smettere di mentire riguardo a questa storia, quel momento poteva essere un primo passo.

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora