capitolo 47

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Sabato 13 agosto

Ieri c'è stata una tregua, la pioggia a continuato a scendere ininterrottamente ma lieve, oggi invece pare abbia ripreso intensità.

Sono rientrata prima da lavoro con Kaii, e ora aspetto con ansia il rientro di Koan, oggi aveva un impegno importante a Yokohama, mezz'ora da Tokyo, non si trova in un posto molto lontano, ma no vedo l'ora che rientri a casa.
Oggi è sabato e si prospera un fine settimana tranquillo.
La casa di Koan quando non c'è, mi appare così grande e vuota.
Cerco di distrarmi iniziando a leggere uno dei tre libri che mi ha regalato la nonna di Koan.
Uno, sulla copertina c'è stampato sopra una donna di spalle e indossa il kimono, e in basso il titolo "La mia vita nipponica", e in alto il suo nome "Dàireen O'Neill Kondo", l'altro, "Sognando in Kanji",  ha sullo sfondo ideogrammi  in nero sfuocati, il terzo "Inclini al dolore", quest'ultimo attira particolarmente la mia attenzione. Una scritta bianca con sfumature dal nero al bianco e al centro il simbolo del triskell.
È un simbolo celtico, ricordo che in greco significa tris (tre) più keles (gamba), e non è a caso che il simbolo dell'Irlanda sia lo shamrock il trifoglio fondamentalmente rappresenta: alba, mezzogiorno, e tramonto, o passato, presente e futuro. Insomma tre fasi di vita.
Scelgo l'ultimo; voglio entrare nel suo intimo e capire quanto dolore si possa sopportare.
Il libro parla proprio di come imparare a tenere a freno la sofferenza quella dettata dalla nostra mente, la quale non c'è medicina che la possa guarire, e come ognuno di noi sceglie la sua cura imparando a convivere con un peso insopportabile.
Mi colpiscono molte frasi che lei cita nel libro, scritte apposta per esorcizzare il suo immenso dolore, per la perdita di tutto quello che era parte fondamentale della sua vita: il marito, il figlio morto barbaramente.
Parla di come un viaggio abbia cambiato radicalmente la sua vita, e come rifarebbe tutto, non ostante il suo epilogo.
"Ne è valsa la pena, se tornassi indietro rifarei tutto, filo e per segno, la felicità che ho passato in tutti quegli anni, mi basta per celare il vuoto che il destino ha riservato per me"
Dalle parole di alcune citazioni emerge in lei la vera sofferenza, e la volontà di riscatto contro il suo destino, le tre fasi della sua vita sono: amore, dolore e rinascita, mi fa venire voglia di avere anche io una forza pari alla sua.
Leggo avida bevendo ogni singola parola del suo libro.
La lettura mi ha assorbita talmente tanto, che solo ora alzando gli occhi, noto davanti a me la presenza di Koan, mollo tutto e vado ad abbracciarlo come se fosse l'ultima, lui mi stringe delicatamente e si accorge della mia emozione.
<<Ehi... Signorina che c'è, sono tornato, cosa pensavi? Sono qui.>>
Abbracciandolo mi sento al sicuro, ma non posso fare a meno di aver fisso in mente un terribile pensiero; se un giorno non dovessi sentire più il calore del suo corpo, il dolce suono della sua voce...il continuo temporale, la lettura del libro, mi hanno messo malinconia, e un brutto presentimento.
<<Koan stringimi forte e non lasciarmi.>>
Gli sussurro, e mi stupisco della mia stessa voce tremolante.
Lui mi solleva e mi prende in braccio portandomi in camera da letto. E penso a quanto lo voglio, lo desidero, non solo ora per sempre.
I suoi baci sono diversi, teneri, rassicuranti, il suo approccio si rivela in modo delicato e premuroso, quasi accarezzasse la pelle di un neonato.
Penso a quanto riesca ad entrare nella mia mente in qualsiasi situazione, come se sapesse sempre quello da fare per soddisfare ogni mio bisogno.

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Where stories live. Discover now