capitolo 60

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Rimango pietrificata, non riesco a pensare, spero solo di aver capito male.
<<Aspetto un bambino?>>
Per essere sicura di aver capito bene, gli mimo il cullare di un neonato.
<<Sì, le analisi parlano chiaro. La bella notizia è che può rientrare a casa anche subito. Le prescrivo del ferro e del calcio da prendere tutti i giorni e riposo assoluto.>>
Il medico sotto il mio sguardo sgomento, mi compila la ricetta, e poi mi saluta con un sorriso affabile.
<<Bene. Auguri Signorina Malon, e si faccia vedere al più presto per un'ecografia.>>
Ed esce dalla stanza. Devo al più presto andare via, è come se uscendo da qui il problema si attenuasse.
Mi passano mille pensieri per la testa; penso che questa non ci voleva proprio, e a quanto siamo stati incoscienti.
È possibile che Koan non ci abbia mai pensato? E adesso chi glielo dice? Dio come la prenderà? Per il momento è meglio che non lo sappia.
Sono sovrappensiero, quando Kaii entra sobbalzo dallo spavento.
<<Diletta, ho appena incontrato il medico, mi ha detto che ti ha dimessa. Allora tutto apposto?>>
Mi chiede Kaii ed è chiaro che è ignaro di tutto.
<<Si tutto apposto!>>
Rispondo, e il mio stato ansioso non lo convince di certo.
<<Accidenti Diletta sei pallida! Sei sicura che vada tutto bene?>>
Alle parole di Kaii non resisto e iniziano a scendermi le lacrime a fiumi.
<<Diletta, a me puoi dirlo!>>
Mi chiede con voce rassicurante, mentre mi abbraccia affettuosamente.
<<Sono incinta Kaii>>
Gli dico fra i singhiozzi.
Lo sento irrigidirsi sotto le mie braccia, la sua aria preoccupata mi agita ancora di più.
<<Sei sicura che...>>
Non finisce la frase, ha un attimo di esitazione.
<<Dio Kaii, certo che ne sono sicura, lo ha detto il medico!>>
Sbotto irritata, come fa a dubitarne.
<<Okay svelta vestiti e andiamo via.>>
Le sue parole nascondono un evidente agitazione.
<<Come faccio, non so dove hanno messo i miei vestiti.>>
Chiedo disorientata.
Kaii si avvicina ad un armadietto e tira fuori degli indumenti.
<<Metti questi...gli ho fatti portare dalla Signora Yumi mentre eri priva di sensi.>>
Mi passa un pantalone e una maglia rossa taglio kimono, che avevo comprato un po' di tempo fa e mai messa.
Esce alla stanza e mi lascia sola per vestirmi.
Quando ho finito lo raggiungo, e ci in camminiamo verso la hall dell'ospedale, l'infermiera ci fa accomodare dentro una sala d'aspetto, parla con Kaii e lui annuisce.
<<Cosa ha detto?>>
Chiedo.
<<Vuole che attendiamo qui un attimo, lei va a prendere il foglio di dimissione.>>
Mi spiega Kaii.
<<Domani raggiungo Koan in Corea. Devo rimanere il più tranquilla possibile. Non voglio che lo sappia per ora.>>
Kaii inaspettatamente si gira e mi guarda terrificato.
<<Cristo Kaii che c'è? Mi stai spaventando!>>
Esclamo sbuffando.
<<E che...insomma Diletta, Koan sta rientrando a Tokyo!>>
<<Ora?>>
Gli chiedo terrorizzata, lui annuisce.
Rimango inorridita da quello che mi ha appena detto, se fa in tempo ad arrivare qui in ospedale, chiederà informazioni al medico e scoprirà tutto...oddio come la prenderà? È meglio che lo venga a sapere da me.
Mi agito e spingo Kaii ad andare via dall'ospedale il più presto possibile.
<<Come diavolo è venuto a saperlo... Quell'impiccioni dei miei colleghi...>>
Mi sale un'ansia incontrollabile.
<<Calmati Diletta! Non è colpa di nessuno, ti chiamava e visto che tu non gli rispondevi, ha chiamato me... Ho dovuto dirgli che sei stata male, non potevo mentirgli su una cosa del genere, avrei passato guai.>>
<<Basta, io no aspetto vado via!>>
Mi alzo di scatto e mi avvio verso l'uscita, nello stesso momento la porta si apre e compare Koan, lì, davanti a me, mi blocco all'istante. Con uno sguardo alquanto preoccupato mi viene incontro e mi abbraccia.
<<Oh amore mio stai bene? Sono venuto il prima possibile!>>
Mi sussurra, mentre la sua stretta si fa più intensa, io non riesco ad emettere fiato.
Realizzo subito che verrà a saperlo prima di quanto avrei voluto, mio malgrado sono quasi sollevata, detesto dovergli mentire.
Mi prende il viso tra le mani.
<<Diletta dimmi...che è successo, ti sei stancata troppo!>>
Mi penetra con i suoi stupendi occhi e ho paura che possa leggere nei miei.
Come faccio a dirglielo? Non ho la più pallida idea di come la prenderà, non posso nascondergli niente. Mio Dio sono in conflitto con me stessa...
<<Senti Koan devo dirti una cosa...>>
Esordisco, mentre mi giro verso Kaii con occhi supplicanti.
<<Bene, io esco vi aspetto fuori. Se dovesse esserci qualche problema chiamatemi.>>
Ho come avuto l'impressione che si sia rivolto soprattutto a me.
Rimaniamo soli nella stanza.
Koan ha mille premure, mi tiene stretta e mi accarezza dolcemente i capelli.
Io mi perdo subito nel profumo della sua pelle, realizzo che è qui con me, e assaporo ogni suo tocco. Vorrei che il tempo si fermasse, la mi essenza paradisiaca, non mi stancherò mai di amarlo.
<<Allora Diletta, se non mi vuoi dire niente vado a chiedere al medico.>>
La sua voce mi riporta alla realtà, e al fatto che devo dirgli che dentro di me c'è una vita che cresce, il nostro bambino.
<<No Koan, so benissimo perché sono svenuta, il medico mi ha detto tutto!>>
Gli dico con voce ferma.
Lui mi guarda con occhi sorridenti e ansiosi di sapere, io esito, e lui mi incita a parlare.
<<Niente di grave spero! Ma se ti stanno mandando a casa vuol dire...>>
<<Ehm Koan io...>>
La voce si spezza prima di finire la frase.
<<Dio Koan sono incinta!>>
Esclamo tutto d'un fiato.
Sento subito la sua stretta allentarsi, e non oso guardarlo in faccia. Lui non accenna neanche a una sola parola, il suo silenzio è straziante.
<<Sei sicura?>>
Mi chiede dopo qualche secondo con voce incolore.
Cristo anche lui mette in dubbio la mia parola.
<<Ehi pronto...ma qui in Giappone sapete almeno come si fanno i bambini!>>
Esclamo sarcasticamente irritata. Possibile che mi chiedano se ne sono sicura... È un medico che lo ha affermato, non un pinco pallino.
Koan, pare non essersi divertito della mia battuta, ma non era questo il mio intento.
Mi continua a fissare sbalordito e incredulo alle mie parole.
<<Koan credimi, sono rimasta anch'io basita di fronte a questa notizia, e non sono per niente contenta, ma tu, non dici niente, neanche una parola! Così non riesco a capire cosa pensi. Insomma, sbraita, urla, prenditela con chi vuoi, ma questa è la realtà, aspettiamo un bambino...>>
Gli urlo in un impeto di euforia da ansia.
Lui mi afferra forte le braccia e mi guarda con occhi ardenti da farmi quasi paura.
<<Diletta non è possibile!>>
Mi dice a denti stretti.
<<Koan mi stai facendo male!>>
Piagnucolo.
<<Perché dici questo? Che ti piaccia o no sarai padre.>>
Gli urlo, ormai ho perso la ragione.
<<Quel bambino non può essere mio, lo vuoi capire!>>
Mi urla deciso, le sue parole sono come pugnali infilzati nel mio cuore.
Perché parla così? Cosa vuole dire? Non gli ho mai visto questo sguardo così avvelenato verso me, è impazzito.
<<Cosa vuoi dire Koan? spiegati.>>
<<Diletta... Io non posso avere figli!>>

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin