Capitolo 26

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Rose si era resa conto di non conoscere il proprio padre. Non quando i suoi occhi piccoli e chiari si erano posati su di lei, con una luce cattiva che non gli aveva mai visto negli occhi. Si era sentita tradita.

E non avrebbe dimenticato facilmente lo stato di debolezza in cui era quando Draco l'aveva portata dolcemente in camera sua, passando la notte con lei. Se l'avesse trovata qualcun altro... Sarebbe potuto succederle qualsiasi cosa. E non era sicura che sarebbe riuscita a difendersi.

Rose avrebbe voluto conoscere Draco com'era prima del sesto anno, forse più spensierato e sereno.

La ragazza entrò nel salotto e ci trovò Narcissa, indaffarata nella cucina.

Era stupita di non trovare nessun altro, ma erano tutti in missione da Potter.

Lady Malfoy (e Rose si rese conto che anche lei, forse, sarebbe stata chiamata così) le porse una tazza di tè con un sorriso gentile sul viso.

"Dormito bene, Rosalie?" le chiese. Rose la guardò muoversi con disinvoltura nella sua vestaglia bordeax. Sembrava proprio la regina del suo palazzo.

"Si" il pensiero di aver dormito nel letto di suo figlio la fece arrossire, ma Narcissa non la vide. "Grazie, signora Malfoy"

Narcissa le fece un caldo sorriso. "Forse tu e Draco potreste.."

Venne interrotta dall'arrivo di una signora di mezza età, minuta e molto magra. Therese, la mamma delle gemelle, aveva un caschetto leggero di capelli tendenti al rossiccio e due gelidi occhi azzurri che minacciavano di trafiggerti tutte le volte che si posavano su di te.

Rose se ne andò, lasciando le due donne a chiacchierare. Sua madre non le aveva rivolto neanche un cenno di saluto o una parola di conforto: nulla. Non che non fosse abituata a non ricevere troppo affetto da lei. A Parigi non le era mai importato troppo. Lei e Victoire erano solo due ragazzine, e forse non se ne erano ancora rese conto. Ma adesso Rose capiva che non era quella la normalità di una famiglia.

Si incamminò per le scale e finì in camera di Draco, che considerava quasi come sua. Quando entró e si chiuse la porta alle spalle, sentiva quasi Draco sorriderle.

"Come stai?"

"Meglio" Rose fece una smorfia. "E tu?"

"Non mi lamento" Draco ghignó. "Oggi andiamo in soffitta"

"In soffitta?" ripeté lei.

Draco annuì. "Ti voglio fare vedere una cosa"

                         * * *

Victoire si era stufata di stare nella sua stanza. Era sola, dannatamente sola tutto il tempo, e Rose preferiva stare con Malfoy. Li aveva cercati per tutto il pomeriggio, ma di loro non c'era traccia - e lei non aveva nessuna voglia di andare in camera di lui. Poi si era imbattuta in un affascinante Mangiamorte dall'aria dispersa e l'aveva accompagnato dalla padrona di casa. Il ragazzo sembrava giovane e lei avrebbe potuto parlargli, ma non si sentiva davvero in vena. E poi, non avrebbe mai fatto una cosa del genere ad Harry.

Stava proprio pensando a quando la sua vita facesse schifo quando sentì un ticchettio alla finestra. La aprì guardandosi intorno e un gufo bruno le consegnò una lettera per poi volare via in un turbinio di piume.

Victoire la scartò con le dita che fremevano di eccitazione. Non c'era scritto nulla, come si aspettava, ma aveva riconosciuto la sottile pergamena di Hermione. Sapeva, però, che quello che realmente importava era il sigillo.

Era un dischetto sottile d'argento, simile ad una moneta. L'ultima finestra che poteva metterla in comunicazione con lui. E forse, finalmente, si sarebbe resa utile.

She saved me. Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang