capitolo 14

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Giovedì 07 luglio

Oggi svegliarmi alle sette e trenta non mi è pesato così tanto. Mi alzo e corro in bagno a prepararmi.
Mi ritrovo sotto la doccia a canticchiare, sono di buon umore, forse è lui che presto rivedrò, a farmi felice.
Sì, devo ammetterlo quando sono con lui sono semplicemente, felice.

Sto scendendo in ascensore, e sono dieci minuti in anticipo all'orario previsto. Aspetterò nella hall non resistevo più a stare in camera. Appena si aprono le porte, vedo di fronte all'uscita dell'albergo, un'auto scura, parcheggiata proprio lì davanti. Mi avvicino e da dietro le porte vetri, vedo scendere Koan dall'auto che mi viene incontro.
Io esco e lo raggiungo.
<<Buongiorno Signorina, vedo che sei scesa in anticipo>>
<<E che ci ho messo poco a vestirmi, sapevo già cosa indossare...>> gli indico la divisa da lavoro.
<<Vedo! E vedo che ti sta d'incanto!>>Mi dice con i sui occhi incollati addosso. Diamine! Non può neanche guardarmi che vado nell'imbarazzo più totale.
<<Prego!>> Mi fa cenno di accomodarmi, lui apre la portiera posteriore della macchina ed io mi accomodo nel sedile di dietro, poi lui fa il giro per entrare e prendere posto accanto a me.
Davanti noto una persona alla guida.
<<Non mi dire che hai un autista che ti porta a lavoro?>> Gli chiedo con un tono un po' sprezzante. Non sopporto i damerini.
<<Beh... No! Lui è Kaii, ti ricordi di lui? Siamo... colleghi facciamo a turno per andare a lavoro.>> Mi risponde un po' esitante.
<<Salve Signorina Malon!>
Si gira e lo riconosco subito, viso carino e sempre allegro, non ha il fascino di Koan, ma attraente lo stesso.
<<Ciao Kaii, chiamami solo Diletta, grazie>>
<<Okay Diletta, come vuoi tu!>> risponde affabile.
Poi Koan gli dice due parole nella loro lingua con una faccia contratta come se volesse spaccare la faccia a qualcuno.
Ce la avrà con Kaii? Poi mi viene in mente quello che mi ha detto Bea riguardo a Kaii, " faceva di tutto per allontanarlo". Bea ha troppa fantasia a volte.
Guardo Koan e cerco di capire, ma lui e proprio un enigma, un affascinante, ammaliante, incantevole enigma.
Oggi indossa un completo grigio scuro con cravatta scura che gli sta da Dio.
Mi guardo intorno, e mi chiedo a quest'ora dovevamo essere arrivati.
<<Tranquilla Diletta, ho fatto fare un giro più lungo. Visto che eravamo in anticipo. Fra tre minuto arriviamo.>> Risponde alla mia domanda non espressa.
Mi squilla il telefono. <<È Bea cosa vorrà adesso?>> Dico rivolta a Koan, e rispondo. <<Ciao Bea! Qualche problema?>> aspetto che risponda.
<<Ciao Dile, volevo ricordati che domani dobbiamo partire per quattro giorni a Kyoto per la festa di Gion, ricordi? Domani mattina presto abbiamo il treno per Osaka poi da lì prendiamo un taxi per Kyoto.>>
<<Già ricordo! Beh andate pure senza di me.>>
<<Veramente ti ho chiamata per dirti di chiedere qualche giorno di permesso. Non ti lascio sola a Tokyo.>>
<<Ma Bea, ho appena iniziato a lavorare, non posso chiedere giorni di permesso, addirittura quattro!>>
<<Ti prego Dile! E poi ti ricordo che dobbiamo lasciare l'albergo.>>
Maledizione! A questo non ci avevo pensato.
<<Bea ti chiamo più tardi, a dopo!>>
<<Fammi saper al più presto! Cerca di venire okay?>>
Riattacco. Devo trovare una soluzione
<<Qualche problema?>> mi chiede Koan.
<<Sì! Il fatto è che nel viaggio era compreso la visita a Kyoto, per la famosa festa di Gion. Beh, io lavoro, poi devo lasciare l'albergo, capisci?>>
Koan mi guarda come se fossi impazzita tutta in un volta. Oddio giusto! Io e Bea parlavamo italiano non avrà capito niente.
Non avevo fatto caso, ma siamo fermi almeno da cinque minuti proprio di fronte alla scalinata.
<<Te lo spiego meglio più tardi, sono arrivata, devo andare.>> Faccio per aprire lo sportello, ma Koan mi ferma la mano, e subito il contatto, è inevitabile lo sfarfallio nello stomaco, sento il suo viso sfiorare i capelli e il suo respiro aumentare sempre più e il mio con il suo. Per un attimo che mi è sembrato eterno, siamo rimasti fermi lì, in quella posizione, ho sentito le sue labbra nei miei capelli come se gli avesse baciati dolcemente.
Ecco che sento di nuovo quel benessere, la felicità, il mio paradiso, esistiamo solo io e lui.
<<Ragazzi sono le nove!>> È Kaii che ci riporta alla realtà, io mi muovo per scendere, faccio il giro dell'auto, e vedo scendere anche Koan , che mi si blocca davanti. Mi guarda con i suoi occhi striati di verde, ed io non riesco a dire una parola.
<<Ti vengo a prendere dopo il lavoro.>> Annuisco e cerco di superarlo, ma lui si ferma di nuovo davanti, ho il cuore in gola sto per svenire.
<<Volevo sapere cosa volevi dirmi prima a proposito della festa di Gion a Kyoto? Devi andare lì con le tue amiche?>>
<<Conosci quella festa?>>
<<Sì, la conosco bene. Dimmi vuoi andarci?>>Mi chiede come se fosse lui il capo.
<<Sì, cioè no Koan! devo rimanere qui, io ora ho un lavoro, non posso mancare quando pare e piace a me. Il problema è che devo lasciare l'albergo sino a lunedì, e non so dove andare>>
Mi sento in imbarazzo a digli queste cose. In fondo sono affari miei, non suoi.
<<Va bene Diletta ci penso io non preoccuparti, quando vengo a prenderti ti farò sapere.>> Le sue parole mi fanno stare tranquilla.
<<Parlerai con il Signor Kondo?>> Gli chiedo e sono un po' preoccupa, si potrebbe pentire di aver assunto una persona problematica.
Sta salendo in auto quando mi assicura.
<<Farò molto di più Diletta, ora vai a lavoro tranquilla>>
<<Grazie per il paesaggio Koan!>> Gli urlo ormai in cima alla scalinata.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Where stories live. Discover now