capitolo 66

297 8 11
                                    

Lunedì 05 settembre

Per la prima volta sono rimasta tutta la notte abbracciata a Koan.
Sentivo il bisogno del suo contatto senza mai stancarmi, lo tenevo stretto a me durante i miei sogni agitati e confusi, spaventata e angosciata per la paura di perderlo, e con le ultime vicende accadute, il passo è breve.
Mi sveglio di soprassalto quando non avverto più la sua presenza, il suo profumo, la sua pelle.
Tiro un sospiro di sollievo quando lo vedo vestito; pantalone camicia senza cravatta, lì, davanti a me.
<<Ciao amore, riposato bene?>>
La sua voce è musica nelle mie orecchie questa mattina.
<<Tutto sommato bene.>>
Rispondo felice.
Lui si avvicina e sistemando due ciocche ribelli dei miei capelli, mi bacia dolcemente.
<<Dove vai agghindato così?>>
Gli chiedo perplessa, dopo tutto è giusto che anche lui si riprenda da tutta questa brutta faccenda.
<<Mi aspettano al Distretto, devo deporre tutto quello che è accaduto ieri, poi volevo fare un salto in ospedale, vado ad accertarmi che la ragazza stia meglio.>>
<<Oh Dio Francesca! Vengo anch'io, voglio vederla.>>
Concitata mi sollevo di scatto per alzarmi, ma lui mi blocca con le mani.
<<Non se ne parla nemmeno Signorina! Hai bisogno di riposare e stare tranquilla.>>
Afferma risoluto.
<<Cristo Koan, sono incinta non malata!>>
Mi lamento.
<<Ho riposato abbastanza, e poi starò più tranquilla se mi assicuro di persona della salute di Francesca. Ti prego, voglio venire...>>
Koan alza gli occhi al cielo e sbuffa contrariato, ma il sorriso lo tradisce e poi si arrende.
<<Okay Diletta. Ma promettimi che appena ti sentirai stanca, mi informerai subito.>>
Io annuisco e mi alzo di volata per fare il più presto possibile.
<<Ehi ehi Signorina! Tranquilla abbiamo tutto il tempo.>>
Mi rimprovera agitando le mani in segno di calma.

Ci stiamo dirigendo alla sede principale della K.Kondo, dove Koan deve sistemare alcune questioni di lavoro, prima di avvicinarci alla Centrale della Polizia, dopo la deposizione di rito, destinazione Seibo Hospital a trovare la povera Francesca, che spero con tutto il cuore stia meglio. Le devo molto, e ora tocca a noi assicurarci che ne esca incolume.
Koan entra in ufficio con Kaii, mentre io mi siedo nei divani bianchi della sala d'aspetto, quando noto la Signora Sasaki, la segretaria della reception, che si avvicina.
<<Salve Signorina Malon, come sta? Ho saputo tutto quello che è successo ieri, sarà stato terribile?>>
Mi dice tutta premurosa.
<<Grazie Signora Sasaki, sto meglio. Eh sì, è stato davvero terribile.>>
Mi limito a risponderle.
<<Senta Signorina Malon, le devo delle scuse...>>
La guardo perplessa.
<<Scuse per cosa?>>
<<È grazie a lei se il Signor Kondo non mi ha licenziata sul serio.>>
Quindi Koan mi ha datto retta, ne sono felice.
<<Da parte mia, la prossima volta, prima di aprire bocca e dare fiato inutilmente, ci penserò almeno mille volte.>>
Mi rassicura alquanto mortificata.
<<Stia tranquilla, è tutto apposto ora, grazie.>>
La rassicuro.
<<Il lavoro come procede Signorina Malon?>>
Già il lavoro... Ora per via della gravidanza dovrò trascurarlo per un po', il medico mi ha obbligata riposo assoluto.
<<Bene grazie, Signora Sasaki.>>
<<Be', ora vado al mio di lavoro. Buona giornata Signorina.
E di nuovo grazie.>>
Mi poggia una mano sulla spalla con fare affettuoso e sorridendo si dirige verso l'enorme bancone. Mi viene in mente tutte le chiamate fatte da Yu e Satoshi nell'arco della giornata di ieri che ho trascurato, sicuramente volevano sapere come stavo.
E mentre aspetto Koan che esca dall'ufficio, li chiamo per informarli che va tutto bene.

Stiamo andando in direzione della sede centrale della polizia nel quartiere di Kisumigaseki.
Kaii è alla guida, Koan mi chiede premuroso se sto bene, io gli faccio cenno sì. Non vorrei essere in nessun altro posto al mondo in questo momento, so che presto assisterò alla deposizione, dove finalmente saprò bene come sono andate le cose, e ora più che mai sono determinata a sapere cosa sta accadendo, qualcosa mi dice che tutta questa intrigante faccenda non sia finita qui.
E poi c'è Francesca, la ragazza rapita al posto mio per una mia negligenza, devo assolutamente assicurarsi che stia bene.
<<Stai pensando alla mia proposta?>>
Inaspettatamente Koan mi distrae dai miei pensieri con una domanda ambigua, lo guardo perplessa, cosa si aspetta da me?
I miei occhi corrugati la dicono lunga.
<<Si dico a te, ci stai pensando alla mia proposta di matrimonio? Credo proprio che non abbiamo altra scelta. Diletta sposami!>>
Mentre lo dice non può fare a meno di accarezzarmi la pancia, colgo in quel gesto un'infinita dolcezza.
Lo guardo commossa, quello che voglio è sicuramente stare insieme a lui, ma... sposarmi? Ho solo diciotto anni! Un'inspiegabile ansia mi assale.
Koan intuisce il mio stato d'animo e mi prende le mani avvicinandole alle sue labbra posandoci sopra piccoli baci.
<<Okay Diletta, non devi per forza rispondermi adesso!>>
Tiro su un sospiro di sollievo e lo abbraccio e di una cosa sono sicura, vorrei perdermi per sempre nelle sue calde braccia.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin