Capitolo 21

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Quella mattina mi svegliai in una stanza che non era la mia, tra le coperte di un letto che non era mio, insieme ad un uomo che, purtroppo, non era mio, ma che per quella notte mi apparteneva completamente.
Non avevo idea di che ore fossero.
La lunga tenda era tirata completamente, ma fuori sembrava essere nuvoloso.
Allungai un braccio, ma al mio fianco il ragazzo non c'era più.
Mi sedetti così sul letto, coprendomi il seno con le lenzuola bianche. In quel momento, la testa mi pulsava e sembrava volermi scoppiare.
Mi infilai la camicia del ragazzo e uscii dalla stanza per cercarlo.
Sentii il getto dell'acqua provenire dalla cucina, così lo raggiunsi.
E infatti era lì, con indosso una t-shirt bianca che ripuliva quello che la sera prima non avevamo mangiato e stava preparando una porzione di pancakes.
Quando mi sentì arrivare, si voltò verso di me e mi sorrise.
Il suo sguardo e il suo sorriso mi avevano già migliorato la giornata.
"Ehi! Buongiorno" sussurrò rigirando il pancake sulla piastra.
Mi avvicinai a lui e gli stampai un bacio sulla guancia.
Mi stropicciai gli occhi e sbadigliai di nuovo. Ero stanchissima.
"Che ore sono?" farfugliai.
"Le 11 passate" ridacchiò "hai dormito un sacco".
Poi posò l'ultimo pancake nel piatto e lo servì in tavola. Così iniziammo a mangiare.
In quei momenti invidiavo Jennifer.
Lei poteva avere tutto questo ogni giorno, svegliarsi insieme a lui e incontrare quel magnifico sorriso tutte le volte che apriva gli occhi.
Tutto questo le spettava, le era dovuto.
Ero io quella che, in realtà, non poteva permetterselo.

Solo dopo aver finito di mangiare e dopo aver bevuto il mio ultimo sorso di caffè dalla tazza, mi accorsi che ancora avevo addosso la camicia del ragazzo.
In realtà non avevo nulla con me, solo l'abito che avevo indossato ieri sera.
"Non ho altro da mettermi" sussurrai con un velo di imbarazzo nella mia voce.
Harry mi guardò e poi ci pensò un attimo.
"Puoi metterti qualcosa di Jennifer, non se ne accorgerebbe nemmeno".
Sospirai, e non dissi nulla.
Non ne ero troppo convinta,ma il ragazzo si alzò e mi chiese di seguirlo.
Mi portò nella sua stanza aprendo la porta della cabina armadio di Jennifer, che mi fece rimanere a bocca aperta.
Era piena di vestiti, scarpe e borse.
Era tutto ordinato alla perfezione. Così tanti abiti pensavo esistessero solo nei film.
"Puoi mettere quello che vuoi, poi ci penserò io".
Lo guardai un po' contrariata, poi mi feci convincere. Avevo altra scelta?
Non li stavo rubando, li avrei restituiti immediatamente.
Entrai così nella cabina armadio, cercando un semplice paio di pantaloni e una felpa abbastanza pesante da potermi mettere.
Fu difficile trovarne alcuni, la maggior parte erano solo abiti eleganti, ma alla fine trovai un paio di pantaloni neri aderenti e una maglia a maniche lunghe color beige.
In fondo alla cabina poi, trovai un abito avvolto nel cellofan.
Per curiosità mi avvicinai, e vidi quello che forse non avrei mai voluto vedere.

Il suo abito da sposa.

Mi avvicinai piano, e sollevai appena il cellofan per guardarlo meglio.
Era un abito ampio e pieno di lustrini.
Aveva diversi strati di tulle, bianco panna con un profondo scollo a cuore e aperto nella schiena.
Era stupendo.
Mi fermai a fissarlo e toccai appena il tessuto della gonna, quando Harry mi si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla.
"Credo che questo abito costi più della mia casa" sussurrai.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
Sospirai e mi voltai di nuovo verso di lui.
Lui mi strinse forte, baciandomi la fronte.
Non so quanto avrei resistito ancora, ma lo avrei fatto solo per lui.

Dopo aver passato tutto il pomeriggio a casa di Harry, alla sera mi riaccompagnò a casa.
Jessica mi aveva scritto che non sarebbe tornata quella sera, così decisi di farlo entrare.
Non mi sentivo molto bene, in realtà.
Da quella mattina il mal di testa non mi era mai passato, forse era solo un grande accumulo di stress.

Harry era seduto sul divano di fronte alla TV, mentre io rovistavo nel frigo per vedere cosa era rimasto da poter cucinare.
Di certo non avevo lo champagne come lui, e nemmeno la mia casa era all'altezza della sua.
Ancora mi chiedevo come lui potesse preferire una come me, con tutto ciò che quella ragazza aveva da offrirgli.

Dopo qualche minuto di ricerca, alla fine optai per dei semplici spaghetti al pomodoro.
Di certo era scadente rispetto al suo risotto della sera prima, ma era meglio di nulla.

Quando la pasta fu pronta, tornai in salotto per chiamare il ragazzo, e lo trovai addormentato sul divano.
Era appoggiato allo schienale con le labbra appena dischiuse.
Mi sedetti così affianco a lui, e gli accarezzai i capelli, proseguendo poi fino alla guancia.
Era davvero paradisiaco.
Quel mio leggero contatto lo fece sobbalzare.
Probabilmente non si era nemmeno accorto di essersi addormentato, quindi mi sorride lievemente in imbarazzo.
"Volevo solo dirti che ho già preparato la cena" sussurrai.
Lui annuì stirandosi appena sul divano, poi si alzò dal divano e insieme andammo in cucina.

"Credevo che fossi una cuoca peggiore, devo essere sincero" disse il ragazzo finendo l'ultima forchettata di spaghetti.
Gli tirai un leggero calcio da sotto il tavolo.
"Hey, almeno stasera abbiamo cenato per davvero!" Scherzai alludendo al risotto di ieri sera, che per quanto fosse invitante, l'abbiamo ignorato completamente dedicandoci ad altro.
Il ragazzo ridacchiò, poi insieme sparecchiammo e mi aiutò a sistemare la cucina.

Feci la doccia prima di andare a dormire.
Harry era già crollato sul mio materasso, mente io mi infilai il pigiama preparandomi per andare a dormire.
Mi tolsi i gioielli, quando mi accorsi che ne mancava uno.
Avevo perso il bracciale con la mia iniziale che mia madre mi aveva regalato per il mio diciottesimo compleanno.
Mi misi a cercarlo per tutta la camera.
Non era nel beauty-case, nè nella valigia del viaggio a Manchester.
Lo avevo sicuramente perso da qualche parte, non l'avevo mai tolto.
Sospirai per calmarmi. Ci tenevo a quel bracciale.
Mi rassegnai. Lo avevo sicuramente perso.
Quando riuscii a calmarmi mi infilai sotto le coperte insieme al ragazzo, al quale lasciai un veloce bacio prima di addormentarmi anche io abbracciata al ragazzo.

Mi svegliai con il ragazzo che mi stava lasciando una scia di baci a partire dal mio collo fino alle labbra.
I suoi capelli mi solleticavano il viso, così ridacchiai spostandomi appena.
"Harry, mi stai facendo il solletico!"
Lui immediatamente si fermò.
"Ben svegliata, finalmente".
Afferrai il mio cellulare e controllai l'ora. Erano le 5:30 del mattino.
"Harry, ma sei impazzito? Sono le cinque del mattino!" farfugliai girandomi a pancia in giù infilando il viso nel cuscino.
Il ragazzo rise in tutta risposta e prese a farmi il solletico. Cosa che io odiavo.
Così incominciai a dimenarmi fra le lenzuola. Ma quando incrociai nuovamente i suoi occhi, lui si fermò a guardarmi. Allacciai le braccia al suo collo e mi avvicinai alle sue labbra.
Non sapevamo perché, ma ogni volta che ci sfioravamo ci veniva impossibile separarci.
E di nuovo, come era successo in quei giorni appena passati insieme, ci lasciammo travolgere dal nostro sentimento.

Purtroppo però, era lunedì.
Quel giorno sarebbe tornata Jennifer, ed io ed Harry saremmo dovuti andare al lavoro.
Così, quando Harry uscì dalla mia stanza si avviò in bagno a fare la doccia.
Io iniziai a sistemare la stanza per aspettare il mio turno in bagno, quando suonarono al campanello.
A quell'ora poteva solo essere Jessica. Sicuramente si era scordata le chiavi.
Mi infilai in velocità la maglietta di Harry e corsi ad aprire la porta.
"Jess, prima o poi imparerai a mettere le chiavi in..." mi interruppi quando mi accorsi che in realtà dietro a quella porta non c'era Jessica. No di certo.

Le parole mi morirono in gola, e dopo aver deglutito un paio di volte finalmente riuscii a parlare.

"Jared..."

Champagne | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora