capitolo 62

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Mi fermo in una bancarella d'abbigliamento, e con la coda dell'occhio mi guardo intorno. Nel cercare un diversivo, guardo gli abiti appesi, e intanto penso a come far perdere le mie tracce.
<<Ehm...scusami.>>
Sento dietro le spalle una voce di donna con un accento inglese forzato. Mi giro e mi trovo di fronte una ragazza alta e magra quanto me, stessa fisionomia, noto anche i suoi lunghi capelli castani come i miei.
<<Si...prego?>>
Rispondo con gentilezza.
<<Volevo sapere...dove comprato...questa camicia Kimono. Se non io troppo indiscreta!>>
Sorrido allo sforzo che ci ha messo per farmi questa domanda in inglese gesticolando, e intuisco...
<<Sei italiana?>>
Le chiedo.
<<Oddio sei italiana anche te, che fortuna!>>
Esclama sollevata.
<<Così posso spiegarmi meglio.
Ciao scusa, mi presento, io sono Francesca, piacere.>>
Mi allunga la mano.
<<Piacere, Diletta! In vacanza?>>
<<Sì, in vacanza con amici. Sono lì, in fondo alla strada. Cercavo appunto qualcosa del genere che indossi. Mi piace molto!>>
<<La vuoi?>>
Le dico impulsiva, e intanto mi è venuta una brillante idea.
<<Beh...volevo solo sapere dove l'avevi acquistata.>>
Risponde imbarazzata.
<<È un negozio molto lontano da qui, ma se ti piace te la regalo.>>
<<Dici sul serio?>>
Mi guarda incredula.
<<Sì, però in cambio mi dai la tua maglia...>>
Le propongo.
<<Sicuramente hai da perderci tu, questa è una banalissima maglietta nera, invece la tua si vede che è fatta di un tessuto pregiato.>>
Mi spiega desolata.
<<Tranquilla posso sempre ricomprarla. Prendila come un regalo fra connazionali.>>
Insisto.
<<Va bene, ci sto!>>
Conferma.
<<Vieni andiamo la dietro a scambiarci le maglie.>>
Le indico un angolo coperto di teli, e ci avviciniamo.
Nascoste da tutti effettuiamo lo scambio. Grazie a Dio indossa dei leggings bianchi simili ai miei jeans bianchi.
Finito l'operato rimango sbalordita, perfetto! Sembra me.
<<Tieni, ti regalo anche gli occhiali scuri.>>
Me li levo e glieli passo.
<<Grazie! Sei troppo gentile, Diletta.>>
Esclama meravigliata.
<<Sei la prima italiana che incontro dopo due mesi, mi fa piacere.>>
<<Senti Diletta, facciamo così, scambiamoci i numeri di telefono, propongo ai miei amici un uscita tutti insieme se ti va. Magari stasera!>>
Crede che io abbia fatto un  piacere a lei, ma non immagina il favore che sta facendo a me!
<<Okay  Francesca, molto volentieri!>>
Dopo tutto ho voglia di fare nuove amicizie. Ci scambiano i numeri, e ci salutiamo, con la promessa di rivederci al più presto.
La seguo con gli occhi andare via,
è impressionante l'assomiglianza.
Soddisfatta mi giro e prendo la via nascosta dietro le bancarelle, quando sento squillare il telefonino; è Koan, non mi va per niente di rispondergli ora. E visto che non smette di squillare, quando vedo una cassetta con scritto Post sopra, lo infilo dentro, e mi avvio verso le vetrine dei negozi.
Una in particolare attira la mia attenzione, un negozio per neonati. Dalla vetrina vedo esposto all'interno di tutto: dalle tutine ai passeggini.
Mi viene subito un magone in gola, mi intenerisco e decido di entrare a farmi un giro per gli scaffali.
L'interno sembra molto più grande e c'è davvero l'imbarazzo della scelta, vedo di ogni cosa; passo davanti ai biberon, succhiotti e giochini minuscoli, tutine piccole da far spavento, porta enfant, carrozzine, lettini di ogni tipo, una marea di cose.
Mi chiedo quante ce ne vogliono per un bambino appena nato, non ci avevo mai fatto caso prima, in tutti questi miei pensieri mi accorgo che mentre mi guardo intorno meravigliata, mi sto incondizionatamente accarezzando la pancia.
Io sto già amando da impazzire il mio bambino, l'idea di avere in grembo il frutto del più grande amore che io abbia mai provato prima, mi fa sentire particolarmente felice.
Poi ripenso alla penosa discussione avuta con Koan, e mi rattristo subito.
Perché ha reagito così esageratamente male? Capisco lo shock del primo momento, di uno che per tanto tempo ha creduto di non poter procreare, ma non pensare anche solo per un minuto che questo poteva essere un miracolo... Io sono stra sicura che questo è figlio di Koan.
Ma arrivare a pensare che questo è figlio di Marco, è troppo!
Okay è vero che ho fatto l'amore anche con lui due volte, ma l'ultima volta che mi è venuto il ciclo stavo già qui in Giappone, stava finendo proprio quando ho fatto l'amore con Koan la prima volta. Lo ricordo benissimo. Dunque, conclusione è di Koan e basta!
Nella corsia latte e pappe per neonati, vedo una donna giovane con il pancione, che tiene per mano una bellissima bimba di circa due anni, con due minuscole codine e frangetta, quando le passo davanti, la piccola mi sorride, noto i suoi bellissimi occhi orientali, e penso subito che anche il mio bambino, maschio o femmina che sia, avrà sicuro quei bellissimi occhi, a questo punto Koan non potrà accusarmi di niente.
Più avanti, nel reparto abbigliamento mamme con il pancione, vedo una giovane coppia, lui felice aiuta lei a scegliere dei vestiti adatti alla sua pancia che accenna a crescere ancora, le sorride innamorato.
Immagino io e Koan, che mi da consigli su cosa indossare, anche noi felici e contenti dell'arrivo del nostro bimbo.
Basta! Devo tornare a casa, e questa volta Koan mi deve stare a sentire e soprattutto mi deve credere. Non voglio fare la fine di mia madre che mi ha cresciuta senza un padre, non posso fare questo a mio figlio.
Forse sarà dura ma farò di tutto per convincerlo, il tempo mi darà ragione.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Where stories live. Discover now