Hermione

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Casa Weasley-Granger quella sera era in tumulto.

Si vedevano padelle cucinare, cibi prepararsi e disfarsi istantaneamente, mestoli e posate che si lavavano da soli. E Hermione che dirigeva il tutto con distratti movimenti della bacchetta mentre leggeva come preparare una complicata ricetta dell'anatra arrosto.

Ron era ancora a lavoro e non sembrava intenzionato a tornare tanto presto. Hermione avrebbe preferito un po' di aiuto.

Rose correva di qua e di là, rileggendo il vecchio volume di Quidditch attraverso i secoli  che Harry le aveva regalato qualche anno prima mentre apparecchiava la tavola canticchiando.

Era una bambina solare e simpatica, forse un po' arrogante, ma Hermione ammetteva che quel lato del carattere l'aveva preso da lei.

Era determinata e perspicace e brava nel Quidditch quanto suo padre: sembrava riunire le parti migliori dei loro due caratteri.

Hugo invece stava disegnando qualcosa in camera sua e Hermione non aveva intenzione di andare a disturbarlo, per una volta che non si offriva di aiutarla - leggi: offriva di leccare il cucchiaio sporco di cioccolato.

Un mese e Rose sarebbe andata a Hogwarts con i due cugini, Scorpius e Albus. Nonostante fossero bambini davvero diversi, si volevano bene a modo loro.

Quella sera Rose e Draco, Victoire e Harry, Blaise e Pansy e Tiger e Goyle dovevano venire a cena a casa loro. Era stata una delle geniali di Ron, ma al momento dei fatti lui spariva come al solito e lasciava il lavoro a lei.

Ma che ci doveva fare? Aveva trentasette anni ed era incredibile quanto ancora fosse legata ai suoi amici. "Mamma?"

"Si?"

La bambina entrò in cucina con un espressione soffererente sul volto spruzzato di lentiggini. I capelli rossi erano sparati da tutte le parti. "E se non mi dovessi trovare bene a Hogwarts? Voglio dire, so che tu e papà vi siete conosciuti lì e tutto il resto, ma se a me non piacesse?"

Hermione sorrise. "Sai Rose, Hogwarts è stata la mia seconda casa" ammise. "Era il posto in cui potevo essere quello che ero. Non ho mai sentito di non appartenergli... Ti piacerà, Rose"

"E se non fossi nella stessa casa di Al e Scopius? Loro sono cugini... mi escluderebbero, non vorrebbero più giocare con me.."

"Siete cresciuti insieme. Non succederà: vi volete bene come se foste fratelli"

Rose arrossì ed Hermione se ne accorse subito, da buona madre quale era. Sapeva cosa provava sua figlia per Scorpius, sapeva che era qualcosa di più profondo dell'amicizia.

"E se mi mettono in Serpeverde?" fece poi con una smorfia oltraggiata.

La donna rise mentre Rose si imbronciava ancora di più. "Draco e Rose erano in Serpeverde e non mi sembra che siano cattivi. Neanche Scorpius lo é. Pensi che Serpeverde sia la casa dei cattivi?"

"Ma, mamma" Rose si guardò intorno allarmata e abbassó la voce, come se stesse per rivelare un segreto. "Loro hanno il Marchio Nero"

Hermione aveva voglia di ridere ancora di fronte all'innocenza della figlia, ma si trattenne perché sapeva che per lei era una cosa importante.
"Rose, anche Victoire ha il Marchio Nero. Ti posso assicurare che é una delle persone migliori che conosco, ed era in Grifondoro con noi"

Rose non sembrava ancora del tutto convinta.

"Sai, la pensavo come te, quando ero ragazza" raccontò "poi ho avuto la fortuna di conoscerli meglio. E non sono affatto cattivi; anzi, hanno salvato della gente nonostante fossero Mangiamorte. Ma la cosa più importante e che si sono pentiti di esserlo diventati"

She saved me. Where stories live. Discover now