capitolo 49

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Kaii non ci mette molto a raggiungerci, fuori ha smesso di piovere forte, cade solo qualche goccia sporadica, intanto ci siamo vestiti e ci affrettiamo ad uscire.

Arrivati al Nippon Station, entriamo dentro tutti e tre nel locale, quando penso che ci vorrà una vita a trovarlo in mezzo a tutta quella gente, individuo i suoi inconfondibili riccioli biondi, faccio per avvicinarmi che Koan e Kaii, mi vengono dietro come due cagnolini.
<<Koan ti prego, ora lasciami due minuti sola con lui.>>
Lo supplico
Non accenna a nessun movimento, e io mi accosto lentamente al tavolo dov'è seduto Marco.
<<Non ci metterò molto!>>
Lo tranquillizzo.
Marco in un primo momento non percepisce la mia presenza, ma quando mi vede si alza di scatto e mi viene subito incontro ad abbracciarmi.
Vedo che questa mossa irrita alquanto Koan, che da lontano impulsivo fa per raggiungermi, ma per fortuna viene fermato e tranquillizzato da Kaii.
Noto subito che Marco ha perso peso e porta i capelli più corti, e per essere in pieno agosto, è ancora bianco come il latte. Di solito trascorre alcune settimane in vacanza con la sua famiglia in Versilia, dove i suoi genitori possiedono una casa sul mare e quando rientrava, nero come il carbone, sfoggiava fiero la sua abbronzatura.
<<Dile grazie per essere venuta!>>
Esordisce Marco ancora abbracciato a me, e non ne vuole saperne di lasciarmi, io me lo levo di dosso delicatamente, senza urtare i suoi sentimenti, e mi guarda.
<<Dile come...sì insomma sembri diversa!>>
Gli si illuminano gli occhi
<<Diversa?>> replico.
<<Sì... Sembri non so, più grande, più matura da come ti ricordavo. Sei bellissima!>>
Mi osserva affascinato.
<<Vieni, accomodiamoci, ti offro qualcosa.>>
Prima di seguirlo al tavolo, mi giro verso Koan, che non ci ha levato un attimo gli occhi di dosso.
<<Okay Marco. Aspetta un secondo... Torno subito!>>
Gli mormoro, e si accorge che guardo in una direzione ben precisa.
<<È lui?>>
Mi domanda a brucia pelo.
Lo guardo e annuisco, sicuramente ne avrà parlato con Bea.
<<Nervosetto il tuo amico!>>
Mi dice sarcastico.
<<Senti Marco, non sono venuta qui per parlare di lui...>>
Gli rispondo seccata.
<<Okay scusa Dile! È comunque un bel ragazzo.>>
Lo guarda ammirato.
<<Aspetta! Torno subito.>>
E mi avvicino verso Koan
Come arrivo verso di lui, la sua faccia è in netto rilassamento, ma cambia di nuovo all'improvviso, quando gli chiedo di aspettarmi in macchina per lasciarci soli qualche minuto.
<<No!>> mi urla
<<Diletta tu vieni a casa con me, adesso!>>
Sbuffo.
Nel frattempo che cerco le parole appropriate per calmarlo, Kaii convince Koan a lasciarci soli, ed esce dal locale alquanto irritato.
<<Ti prego Diletta, non metterci molto, non so per quanto tempo ancora riuscirò a tenerlo buono.>>
Mi avvisa preoccupato Kaii.
<<Io non capisco Kaii! Parlaci tu, diglielo che è tutto apposto.>>
Lo supplico con apprensione.
<<Diletta non capisci è geloso! Ed è un sentimento che non ha mai provato prima, non lo riconosco neanche io in questa versione.>>
Koan geloso? Mi sento lusingata. Pensavo di essere solo io insicura, ma ne avevo tutte le ragioni, l'ho visto baciare un sua ex stupenda!
<<Va bene Kaii, faccio in un baleno.>>
Mi avvicino di nuovo dove Marco nel frattempo mi ha aspettata lì, seduto al tavolo.
Mi siedo affianco a lui, e mi trovo davanti una bella tazza di cioccolata fumante.
<<Vedo che non ti sei dimenticato che vado pazza per il cioccolato!>>
Gli dico afferrando con le mani la tazza calda.
<<È di te, che non mi sono dimenticato Dile!>>
Mi sussurra prendendomi una mano che io distolgo all'istante, e incomincio a pentirmi di essere venuta.
Lui vedo che ci rimane male, ma osservandolo bene mi rendo conto che qualcosa è cambiata sul serio, l'effetto strano che mi provocava una volta quando stavo insieme a lui, non esiste più. Ora ho davanti a me una persona diversa, o forse, come ha osservato lui, sono io diversa, sono cambiata, e devo ammettere che la nuova me mi piace moltissimo: mi sento più sicura, più bella, più felice.
<<Ascoltami Dile, so che sei arrabbiata per quello che ti ho fatto, e né hai tutte le ragioni, ho fatto un errore enorme, e ti chiedo immensamente scusa, perché io... io ti amo ancora, credimi. Quando sono venuto all'aeroporto di Milano a prendervi, e tu non sei scesa da quell'aereo, mi sono ripromesso che ti sarei venuto a prendere io stesso a Tokyo. Ma i miei genitori non mi hanno voluto finanziare, e così ho lavorato al bar di Guglielmo, dove hai lavorato pure tu, i fine settimana, ricordi? E mi sono guadagnato i soldi per venire qui da te. Capisci?>>
I suoi occhi sono corrugati e sinceri.
<<Il fatto è... Marco, io non sono più infuriata con te... Insomma,  Bea non ti ha raccontato niente?>>
Gli spiego desolata.
<<Sì ma... pensavo che, una volta dimostrato che a te ci tengo molto... magari avresti cambiato idea, e saresti ripartita con me in Italia!>>
Oddio le sue parole mi spiazzano, è chiaro che ignora le cose come stanno veramente.
<<Senti Marco... mi dispiace che tu sia venuto fin qui per niente, ma la storia fra me e Koan, per quanto mi riguarda, è molto seria, non è come la solita passeggiata che quando sei stanco, smetti di camminare. È ben lontana da una semplice storiellina.>>
Lui mi guarda fisso, non accenna a niente, poi annuisce e spero che abbia percepito il messaggio.
<<Dove hai intenzione di dormire stanotte?>>
Gli domando per fuorviare dal nostro discorso.
<<Un mio amico mi ha consigliato una signora che affitta camere a casa sua, prende poco e io...>>
La sue voce è amareggiata e delusa.
<<E quando riparti?>>
<<Domani mattina, faccio il biglietto per l'Italia>>
<<Non hai il biglietto di ritorno?>>
<<Non ho fatto il biglietto perché speravo di rientrare insieme a te!>>
Dio se penso a quanta speranza ha messo in questo viaggio, che quasi mi sento in colpa.
<<Senti Marco, facciamo così: io ho qui un biglietto di sola andata per l'Italia, fallo pure compilare a tuo nome, e avrai il volo assicurato. E poi prendi la mia carta di credito e vai in questo albergo stanotte.>>
Gli dico mentre dalla borsa tiro fuori biglietto e carta di credito, che mi aveva dato Koan, e gli scarabocchio le indicazioni per come arrivare in albergo, sempre di proprietà di Koan.
<<Se dovessero farti storie chiamami, oppure chiamerò io. Poi lascia pure la carta alla reception, saranno loro a farmela recapitare.>>
<<Senti Dile non c'è bisogno...>> mi sussurra afflitto, e i suoi occhi azzurri si illuminano ancora di più, diventando ancora più scuri alla luce artificiale del locale.
<<Ti prego Marco accetta... In fondo siamo amici, e gli amici si aiutano.>>
Faccio per alzarmi e salutarlo, il mio tempo qui a sua disposizione è finito. Ma lui non  si alza, rimane incollato alla sedia. Lo guardo triste, ma lo rispetto.
<<Addio Marco, buona fortuna!>>
Mi giro e mi avvio con l'amaro in bocca, non è proprio come avrei voluto salutarlo.
<<Dile aspetta!>> mi dice senza girarsi.
<<Ma tu... Tu lo ami davvero?>>
<<Non puoi immaginare quanto!>>
Gli rispondo senza voltarmi, e sento subito le lacrime scendermi calde sul mio viso.

Esco dal locale e cerco di ricacciare dentro tutta la malinconia, e respirare profondamente il dolce profumo dell'aria fresca dopo la pioggia prima di risalire in macchina, la quale è rimasta lì parcheggiata dove l'avevamo lasciata.
Koan scende e mi viene subito incontro senza dire una sola parola, mi apre lo sportello e mi fa gentilmente accomodare vicino a lui, Kaii è alla guida.
<<Tutto apposto?>>
Mi domanda stringendomi una mano e con l'altra mi accarezza dolcemente il viso. Sembra più tranquillo.
<<E tu stai bene?>>
Gli chiedo.
<<No! Soprattutto, quando qualcuno mi interrompe un bel gioco che stavo facendo.>> 
Mi risponde infuriato.
Poi la sua bocca si avvicina all'orecchio.
<<Possiamo sempre riprendere da dove siamo rimasti!>>
Aggiunge subito dopo tranquillo e sensuale.
Questo è il mio Koan, penso, mentre gli poggio felice la testa sulla sua spalla.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang