Capitolo 9

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Draco non le parlò più per due settimane. Tentava di convincersi che fosse solo per non rovinarsi l'immagine, ma in fondo sapeva che non era quello il vero motivo.

Una rosa, ecco cos'era: piena di spine, ma bella. Dannatamente bella.

Non la bellezza che ti fa girare a guardare una ragazza per strada. Non quella bellezza che ti colpisce in un locale affollato.

La bellezza vera, quella che scopri lentamente. I piccoli gesti, le abitudini. Il modo in cui una ragazza si porta i capelli dietro l'orecchio, gli occhi che scorrono sulle pagine di un libro, una canzone appena sussurrata, il respiro di un uomo sotto il piumone in una fredda sera d'inverno.

La bellezza è un concetto basato su giudizi infantili stereotipati e modelli esterni. Ma lei non era nulla di questo.

Lei era tutti i libri che aveva letto, le canzoni che amava, i pensieri che faceva quando era sola, le smorfie quando pensava che nessuno la stesse guardando.

Emanava un'aura di eleganza e dignità che caratterizza poche ragazze. I ricci che le cadevano delicatamente sulle spalle, gli occhi scuri profondi e limpidi, sembrava semplicemente molto più vera e complessa di qualsiasi altra cosa Draco aveva mai visto prima, o aveva pensato di poter vedere. Un mondo da scoprire.

Ed era diversa dalle altre. Era orgogliosa. Qualsiasi altra ragazza l'avrebbe cercato in quelle due settimane di silenzio, gli avrebbe lanciato occhiate disperate da un lato all'altro della Sala Grande.

Ma lei no. Che aspettasse lui?

Draco aveva paura di cogliere la rosa. Non voleva rischiare di pungersi: aveva già troppi problemi per la testa.
E aveva paura, una paura folle... di non sapere come trattarla, di intaccare la sua purezza e contaminarla con i suoi gesti. E aveva paura di ammettere che per una volta poteva fidarsi di qualcuno.

Ma Draco non sapeva che anche le rose sanno tirare fuori le spine e difendersi.

                               * * *

"Diamine" borbottó Blaise.

Draco alzò lo sguardo dal libro e fissò il moro un un'espressione infastidita. "Dio, Blaise. Sto studiando Aritmanzia. Spero sia importante"

"Lo sai che tra una settimana iniziano le vacanze di Natale?"

"Certo che lo so" sbuffò irritato. Lo sapeva fin troppo bene. Il suo tempo sarebbe scaduto nel giro di cinque mesi.

"Non sono riuscito a portare a letto Rose"

"È vero" confermò lentamente. Come poteva essere ancora un gioco, per lui? Draco l'avrebbe schiantato in quel momento, se l'avesse ripetuto. Bastava un'altra parola...

"È... Be'..."

"Che cosa?"

Blaise ghignó. "Uh, la prima che é riuscita a resistere"

Draco sbuffó e distolse lo sguardo, ripensando alla sera prima.

Non avrebbe dimenticato facilmente il panico che aveva provato quando l'aveva vista con gli occhi chiusi sul pavimento, apparentemente senza sensi. L'aveva presa in braccio come un fiore leggero, come una fragile bambolina di cera. Ed era proprio quello che sembrava: il colorito pallido e i capelli sparsi per il cuscino, il volto inanimato.

Gli sembrava debole. E invece, forse, era più forte di lui.

In qualche modo, sapeva che non avrebbe spifferato tutto a Silente. Non sapeva... Non sapeva niente di tutta quella storia, era appena arrivata in città... Anche se qualcosa aveva dovuto sentire per forza.

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