capitolo 25

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Alla decisione unanime ci avviano a mangiare.
Ci danno il menù e io non lo apro, lascio a lui scegliere per me, è un modo per sentirmi sua.
Bea come al solito tiene banco nella conversazione, non riesce a stare zitta neanche quando ci portano da mangiare.
Io la guardo parlare, e mi chiedo dove trova tutta questa energia per non fare neanche una pausa.
Koan ogni tanto da sotto il tavolo mi strizza il ginocchio con la mano, con fare rassicurante.
Da quando ci siamo baciati sul prato, sembriamo più uniti, chissà cosa ne pensa lui? Se è solo un'avventura ho qualcosa di più.
Era tutto squisito quello che ha ordinato Koan per me, ora mi sento piena.
<<Dile mi accompagni in bagno?>>
Mi chiede Bea. Oh no! Adesso mi farà il terzo grado.
<<Veramente non ne ho molta voglia, mi fanno male le gambe.>>
Le rispondo, tanto lo so che non molla.
<<Vengo io, vengo io!>>
Si propone Marta euforica.
Bea si rassegna e va con lei. Marta la mia salvatrice.
Mentre loro sono in bagno ed Elisa è intenta a guardare il telefonino, Koan mi prende la mano e me la accarezza. Ma come fa a farmi venire i brividi anche solo con un semplice gesto?
<<Ragazzi in bagno c'è davvero il mondo!>>
Dice Bea tornando insieme a Marta.
<<Ordiniamo un dolce?>> propone Koan a tutte che rispondono di sì
<<Diletta tu lo prendi un dolce?>> Mi chiede.
<<No Koan, sto bene così!>>
<<Allora se volete scusarci, io è Diletta dobbiamo finire un lavoro che non può aspettare a domani.>>
Comunica a tutte Koan.
A me percorre un forte brivido nella schiena, a pensare di quale lavoro allusivo intende finire in due.
Il cameriere passa a prendere le ordinazioni, e Koan gli lascia delle banconote in Yen sulla mano e lui sgrana gli occhi.
<<Pago tutto e tenga il resto!>>
Il ragazzo ringrazia molto grato e poi andiamo via.
<<Ehi aspettate!>> Ci ferma Bea
<<Dobbiamo vederci stasera a Kyoto in qualche locale carino, magari tu Koan ne conoscerai qualcuno? Questo ce lo dovete.>>
Insiste Bea.
<<Va bene! Vedo cosa posso fare!>> Gli risponde Koan.
<<Promesso a dopo!>>

Arrivati alla macchina, saliamo e ci dirigiamo verso casa, almeno credo, non abbiamo più scambiato parola da l'ora di pranzo.
Sono così emozionata che mi sta venendo mal di pancia. È lui che guida... io lo seguo.

Più si avvicina la meta, più mi sento agitare tutto il corpo, non voglio pensare a niente, mi lascio trascinare volentieri dagli eventi e chiudo i pensieri razionali in un cassetto, e butto via la chiave.
Siamo davanti al portone d'ingresso, d'istinto guardo l'ora che si sono fatte; sono le tre del pomeriggio.
Koan scende dall'auto e mi apre lo sportello, mi allunga la mano io la prendo e scendo, continua a tenermela stretta fino a che non ci troviamo all'interno.
Lui sembra alquanto tranquillo o lo sa nascondere bene, sicuramente è abituato più di me, io sono esageratamente nervosa, non so se lui sta pensando la stessa cosa che penso io "fare l'amore".
Solo al pensiero mi manca completamente il respiro.
<<Vuoi bere qualcosa?>> Mi chiede, forse per mettermi in po' a mio agio.
Io annuisco, come al solito le parole si sono seccate in gola.
<<Ti va qualcosa in particolare?>> Mi dice con voce sensuale.
Lo guardo, cerco di capire se la sua domanda è allusiva, la mia espressione la dice tutta: non capisco.
<<Okay Diletta lascia fare a me!>>
Lui si dilegua, non so cosa ha intenzione di fare, la mia inesperienza non mi aiuta, tutto questo mi sta dilaniando i nervi.
Dio Koan, ti voglio da morire, dove sei finito? Sto qui che aspetto; e se ho capito male? E se io gli ho fatto capire male?
Sono così nervosa che non mi accordo di averlo dietro di me.
Ha portato con sé una bottiglia e due flute, la stappa, la versa nei bicchieri, e uno lo offre a me.
<<A noi due Diletta!>>
Mi dice, e poi lo poggia sulle labbra e ne manda giù in sorso, io lo imito, e ne bevo un sorso... hm, è delizioso lo riconosco è campagne!
Lui continua a sorseggiare mentre mi gira intorno e mi guarda, io sto ferma, immobile.
Riporto il bicchiere vicino alle labbra, per berne un altro sorso, ma lui mi ferma la mano, prende il mio calice da dietro le mie spalle e avvicina la sua bocca sussurrando al mio orecchio: <<Basta bere Diletta! Ti voglio lucida quando facciamo l'amore.>>
Al solo udire di quelle parole con voce sensuale, il mio respiro si blocca e sento il cuore uscire dal petto.
Lui poggia i calici sul tavolo, mi prende e mi bacia infilando le sue dita affusolate tra i capelli; all'inizio con dolcezza poi mi sento spingere verso il muro e i baci si fanno sempre più travolgenti e passionali. Sento le sue mani accarezzarmi tutto il corpo e io non connetto più... Mi sento travolta da un turbine, un'onda alta trenta metri che non mi lascia via di scampo.
Poi si stacca, mi prende per mano e mi trascina in quella che dovrebbe essere la sua camera, mi posiziona di fianco il letto e mentre continua a baciarmi mi leva il vestito, mi accarezza e mi bacia la pelle.
Il contatto pelle a pelle crea la sua magia, sento un fremito nel basso ventre, continua e mi leva il reggiseno e fa scivolare giù gli slip a terra, io sto come vivendo un sogno, sono in paradiso!
Sono nuda davanti a lui che mi sta guardando. Dentro la stanza la luce è fievole, anche se fuori è pieno giorno, le grandi vetrate sono oscurate dalle tende coprenti chiuse.
<<Sei bellissima Diletta!>>
Mi sussurra allungando la mano per accarezzarmi i miei lunghi capelli, mi avvicina al letto e mi fa sdraiare, lui lo percorre e va verso l'altro lato e si leva tutti gli indumenti di dosso, sino a rimanere nudo anche lui.
Nella stanza poco illuminata, riesco a vedere benissimo il suo fisico stupendo e scolpito da modello. L'eccitazione riprede quando lui si sdraia affianco a me e comincia a baciarmi e accarezzarmi con ardore la mia pelle: mi bacia bocca, orecchie, collo fino a sentire la sua lingua intorno al seno, io ansimo al solo contatto, sento emozioni e fremiti mai provati prima.
Le mani che mi accarezzano tutto il corpo mi fanno venire la pelle d'oca e il percorrere delle sue dita sul l'inguine mi eccitano da morire.
Sento che lo voglio dentro di me e mentre lo desidero lui si fa largo tra le mie gambe, e lo sento entrare, io grido... Koan come mi sente si ferma di colpo.
<<Ti prego Koan, non fermarti! È tutto apposto.>>
Lo supplico di continuare, il dolore che sento è il più bello che io abbia mai provato.
Mi guarda negli occhi cercando di capire se sto bene veramente, io mi spingo verso di lui per rassicurarlo, e lui a quel punto continua a muoversi dentro.
Piano piano, il dolore lascia posto a un piacere sempre più intenso, sensazioni forti indescrivibili stanno invadendo tutto il mio corpo, fino a quando a un certo punto un piacere immenso mi si concentra tutto in mezzo alle gambe, da costringermi a stringerle per accogliere il culmine del piacere che mi sta inondando dentro.
La voce ansimante di Koan vicino al mio orecchio mi fa venire ancora più scosse e brividi.
<<Vieni... Vieni insieme a me Diletta!>>
Mi dice con voce smorzata mentre rallenta piano la presa, e si lascia cadere su di me.
Ora i respiri iniziano a farsi più lenti, lui è su di me, sento il suo profumo dolce e sensuale. Gli accarezzo la pelle delle braccia morbida come il velluto, e sotto percepisco i muscolo forti e sodi, quasi fosse acciaio. Lui rimane fermo a godersi le mie carezze.
Mi sento così bene che rimarrei a coccolarlo per sempre.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora